Del: 29 Giugno 2023 Di: Luca Stocco Commenti: 0
Mense più vegetali, una lotta di tutte e tutti. Intervista a Ester Grassano

Da qualche giorno gira una raccolta firme per avere una maggior quantità di opzioni vegetali nelle mense dell’Università di Milano. Per saperne di più, abbiamo intervistato Ester Grassano, che studia Filosofia e fa parte di Antispecisti Unimi, il gruppo studentesco che ha promosso la petizione.

L’intervista è stata editata per motivi di brevità e chiarezza.


Partiamo dall’inizio: cos’è Antispecisti Unimi?

Antispecisti Unimi è un’associazione universitaria che esiste informalmente da circa due anni e ufficialmente da uno. È un gruppo di studentesse e studenti della Statale che hanno interesse e che credono nell’antispecismo: una dottrina filosofica secondo la quale non c’è differenza nel rispetto che bisognerebbe dare a esseri umani e animali non umani.

Questa posizione filosofica ha conseguenze pratiche, tra cui l’essere vegani. Se crediamo che utilizzare gli animali per fini umani sia sbagliato, infatti, non li utilizzeremo per nutrircene o per farne vestiti e scarpe.

Avete avviato una petizione per avere mense più vegetali all’Università di Milano. Come nasce e come si collega alla vostra posizione antispecista?

Noi finora ci siamo occupati solo di eventi culturali. Abbiamo invitato persone esperte di varie tematiche legate all’antispecismo a fare conferenze e organizzato dibattiti studenteschi. Non abbiamo mai fatto nulla di pratico. Ma molte persone ci hanno fatto notare che la mensa della nostra università è problematica dal punto di vista dell’offerta vegana e vegetariana. C’è una forte presenza di prodotti animali e una grandissima scarsità – se non, in alcuni casi, quasi totale assenza – di prodotti completamente vegetali.

Ci siamo resi conto che per tutte le persone come noi, antispeciste e quindi vegane, che frequentano la mensa – o che vorrebbero frequentarla – è molto difficile trovare una soluzione praticabile. Anche portarsi il pranzo da casa è problematico in quanto la nostra università offre pochissimi spazi dove poter mangiare: i tavoli della mensa sono accessibili solo ed esclusivamente a chi compra cibo nella mensa stessa.

Avere maggiori opzioni vegetali sarebbe quindi positivo per tutte le studentesse e gli studenti vegani, ma non solo. Lo sarebbe anche per persone vegetariane, con intolleranze alimentari, di particolari religioni, o che vogliono semplicemente limitare il loro consumo di prodotti animali.

Oltre questo punto di vista più pratico, dagli studenti per gli studenti, c’è anche un punto di vista più ideologico, più legato in grande al mondo. L’università è un luogo di elaborazione culturale, dove i giovani si formano per costruire un futuro migliore. E certamente vediamo che dal punto di vista teorico ci sono degli spazi. Per esempio, c’era una cattedra di human-animal studies che si occupava proprio di antispecismo; oppure ci sono vari gruppi antispecisti, ecologisti o ambientalisti che hanno la possibilità di usare gli spazi dell’università.

Però questo rimane solamente teorico, mentre dal punto di vista pratico c’è un forte scarto. Rimane infatti difficile mettere in campo una scelta etica – che sia motivata da ragioni antispeciste, ambientaliste o di altra natura – come quella di ridurre il proprio consumo di prodotti animali.

Quali sono le vostre richieste specifiche all’Università di Milano?

La richiesta principale è quella di aumentare le alternative vegetali e di conseguenza ridurre quelle animali. L’ideale sarebbe avere, ogni giorno, almeno il 50% di pasti completamente vegetali. In questo modo anche le persone onnivore che non vogliono rinunciare ai prodotti animali rimarranno libere di scegliere, ma avremo comunque abbastanza scelta vegetale e tutti i vantaggi derivanti dalla riduzione del consumo di prodotti animali.

Abbiamo fatto questa richiesta anche allineandoci al progetto di mense per il clima (di cui avevamo già parlato in questo articolo, NdA), che ha già sostenuto analoghe campagne in altre università italiane. 

Un’altra richiesta che facciamo è quella di avere più spazi liberi per poter mangiare, accessibili sia a chi si porta il pranzo da casa che a chi lo prende in mensa. In questo modo, chi si porta il pranzo da casa può avere uno spazio dove mangiare, senza dover cercare uno spazio in giardino dove magari fa troppo freddo, fa troppo caldo, o piove. In più, evitando la separazione tra chi mangia in mensa e chi no, possiamo favorire la comunità all’interno dell’università.

Lo hai già accennato, ma penso possa valer la pena approfondire: perché delle studentesse e degli studenti che magari non condividono la vostra posizione antispecista dovrebbero firmare questa petizione?

L’antispecismo è una delle ragioni per cui volere una mensa più vegetale, ma senz’altro non è l’unica. Oltre a ridurre la sofferenza degli animali non umani, un’alimentazione vegetale contribuisce a risolvere anche altri problemi, come per esempio quello del cambiamento climatico. 

Al manifesto ideologico, in cui sono esposte le richieste e le motivazioni ideologiche e filosofiche della richiesta, abbiamo anche allegato un manifesto scientifico in cui raccogliamo molti dati su come un’alimentazione onnivora è dannosa per il pianeta. Gli allevamenti da cui deriva la carne e i derivati animali sono fortemente impattanti, quindi eliminare o perlomeno ridurre fortemente la presenza di alimenti animali dalla nostra dieta contribuirebbe in maniera molto importante a rallentare il riscaldamento globale.

Si tratta anche di una questione d’inclusività. Credo che chiunque nell’epoca attuale creda nel bisogno di accettare la diversità delle persone, seppur magari non condividendone le scelte di vita. E avere una maggiore offerta vegetale sarebbe senz’altro più inclusivo: cambia poco o nulla per chi non ha bisogno di tale offerta, ma cambierebbe molto per chi invece ne ha bisogno.

Quali saranno i vostri prossimi passi? Cosa farete per facilitare effettivamente questo cambiamento?

Per il momento cercheremo di raccogliere più firme possibile. Ci teniamo anche a coinvolgere – oltre che studenti e studentesse – professori, professoresse e altre persone che lavorano nell’università, anche se ovviamente il corpo studentesco è quello più numeroso.

Poi probabilmente questo autunno faremo un evento più istituzionale, invitando una serie di personalità che supportano la nostra richiesta, dove faremo ufficialmente le nostre richieste al Rettore.

Ci sono delle ultime cose che vorresti dire?

Se non avete ancora firmato, firmate! Che siate vegani o meno non importa, perché questa petizione è importante per tanti motivi diversi. 

E condividetela il più possibile, con tutti quelli che conoscete. Dobbiamo cercare di essere il più numerosi possibile per fare massa critica.

Se volete potete anche leggere i nostri manifesti e seguirci sui social, dove metteremo tanti aggiornamenti riguardo questa raccolta firme e anche informazioni sui nostri prossimi eventi.

Luca Stocco
Studente di Politics, Philosophy and Public Affairs, batterista, e propugnatore dell'uso di ragione ed evidenze scientifiche per rendere il mondo un posto migliore. Ho fondato Effective Altruism UniMi per aiutare studentesse e studenti che, come me, vogliono fare la differenza attraverso la propria carriera lavorativa.

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