Del: 8 Novembre 2023 Di: Matilde Elisa Sala Commenti: 0
Vincent Van Gogh. Pittore colto, in mostra al Mudec

Dal 21 settembre 2023 fino al 28 gennaio 2024, al Mudec, il Museo delle Culture di Milano, è in mostra Vincent Van Gogh. Pittore colto, in collaborazione con il Museo Kröller-Müller di Otterlo, nei Paesi Bassi.

La mostra, organizzata in diverse sale, segue un preciso percorso cronologico e tematico che consente ai visitatori di ripercorrere diverse fasi della vita sia personale che artistica di Van Gogh, mettendo in discussione tutti gli stereotipi che aleggiano attorno alla sua figura.

Il percorso espositivo ci accompagna nel mondo di Van Gogh, immenso rispetto a ciò che si potrebbe immaginare, pregno di cultura, di interessi, estremamente vasto e variegato. 

Muovendo i primi passi, ci si addentra nel cosiddetto periodo olandese, che l’autore trascorre tra le brume del Nord Europa. È proprio in questi anni che Van Gogh decide di dedicarsi interamente alla pittura, dipingendo però soggetti che, ai più, potrebbero sembrare quasi insoliti per un artista come lui.

È di questo periodo il disegno a tecnica mista Le portatrici del fardello (1881), che rappresenta delle donne che trasportano sacchi di carbone in un paesaggio desolato, simbolo della fatica e della sofferenza dei poveri della società, riferimento esplicito a dei passi della Bibbia e ai temi sociali, di cui Van Gogh era un grandissimo conoscitore. 

Vincent van Gogh, Le portatrici del fardello, 1881
Matita, penna con inchiostro (probabilmente scolorito) e acquerello opaco su carta vergata originariamente azzurra
Kröller-Müller Museum, Otterlo

Vincent era un uomo di grandissima cultura, fortemente interessato ai libri, per i quali nutriva una grande passione: aveva letto, infatti, grandi autori come Dickens, Hugo, Stowe, Shakespeare e Zola, nei quali aveva trovato molte delle tematiche a lui più care, come la povertà, l’umiltà, la terra, il lavoro, le ingiustizie sociali e l’indagine dell’animo umano. Evidente è l’influenza di Jean-François Millet per questa sua prima fase di lavoro.

Sono sempre di questo periodo i quadri di paesaggi dipinti con toni molto scuri, quasi terrosi, completamente dissonanti rispetto ai dipinti che seguiranno questa prima fase, ovvero quelli appartenenti al periodo parigino. A Parigi, infatti, Van Gogh entra in contatto con gli impressionisti e i neoimpressionisti del tempo e la sua scelta cromatica si apre a tonalità molto più accese e luminose, tipiche dei dipinti che la maggior parte delle persone, tutt’ora, conosce. 

In omaggio ai romanzi parigini, come Bel-Ami di Guy de Maupassant, i libri diventano spesso i soggetti principali dei quadri di Van Gogh, altro simbolo di quanto la lettura sia stata centrale nella vita dell’artista. 

Vincent van Gogh, Autoritratto 1887 Olio su cartone Kröller-Müller Museum, Otterlo
Vincent van Gogh, Natura morta con statuetta in gesso e libri 1887 Olio su tela Kröller-Müller Museum, Otterlo

Nello stesso periodo, nei circoli di cultura parigini si stava diffondendo il fenomeno del Giapponismo. Proprio la frequentazione di questi ambienti fa nascere in Van Gogh un grandissimo interesse per la cultura e l’arte giapponese, della quale si vedranno, in maniera sempre più evidente, riferimenti frequenti anche nelle sue opere.

Il Giapponismo torna nei dipinti successivi, quelli creati nel corso del suo soggiorno ad Arles, alla celebre “Casa Gialla”, che Van Gogh avrebbe voluto diventasse una casa per gli artisti.

Proprio ad Arles, il suo modo di dipingere cambia ancora una volta e la sua pittura si sposta verso un ulteriore slancio di vitalità cromatica.

Risalgono a questo periodo paesaggi molto luminosi e accesi e ritratti, come quello di Joseph-Michel Ginoux (1888), ispirati, ancora una volta, alle stampe giapponesi. 

Vincent Van Gogh, Ritratto di Joseph-Michel Ginoux 1888, Olio su tela Kröller-Müller Museum, Otterlo

E l’influenza del Giapponismo non termina qui: persino nel corso della sua permanenza all’Ospedale di Saint-Rémy, Van Gogh continuerà a dipingere, con continui riferimenti agli stilemi orientali, scene notturne e rappresentazioni della natura circostante l’ospedale, come in Pini al tramonto (1889) o in Uliveto con due raccoglitori di olive (1889)

È nell’ultima fase della sua vita che Van Gogh torna alle letture passate, come Shakespeare, che sarà per lui fondamentale in questo periodo. 

Vincent van Gogh, Uliveto con due raccoglitori di olive, 1889
Olio su tela
Kröller-Müller Museum, Otterlo
 

Uscendo dalla mostra, ci si rende conto di quanto riduttive siano le nozioni che sono sempre circolate attorno alla figura di Vincent Van Gogh. Gli sono sempre stati attribuiti aggettivi come pazzo, folle, solitario, quando in realtà era tutto il contrario. Si è visto come Van Gogh prestasse grande attenzione al mondo e alla società a lui contemporanei, quanto fosse sensibile a queste tematiche e quanto volesse essere utile alla gente, facendo delle persone più umili il soggetto di molti suoi quadri e della cultura il motore della sua creatività. 

Van Gogh era un pittore fortemente colto: è così che la mostra cerca di mostrarcelo ed è così che dovremmo sempre ricordarlo.

In copertina: Vincent Van Gogh, Pini al tramonto, 1889. Olio su tela, Kröller-Müller Museum, Otterlo. Fotografia di Carlotta Coppo

Matilde Elisa Sala
Studio Lettere, mentre aspetto ancora la mia lettera per Hogwarts. Amo i gatti, il Natale e la neve, viaggiare, specialmente se la destinazione è New York, leggere e immergermi ogni volta in una storia diversa. Scrivo, perché credo che le parole siano lo strumento più potente che abbiamo.

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