Il 15 di ogni mese, 5 album per tutti i gusti: Giradischi è la rubrica dove vi consigliamo i dischi usciti nell’ultimo mese che ci sono piaciuti.
Faith and the Vessel; Kinoteki – recensione di Luca Pacchiarini
Atmospheric drum n bass, UK dubstep e qualcosina di footwork jungle, tutto in un clima oscuro e cittadino, si potrebbe dire anime. Così si può riassumere il nuovo album del giovanissimo producer newyorkese Kinoteki, classe 2003, che nel 2024, pubblica un’opera altalenante, ma interessante di certo. La prima metà dell’album è forse ancora acerba, dispersiva, ma trova soluzioni interessanti. Si può avere prova di ciò nel brano The Line, in cui due voci, una femminile e una maschile opposte, si mischiano con una strumentale armonica ma continuamente rotta.
Sicuramente la seconda metà dell’album risale moltissimo, Bystander (everyone’s dead) unisce una voce bianca a un’iniziale cassa dritta che poi esplode in un drum-n-bass molto interessante. Forse la conclusione dell’album è il pezzo migliore: Faith’s Theme (stay still) combina e alterna armonie sognanti con bassi oscuri, che si sviluppano fino a suoni acuti. Un lavoro, quello di Faith and the Vessel, che incuriosisce ma forse non si distanzia troppo dai simili del genere, come Metaroom o soprattutto Sewerslvt, da cui sembra ci sia un’ispirazione molto forte. Ciononostante, è una produzione che ha una sua autonomia e molte idee ben riuscite.
Owl Song; Ambrose Akinmusire – recensione di Luca Pacchiarini
Trombettista jazz statunitense, il suo suonare ricorda quello del kool jazz, con suoni limpidi e una tecnica chiara. Si sente e si percepisce molto l’ispirazione da Clifford Brown e dal Miles Davis di Birth of the Cool e di Porgy and Bess. La tromba è uno strumento oscuro, che rilassa e ambienta. Lo fa ben capire il pezzo Flux Fuelings: tutto è sussurrato, dalla batteria, alla tromba, alla chitarra. È un piacere che un jazz così sia ancora presente e ascoltato oggi, decisamente lontano dallo scoppio d’energia che Kamasi Washington ha provocato. Pezzi come Mr. Riley sono incroci azzeccatissimi tra virtuosismo e calma, tra energia e quiete.
Entrato da tempo nella prestigiosa Blue Note Records, Akinmusire si conferma una promessa del jazz contemporaneo, sebbene con questo bell’album rimanga una promessa. Elegante fin dalla prima nota, Owl Song allieta ma non annoia di certo, sebbene forse non sorprenda mai del tutto. Un’opera di alto livello di un grande musicista, che si ispira ai classici facendo il suo, in un jazz dal gusto modale e notturno.
AM/FM USA; Phil Geraldi – recensione di Gabriele Benizio Scotti
Già dal titolo dell’album si può evincere quale sia l’inusuale commistione che ci propone Phil Geraldi. Il disco è un’unione tra Americana (genere che mischia elementi di folk americano ad alt country) e registrazioni radio, il tutto distribuito in due lunghe tracce lunghe quasi 20 minuti. I dischi composti da registrazioni radio non sono una novità: basti pensare al The Conet Project o ai progetti realizzati già dagli anni ‘50 e ‘60. Qui, però, il tutto è accompagnato a una musica piacevole da ascoltare e che si amalgama molto bene col resto. Seppur non una novità assoluta, il progetto appartiene a un genere molto raro, quindi è bene segnalarlo. Certo, album di questo tipo non sono una passeggiata da ascoltare, ma mostrano come per fare musica si possano utilizzare i mezzi più disparati e le trovate più bizzarre.
Archaic; Orkun A – recensione di Gabriele Benizio Scotti
Orkun A è un artista turco su cui è difficile trovare informazioni in giro per il web. L’unico modo per risalire al fatto che è nato e vive in Turchia è il database Rate Your Music, in cui quest’informazione compare nella pagina principale dell’autore. Notizie sullo sfuggente artista a parte, l’importante è parlare della sua musica: un mix molto delicato di musica ambientale e minimalismo. Droni e suoni ambientali si alternano a soavi note di pianoforte, in un progetto etereo e a tratti fortemente malinconico, con momenti che ricordano i migliori progetti di giganti dell’ambient come gli Stars of the Lid. Un progetto molto interessante, che apre in maniera degna questo nuovo anno di musica. Oltre a questo disco, Orkun A ne ha rilasciati altri 3 sempre su questa scia, e ha un progetto parallelo chiamato Orix in cui realizza musica ambient con contaminazioni IDM.
Weather cam; TIBSLC – recensione di Gabriele Benizio Scotti
Artista tedesco di musica elettronica, TIBSLC (The International Billionaire’s Secret Love Child), ha già rilasciato alcuni progetti molto interessanti che spaziano dal glitch all’ambient. Adesso ci propone un album con sonorità glitch e dalle atmosfere dolceamare, in cui, tra i suoni atonali, spiccano giri di chitarra che riportano le atmosfere in una dimensione più “umana”. Il contrasto risulta davvero piacevole da ascoltare. Si tratta di un progetto sicuramente non per tutti, ma se vi piace la musica che sperimenta senza rinunciare all’aspetto melodico questo disco potrà sicuramente soddisfarvi.