Del: 17 Giugno 2023 Di: Luca Pacchiarini Commenti: 0

Spiare, osservare, guardare da uno spioncino, da guardone, da voyeur, una realtà, una situazione, una comunità, un corpo con propositi erotici, di ricerca, di conoscenza, di bramosa curiosità, sapendo che non si può esser visti. Una capacità intima che il cinema ha e che non può non avere: mostrare qualcosa ad uno spettatore che osserva, che entra nelle vite di personaggi che non sanno di esser scrutati e giudicati, un piacere peccaminoso simile all’adolescente che scopre la sessualità con timore e smania, scegliendo quanto vedere di nascosto e quanto palesarsi.  

Il cinema si immerge in questo stato, permettendo d’espanderlo ad ogni desiderio: con il tornare indietro nel tempo di pellicole come Il Delitto Matteotti, diretto da Vancini, in cui con filologica fedeltà si vede un’Italia che sta per affondare nel baratro fascista; oppure con fredde distopie alternative in cui l’umanità esplode prorompendo in maniera sublime (Agente Lemmy Caution: Missione Alphaville di Godard); con la fusione di reale e impossibile che scatena una risata no sense ma colta in mondi con e senza logica (Monty Python e il Sacro Graal); colpire l’occhio con ritmi sincopati e perversioni alienanti come in Tetsuo: the Iron Man di Tsukamoto; con visite di mondi grotteschi e fatati come nell’Alice di Svankmayer; con l’esplorazioni di tabù che scandalizzano come una passione erotica scabrosa e osteggiata da forze plurime ne Il Portiere di Notte di Liliana Cavani, o costringendo lo spettatore a guardare, facendogli pesare il suo ruolo di pubblico inerme che non può agire di fronte alla violenza in Funny Games di Haneke.  

L’osservazione qui è fenomeno passivo che permette l’impossibile, ma l’essere spettatore ha componenti attive che vanno oltre lo scegliere cosa guardare e cosa no, oltre ciò di cui si ha voglia.

Un ragionamento etico prima che estetico, da fare se si vuole essere spettatori vivi, colti, non solo con i film di grande impegno ma anche con l’intrattenimento che vuole essere spensierato e che vuole far spegnere il cervello; si può pretendere di farlo in maniera rispettosa o meno, assumendo tutto in maniera inerme, oppure si può voler spegnere il cervello e lasciarsi andare totalmente all’intrattenimento senza venir trattati da stupidi. Tutto, quindi, permette di essere voyeur che non vengono visti ma che possono pretendere, spettatori, che non vuol dire individui non pensanti. Forse contraddizioni ma che non si annullano tra di loro, forse questioni un po’ banali, scontate, ma che magari per questo si tende a dimenticare; lo si rimembra citando opere dalle forze non banali. 

Ogni film citato è stato analizzato in Da Rivedere Per La Prima Volta, rubrica di riscoperta di film di nicchia che esce il 28 di ogni mese.

Luca Pacchiarini
Sono appassionato di cinema e videogiochi, sempre di più anche di teatro e letteratura. Mi piace scoprire musica nuova e in particolare adoro il post rock, ma esploro tanti generi. Cerco sempre di trovare il lato interessante in ogni cosa e bevo succo all’ace.

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