Al giorno d’oggi si conta che oltre 50 milioni di persone vivano in condizioni di schiavitù. Di queste, circa un quarto sono minori: in tutto il mondo si stima, infatti, che dai 10 ai 15 milioni di bambine e bambini sono costretti ai lavori forzati, vittime di traffici sessuali, intrappolati in matrimoni combinati. Si tratta di un mercato così esteso e proficuo, da costituire la seconda fonte di guadagno più redditizia della criminalità organizzata, dopo le droghe.
Sound of Freedom parla proprio di questo. Il regista di origini messicane Alejandro Monteverde, scrive e dirige una pellicola incentrata sulla storia personale di Tim Ballard (Jim Caviezel), ex agente del governo federale americano che decide di abbandonare il proprio paese e la propria famiglia per diventare una sorta di “vigilante” in difesa di tutti quei bambini e bambine che in Colombia si ritrovano malauguratamente coinvolti negli svariati giri di traffico di esseri umani.
Si tratta di una narrazione ispirata dalle vicende agli albori di quello che è stato il progetto che Ballard fonderà nel 2013, ovvero la Operation Underground Railroad, un’organizzazione no-profit che si occupa di individuare e smantellare reti di sfruttatori e pedofili e di fornire assistenza ai giovani salvati dalle tratte.
Finito di girare in sordina nel 2018 per la 20th Century Fox, il film tarda ad uscire, ma viene poi finalmente distribuito nelle sale cinematografiche statunitensi a partire dal 4 luglio 2023 dagli Angel Studios, piattaforma di streaming cristiana. In Italia uscirà, invece, questo autunno, distribuito da Dominus Production.
Negli Stati Uniti Sound of Freedom è stato particolarmente apprezzato in particolare dai repubblicani, dagli appassionati di storie che sono sempre in qualche modo riconducibili al white saviour complex o hanno anche solo un messaggio dichiaratamente impostato sui valori cristiani. “I figli di Dio non sono in vendita” è, infatti, il mantra di Tim Ballard nel film. Le controversie non hanno, ovviamente, tardato a macchiare l’intonsa reputazione della pellicola. C’è stato chi ha visto nella trama una vicinanza alle teorie cospiratorie simili al gruppo politico di estrema destra QAnon, dalle cui cospirazioni lo stesso Ballard non ha mai veramente preso ufficialmente le distanze. Chi non ha perso tempo a cercare di smascherare, in primis attraverso i social, i supposti tentativi di boicottare la distribuzione del film nelle sale cinematografiche attraverso le più diverse forme di ostruzionismo.
La stessa Operation Underground Railroad, è stata negli anni più volte criticata, anche da altri attivisti che si battono contro il traffico sessuale di minori, come Anna Gallagher che ha definito l’approccio dell’organizzazione “arrogante, non etico e illegale”.
Poi, sempre a luglio 2023, l’improvvisa notizia dell’uscita di Tim Ballard dall’associazione, a causa del coinvolgimento in un’inchiesta che lo vedeva accusato di molestie sessuali ai danni di sette donne diverse e l’arresto di Fabian Marta, uno dei finanziatori del film per rapimento di minore.
Il film che “Hollywood vorrebbe tu non guardassi”, ma che alla fine ha incassato oltre 50 milioni di dollari, che tratta di tematiche “importantissime e di cui si dovrebbe parlare più spesso”, incentrando però tutta la vicenda sulle prodezze di questa sorta di novello missionario ovviamente bianco, americano, atletico, cristiano, dalla moralità superiore. Una pellicola piuttosto controversa, che ci ricorda come alla fine tutto sia politica, anche quello che vorremmo tutti non lo fosse.