Del: 15 Marzo 2024 Di: Gabriele Benizio Scotti Commenti: 0
Giradischi, gli album consigliati di marzo

Il 15 di ogni mese, selezioniamo album per tutti i gusti: Giradischi è la rubrica dove vi consigliamo i dischi usciti nell’ultimo mese che ci sono piaciuti.


Where have we been, where we go from here — Friko

I Friko riportano sulla scena un modo di fare indie rock estramemente anni ’90. Dentro di loro possiamo sentire tutto il fascino di quelle formazioni noise pop che alternavano una fortissima sensibilità melodica tipica delle band alternative di quel periodo, a distorsioni di ogni tipo. Di questo modo di fare musica, i maestri assoluti sono senza alcun tipo di dubbio i Dinosaur Jr; la proposta dei Friko non è così estrema ma si avvicina molto come idea generale. 

I Friko però sono più melancolici e abbiamo molti momenti di calma dove si “respira”, come si suole dire. I Friko proprongono un qualcosa che forse è un po’ figlio del suo tempo nel complesso ma proprio per questo mantiene intatto un certo fascino, sicuramente uno dei progetti indie rock più interessante degli ultimi anni.

The great bailout — Moor mother

Moor Mother è una poeta e una musicista. È un’artista molto eclettica che ci ha regalato una serie di lavori molto eterogenei ma sempre accomunati da quel gusto per la sperimentazione e da una spiccata sensibilità poetica che ha un legame indissolubile con temi politici e sociali: difatti Moor Mothers è anche un’attivista. 

A questo giro ci propone un album di musica elettroacustica e in cui il sottofondo serve come tappeto per i suoi componimenti poetici che anche qui toccano temi cosiddetti “conscious” e temi storici. Se siete persone per cui la musica si deve legare necessariamente a un testo scritto Moor Mothers sicuramente può fare per voi, il lato musicale per quanto curato non dice molto di nuovo ma si configura come un buon tappeto per le elucubrazioni dell’artista. 

Y’Y — Amaro Freitas

L’artista brasiliano torna con un disco molto interessante. Amaro Preitas è un pianista Jazz e in questo ultimo disco, che a livello compositiva di presenta audace esattamente come il precedente, dà sfogo a tutta la sua capacità creativa

Y’Y, che viaggia tra jazz e minimalismo, è ovviamente dominato dal piano e le composizioni sembrano rimandare a un immaginario naturalistico e folkloristico, con una punta di malinconia che emerge in certe sezioni. Con una durata anche piuttosto modesta, solo 43 minuti, Amaro Freitas porta uno scorcio molto interessante sul Jazz contemporaneo

Sicuramente meritevole di un ascolto, questo nuovo disco di Amaro Freitas mostra come il Brasile da sempre sia una realtà che riesce a sfornare artisti capaci e con uno stile peculiare.

Gabriele Benizio Scotti
Studente di filosofia, appassionato di musica, cinema, videogiochi e letteratura. Mi piace scrivere di queste tematiche e approfondirle il più possibile.

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