Del: 2 Maggio 2023 Di: Jessica Rodenghi Commenti: 0
Il massacro di Shakahola: una setta distruttiva

Nella città di Malindi, sulla costa orientale del Kenya, sono stati ritrovati i corpi senza vita di 90 persone. Sepolti nella foresta di Shakahola, erano tutti membri della stessa organizzazione religiosa: la Good News International Church. Nata come associazione di ispirazione cristiana, ora è nota per essere una setta pericolosa che ha spinto decine di persona al digiuno costante, sino a portarle alla morte. I sopravvissuti hanno raccontato di essere stati sottoposti alla privazione del cibo, per accelerare il tempo che li separava dalla seconda venuta sulla Terra di Gesù. È da molto tempo, infatti, che la polizia kenyota salvava persone dedite al culto, che si sarebbero lasciate morire di fame, per avvicinarsi alla “felicità” più velocemente.

Il 14 aprile, quindi, è stato arrestato Paul Mackenzie Nthenge, il capo della setta.

L’uomo era già noto come predicatore dal 2007 e aveva partecipato alla creazione di diversi culti, l’ultimo dei quali è stato scovato dalle autorità. In realtà era stato accusato diverse volte, ad esempio dell’omicidio di due bambini, per i quali non era stato incriminato, visto che non si avevano abbastanza prove. In questo caso aveva convinto i genitori a credere che il digiuno fosse fondamentale, sia per loro che per i figli, poi li avrebbe convinti a soffocarli a morte. A questo punto la polizia avrebbe iniziato a seguire da vicino Mackenzie, nonostante i suoi stretti collaboratori cercassero in ogni modo di sviare le indagini. Ad oggi, il lavoro delle autorità procede, l’uomo è in carcere e la foresta di Shakahola ha in vigore il coprifuoco:

non si sa quanti corpi si possano nascondere sotto la foresta o quante persone che praticano il digiuno costante siano nascoste.

Ci sono moltissimi sospetti, la Croce Rossa stima più di 200 persone dichiarate scomparse, persone che si teme siano finite nella spirale tragica della setta. A quanto riportano i testimoni, Malindi era il punto di riferimento per chiunque volesse prendere parte al culto. Qualcuno racconta di aver rintracciato il volo di sola andata di una parente, giungeva proprio dove operava la setta: la donna non è ancora stata trovata.

Lo Stato kenyota accusa Mackenzie di aver manipolato le persone con delle teorie religiose false e pericolose, di averle indotte a compiere gesti violenti ed estremi nel nome di questa presunta felicità, che presto sarebbe arrivata.

Secondo il lavoro di Nation, un giornale online che si occupa di news in Africa, le parole di chi è sopravvissuto alla setta sono molto chiare. Ad esempio, nella testimonianza di Nyogo si capisce come la manipolazione fosse capillare in ogni ambito della vita. Per 10 anni l’uomo era stato un seguace, tempo in cui gli era vietato compiere qualsiasi attività economica, addirittura non poteva mandare nessuno dei sette figli a scuola, perché l’educazione non sarebbe permessa dalla Bibbia. In questo senso, dovevano presentarsi tutti i giorni nella sede della setta, per ascoltare le life lessons di Mackenzie. Lentamente poi, lo avrebbe indotto a non andare in ospedale quando fosse stato malato, gli avrebbe intimato di lasciare il lavoro e di continuare con il digiuno ogni giorno. Nyogo fortunatamente decise di lasciare la setta e si è salvato dall’esito tragico che, invece, moltissime altre persone hanno affrontato. La sua non è l’unica storia terribile nella vicenda, ne emergeranno di nuove man mano che il sistema viene smantellato.

Le sette religiose sono da sempre un pericolo da cui è bene mettersi in guardia e conoscere i meccanismi manipolatori con cui riescono a catturare adepti.

Riescono a sfruttare fisicamente ed economicamente le persone, ma non solo. Ci sono casi ancora più tragici, in cui molti finiscono per morire per l’ideale che li univa alla setta, come nel caso di Malindi. È importante precisare come queste realtà conoscano a pieno i modi in cui intercettare persone vulnerabili, in momenti di sconforto, per poi allontanarle da amici e famiglia.

Spesso, si entra poi nella fase del love-bombing, in cui i membri riempiono di complimenti ed attenzione la persona, a cui si sussegue un momento di punizione (di tempo variabile) in cui si è così dentro la realtà che il senso di colpa prevale e si giunge a fare di tutto pur di rientrare nelle grazie della setta. Si fa leva, infatti, sulla paura e sul senso di colpa: la persona è ormai sola, ha come unici amici quelli che fanno parte della stessa setta, che vengono percepiti come gli unici di cui fidarsi. La paura è fondamentale, perché compatta gli adepti e scatena l’angoscia all’idea di abbandonare il gruppo. Essere conformi agli altri membri è fondamentale: esiste sempre un leader, la cui dottrina è la verità rivelata ai pochi prescelti, chi non è d’accordo è sbagliato, deve tornare sulla “giusta strada”: non c’è spazio per contrariare ciò che viene impartito.

Alcune delle tecniche più utilizzate sono la privazione del sonno, che rende le persone più malleabili, la privazione del senso del tempo, negando l’accesso ad orologi o dispositivi elettronici (pericolosi, in quanto permetterebbero un contatto con l’esterno). Altre ancora sono l’utilizzo di droghe o psicofarmaci, l’eliminazione della privacy e l’istituzione di regole precise per scandire ogni momento della giornata sulla base delle idee della setta.

Con uno schema simile a questo, ci sono leader con moltissimi seguaci, ma non bisogna cadere nel fallace tranello della colpevolizzazione della vittima.

Chi entra nelle sette non è meno intelligente di altri: è una vittima e va trattata in quanto tale. Chiunque, messo nelle condizioni di partenze adatte, potrebbe finire in una realtà di questo tipo, che sfruttano paura e senso di colpa a loro favore. È chiaro che ci siano delle condizioni per cui si è più vulnerabili ed è più comune finire in realtà di questo tipo. Spesso si pensa che possano aiutare a migliorare degli ambiti della vita in cui non ci sentiamo di eccellere, oppure potremmo aver appena perso una persona cara ed essere alla ricerca di sostegno. Nessuno è immune alle tattiche manipolatorie di questi gruppi: per questo è importante conoscere i modi in cui agiscono e prevenire le situazioni di contatto.

Jessica Rodenghi
Jessica, attiva nel mondo e nelle società, per fare buona informazione dedicata a tutti e tutte.

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