
Il World Mental Health Day — che si celebra il 10 ottobre — quest’anno è dedicato al tema della Salute Mentale come diritto universale e coincide con il 75° anniversario della fondazione della World Federation for Mental Health (WFMH) nel 1948.
Proprio in occasione di questa ricorrenza, l’11 ottobre scorso presso l’Aula Magna dell’Università Statale di Milano si è tenuto il Convegno Eclissi del desiderio? Il disagio della giovinezza, a cura della Onlus Jonas Italia.
Il Convegno è stato presieduto dalla dott.ssa Francesca Tosarini, psicologa e psicoterapeuta e da Massimo Recalcati, psicoanalista e saggista, nonché fondatore di Jonas Italia. Presenti anche la giornalista Sabrina Scampini, in rappresentanza dell’associazione Telemaco Milano, e l’Assessore al Welfare e Salute del Comune di Milano, Lamberto Bertolè.
Ad aprire l’incontro è il Rettore Elio Franzini, il quale sottolinea il valore del desiderio: proprio la sua mancanza determinerebbe il fenomeno della depressione, che coinvolge ancora troppi giovani.
Entrando nel vivo dell’incontro, si affronta il tema della debolezza. Ma la debolezza cos’è? La debolezza fa parte dell’unicità che ci contraddistingue, spiega la giornalista Scampini. «Abbiamo un problema mentale, allora veniamo etichettati come “deboli”. Ma cosa è “normale”?».
Nel corso dell’anno accademico è stato somministrato un questionario psicologico a tutti gli studenti dal titolo Star bene in università, attraverso un’autovalutazione su alcuni punti: soddisfazione della vita, ansia da prestazione per lo studio, l’essere parte di un gruppo.
I risultati del questionario sono chiari.
È presente una flessione, piccola ma precisa, sulla soddisfazione della vita. Accanto a questa si nota una «tristezza», termine usato dalla dott.ssa Tosarini, che indica un mancanza di interesse o di piacere per quello che si fa. Altro elemento è l’ansia, che spesso precede un esame, un progetto di gruppo o la discussione della tesi di laurea.
Ultimo elemento di analisi è il gruppo. Una percentuale di studenti e studentesse non riesce a legare con il gruppo con il quale interagisce periodicamente, e i legami sono quelli che costituiscono una comunità. Questi dati riguardano una parte degli studenti che si sono volontariamente sottoposti al questionario e di certo non rimangono circoscritti al nostro ateneo.
Recalcati si sofferma sulle ombre che rappresentano il disagio della giovinezza, facendo riferimento ad alcune patologie come disturbi del comportamento alimentare, fenomeni di bullismo, abuso di droghe, per i quali a suo parere esisterebbe un comune denominatore che egli definisce, appunto, “eclissi del desiderio”. Quello che emerge dalla spiegazione di Recalcati è la visione universale della felicità come non univoca, nel senso che non esiste un criterio universale di felicità.
Il desiderio rende viva la vita, orientata, spiega Recalcati.
Vi è un collegamento con l’espressione freudiana «Wunch» che sta per vocazione, il cui venir meno darebbe luogo al disagio della giovinezza.
«Siamo in un tempo in cui ogni anomalia viene psichiatrizzata e l’etichettamento diagnostico favorisce il diagnosticamento della malattia. Tutti noi siamo anomali, storti, e la singolarità non coincide con la sua malattia. E se pensiamo di percepire il sintomo come il funzionamento della macchina e la sua cura come una riduzione di esso, per far funzionare la macchina, non c’è niente di più sbagliato»conclude Recalcati.
È importante sensibilizzare i giovani e la società tutta sulla tematica della Salute Mentale: perché condividere le emozioni, aprirsi al dialogo, è giusto e fondamentale. Bisogna trovare il coraggio e non lasciarsi intimorire dalla mancanza di fiducia negli altri o dal pensiero che “tanto prima o poi passa”.
La salute mentale è un bene prezioso ed è necessario prendersene cura, al pari della salute fisica. Parlare è il primo passo verso un futuro migliore, la salute.