Del: 27 Aprile 2023 Di: Matilde Elisa Sala Commenti: 0
The Sofa Chronicles, le serie TV del momento

Ogni due mesi, il giorno 27, 5 serie TV per tutti i gusti: The Sofa Chronicles è la rubrica dove recensiamo le novità più popolari del momento, consigliandovi quali valga la pena guardare comodamente sul divano e quali no. Questo mese, in onore del primo compleanno di The Sofa, una speciale italian edition con tutti i nostri programmi preferiti.


Mare Fuori, Stagione 3, Rai Fiction (Cristiana Farina, Maurizio Careddu) – recensione di Giulia Scolari 

L’ultima stagione di Mare Fuori ha consacrato la serie come una delle preferite del pubblico GenZ: gli scapestrati detenuti dell’IPM di Napoli e gli intricati intrecci che li uniscono e dividono si fanno sempre più interessanti. Di settimana in settimana siamo stati in attesa di scoprire le storie dietro i personaggi più amati – come Silvia (Clotilde Esposito) e Gaetano (Nicolò Galasso) – e quali nuovi volti avremo incontrato. 

Nonostante il prodotto continui a fondarsi sul melodramma con poco fondamento e picchi di trash, è impossibile rimanere immuni alla sindrome Mare Fuori. 

È impossibile non ritrovarsi a cantare la sigla (Matteo Paolillo è già in lista d’attesa per Sanremo 2024, “senti a me”) o non aspettare il personaggio con la storia che ci fa sentire parte della serie. 

Soprattutto, è impossibile non amare i due veri protagonisti che rubano la scena a tutti: Carmine (Massimiliano Caiazzo) e Rosa (Maria Esposito). C’è un motivo se Shakespeare è ancora considerato tra i migliori drammaturghi mai esistiti: non ci si stufa mai di sperare che Romeo e Giulietta per una volta vada a finire bene. Non ci si stufa mai di sperare che per una volta l’odio e la legge della vendetta possano essere sconfitti dall’unica cosa che conta: l’amore. 

Tanti membri del cast danno l’addio alla serie con questa stagione, si vociferano altri due capitoli e un musical in arrivo… Il rischio di peccare di ubris e rovinare tutto come è capitato a Skam è dietro l’angolo, ma scegliamo di aspettare «senza avere paura, domani». 


Tutto chiede salvezza, Stagione 1, Netflix (Francesco Bruni) – recensione di Matilde Elisa Sala 

Dopo un crollo psichico, del quale però non ricorda nulla, Daniele (Federico Cesari) si ritrova sottoposto a un TSO (Trattamento Sanitario Obbligatorio) contro la sua volontà. Nonostante all’inizio si comporti sempre in modo molto scontroso, sia contro i medici che contro i suoi compagni di stanza, convinto di trovarsi lì per le ragioni sbagliate, Daniele comincerà ad aprirsi sempre di più, stringendo meravigliosi legami di amicizia e accettando l’aiuto che gli stanno offrendo. 

Tratta dall’omonimo romanzo autobiografico scritto da Daniele Mencarelli, Tutto chiede salvezza racconta una storia di amicizia, condivisione, ma soprattutto realtà: il libro, così come la serie, riescono a suscitare grande empatia nel lettore/spettatore nei confronti di queste persone, quotidianamente additate come “pazze”, cercando di normalizzare il tema dei disagi psichici, ancora troppo spesso giudicato come qualcosa di assurdo. Tra momenti toccanti e bellissime scene di grande umanità, la serie rimane impressa e lascia il segno. 

Dopo l’annuncio ufficiale del rinnovo per una seconda stagione, aspettiamo ora il ritorno di tutti i personaggi.


Call My Agent – Italia, Stagione 2, Sky Serie (Fanny Herrero) – recensione di Nina Fresia 

Remake italiano del francese Dix pour cent, Call My Agent – Italia è la serie che prende in giro chi le serie le fa. Siamo a Roma, presso la CMA, agenzia di spettacolo profondamente scossa dal ritiro del suo fondatore Claudio Maiorana. I quattro agenti si ritrovano quindi a dover gestire clienti stellari molto esigenti e a risolvere numerosi inconvenienti e grattacapi. 

Ogni puntata è dedicata ad un volto celebre che, interprete di se stesso, fa un grande esercizio autoironia: Paola Cortellesi, Paolo Sorrentino, Pierfrancesco Favino, Stefano Accorsi e Corrado Guzzanti ridono di loro stessi, estremizzando i tratti che li hanno resi noti al grande pubblico o mostrando una versione macchiettistica di sé.

Durante tutta la serie si scoprono le dinamiche interne al gruppo di agenti chiamato a gestire i comici problemi delle star. Il misterioso Vittorio (Michele Di Mauro), la veterana Elvira (Marzia Ubaldi), l’esuberante Lea (Sara Drago) e il delicato Gabriele (Maurizio Lastrico). È ottimo il bilanciamento tra la giusta attenzione da dare alle celebrità protagoniste degli episodi e lo sviluppo delle vicende personali degli altri personaggi. Se si inizia a guardare la serie perché attratti dai grandi nomi, si finisce la visione affezionandosi agli agenti.

È indubbia l’italianità dell’intera produzione: la regia di Luca Ribuoli e la sceneggiatura di Lisa Nur Sultan rappresentano lo showbiz suscitando a chi lo guarda un sano “amor di patria”. Persino le personalità più autorevoli nel panorama cinematografico si avvicinano al pubblico, anche mettendosi in ridicolo. Ma proprio perché si tratta di professionisti, nonostante l’evidente esagerazione, ne scaturiscono eccellenti performance: basti citare il Che Guevara di Favino o l’esilarante monologo di Sorrentino.


Il commissario Ricciardi, Stagione 2, Rai Fiction (Maurizio De Giovanni, Salvatore Basile, Viola Rispoli) – recensione di Nina Fresia 

L’attesa seconda stagione de “Il commissario Ricciardi” vede il ritorno di Lino Guanciale nei panni di un personaggio tanto amato dal pubblico quanto profondamente tormentato. E se possibile, le sue angosce ed afflizioni aumentano nei nuovi episodi: oltre a dover lottare incessantemente con la sua logorante comunicazione con il mondo dei morti, Ricciardi è invischiato in tutta una serie di intrighi amorosi che, all’apparenza, hanno poco a che fare con la sua attitudine solitaria. 

A fare da sfondo alle vicissitudini del commissario c’è sempre la Napoli degli anni Trenta, brillantemente rappresentata a tutto tondo: dalla povertà dei quartieri più popolari fino ad arrivare alla sontuosa nobiltà cittadina. Le riprese permettono allo spettatore di immergersi completamente nel contesto, ricco di particolari e curato al dettaglio. 

Ma il successo della serie è dovuto anche all’ottima caratterizzazione dei personaggi e ai dialoghi ben scritti: non si può che empatizzare con il fedele brigadiere Maione (Antonio Milo) ed apprezzare i suoi vivaci scambi con Bambinella (Adriano Falivene), non solo utili ad introdurre un momento di distensione comico, ma sono anche prestati all’approfondimento psicologico.

Allo spettatore sembra così di conoscere da vicino i personaggi e di accompagnarli durante le loro vicende, arrivando addirittura ad essere pienamente conquistato da loro.


Un professore, Stagione 1, Rai Fiction (Alessandro D’Alatri) – recensione di Giulia Scolari

Quando Dante (Alessandro Gassmann) ritorna a casa per recuperare il rapporto con il figlio Simone (Nicolas Maupas), nella vita del ragazzo tutto viene messo sottosopra. Dante si ritrova ad insegnare filosofia proprio nella classe di Simone e cerca fin da subito di instaurare un rapporto con i ragazzi della classe che va aldilà di quello delle semplici lezioni: seppur all’inizio scostante, piano piano anche Simone finisce per abituarsi alle nuove dinamiche. 

Attraverso gli occhi dell’eclettico padre, rivaluta tutte le sue sicurezze: l’amore per la fidanzata, la morale per quel che riguarda l’impegno scolastico, le sue differenze con il compagno che odia di più – Manuel (Damiano Gavino). Manuel è l’anti-Simone: ripetente, alle prese con una madre che fatica a svolgere il suo ruolo di autorità e sostegno (una magnifica Claudia Pandolfi) e immischiato in “giri loschi”. 

Il rapporto che nascerà tra i due ragazzi è il segreto della loro evoluzione e del grande sostegno che il pubblico ha dato a questa serie. I toni che si mantengono sono sempre quelli di una commedia leggera, ma tenera: è la prima volta che temi importanti per la nostra generazione sono presentati in una serie Rai senza melodrammi, censure e giudizi impliciti. Speriamo che siano assicurate stagioni future, anche se sembra si sia dovuto lottare anche solo per la seconda stagione. Menzione speciale per la sigla e per la recitazione di Pandolfi, per cui vale sempre la pena. 

Matilde Elisa Sala
Studio Lettere, mentre aspetto ancora la mia lettera per Hogwarts. Amo i gatti, il Natale e la neve, viaggiare, specialmente se la destinazione è New York, leggere e immergermi ogni volta in una storia diversa. Scrivo, perché credo che le parole siano lo strumento più potente che abbiamo.
Giulia Scolari
Scienziata delle merendine, chi ha detto che la matematica non è un’opinione non mi ha mai conosciuta. Scrivo di quello che mi piace perché resti così e di quello che odio sperando che cambi.

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