Del: 21 Marzo 2024 Di: Emma Pierri Commenti: 0
Radici. Tolkien e l'estrema destra

Radici racconta fatti, personaggi e umori della storia della Prima Repubblica italiana, dal 1946 al 1994. A questo link è possibile trovare gli articoli precedenti della rubrica.


J. R. R. Tolkien è uno degli autori più rinomati del ’900, considerato il padre del fantasy: il mondo fantastico da lui immaginato, la Terra di Mezzo, è stato ed è tuttora rifugio per milioni di appassionati al suo lavoro. 

Il Signore degli Anelli, la sua opera più celebre, è ancora oggi un punto di riferimento per gli autori del genere fantasy e, in generale, il suo lavoro continua ad essere di ispirazione per le nuove generazioni, non solo sotto il punto di vista letterario. In Italia, fin dagli anni ’70, i romanzi di J. R. R. Tolkien e i loro protagonisti sono stati infatti adottati dai partiti di destra; la stessa Presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha spesso rimarcato il suo apprezzamento per le opere tolkeniane. 

Addirittura, nel 1976, il Movimento Sociale Italiano fondò la rivista «Eowyn», dal nome del personaggio del romanzo che per amore, e per sacrificio, sceglie di andare in guerra a combattere.

Il successo di Tolkien tra i partiti di destra italiana non è una casualità: tuttavia, è un fenomeno principalmente italiano. 

All’estero, come negli Stati Uniti e in Gran Bretagna, Il Signore degli Anelli fu adottato dalla cultura hippie, che aspirava a un ritorno alla natura; dagli “hippies”, il romanzo era considerato quasi un «testo sacro». L’appropriazione da parte della destra italiana, comunque, venne ripetutamente contestata da vari gruppi antifascisti, tra cui il collettivo Wu Ming.

Gli anni del dopoguerra furono un momento decisamente burrascoso per la destra italiana, e fu questo periodo a scatenare la sua passione per Tolkien. Nella prima traduzione de Il Signore degli Anelli, era compresa una prefazione di Elémire Zolla focalizzata su un’interpretazione della storia che contrappone modernità, caratterizzata da un rifiuto dei valori cristiani, e tradizione, raccontata da Tolkien nella sua epica moderna, ispirata alla mitologia norrena. Fu così che l’estrema destra e soprattutto i gruppi giovanili extraparlamentari vicini al pensiero di Julius Evola, a propria volta fautore di un recupero della Tradizione intesa in chiave mitologica e pagana, si avvicinarono alla Terra di Mezzo. 

L’estrema destra italiana era stata marginalizzata dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale e la sconfitta del fascismo di Salò: 

l’eredità di quest’ultimo era stata raccolta dal Movimento Sociale Italiano (MSI), fondato da Pino Romualdi, Giorgio Almirante ed altri ex fascisti nel dicembre 1946. Più tardi, nel 1956, dal MSI si scisse il gruppo giovanile di Ordine Nuovo, in polemica con il MSI e legato alla filosofia di Julius Evola e al pensiero neonazista. Il Movimento Sociale respinse allora le manifestazioni di dissenso dei propri giovani e alla fine degli anni ’60 si schierò contro le proteste studentesche, trasversali agli schieramenti partitici, che in quegli anni imperversavano nelle scuole e nelle università; in più occasioni i giovani militanti di estrema destra e di sinistra cooperarono durante proteste studentesche. L’ultima di queste fu l’occupazione della facoltà di architettura, con sede a Valle Giulia, dell’università La Sapienza di Roma l’1 marzo 1968. 

Per i giovani militanti serviva un cambiamento: fu negli anni ‘70 che Marco Tarchi fondò il movimento della Nuova Destra, ispirato anche dal mondo privo di partiti di Tolkien, che sembrò soddisfare a pieno le loro necessità. 

Tuttavia, l’interpretazione dell’opera di Tolkien adattata ai valori della destra, non rispecchiò le intenzioni dell’autore: Tolkien, infatti, più volte espresse la propria ostilità nei confronti del fascismo. L’autore inglese fu un appassionato di folklore nordico, dal quale prese spunto per l’ideazione delle creature che si incontrano nei suoi lavori; volle inoltre realizzare un mondo in cui potesse svolgersi il finale scontro tra Bene e Male, aspetto quest’ultimo che contribuì ad attirare lettori appartenenti all’estrema destra. Tuttavia, l’inserimento di diverse “razze” è usato nei testi tolkieniani come simbolo di unione, e non di divisione: tutte le creature si uniscono per combattere una causa comune. Si può notare, perciò, una certa distanza dal concetto di razza nel pensiero fascista.

Nonostante ciò, i giovani appartenenti all’estrema destra extraparlamentare, specialmente durante gli Anni di Piombo, avevano bisogno di aggrapparsi a qualcosa che li ispirasse e alimentasse la fede nella loro causa; così, trovarono rifugio nella letteratura dell’autore. In Italia non trovarono ostacoli nell’appropriazione dei romanzi Tolkieniani: la sinistra li considerò superficiali anche perché, in quanto tradizionalista cattolico, Tolkien stesso non era affine alla loro ideologia. Il suo conservatorismo, però, non fermò l’avversione dell’autore inglese nei confronti di Hitler. 

I Campi Hobbit presero piede proprio durante questa riscoperta della saga da parte della destra italiana. 

Il primo ebbe luogo a Montesarchio, in provincia di Benevento, l’11 e 12 giugno 1977. Al primo Campo Hobbit parteciparono circa 1500 persone. In tale occasione, il Fronte della Gioventù, organizzazione giovanile del Movimento Sociale Italiano, preparò un ritiro per giovani di destra all’insegna di musica, radio e dibattiti. Addirittura, il Fronte della Gioventù denominò la propria festa annuale “Il raduno della Contea”. 

Il Movimento Sociale Italiano cercò di dare un taglio all’esperienza dei Campi Hobbit rendendo il secondo ritrovo del 1978 un banalissimo comizio politico; il terzo raduno del 1980, però, recuperò lo spirito originale dei Campi Hobbit e venne messo in piedi da un’organizzazione autonoma. 

Successivamente, negli anni ’80 e ’90, vennero organizzati altri Campi Hobbit, i quali persero però progressivamente lo spirito politico e presero più la piega di un’occasione per consolidare il rapporto dei militanti; l’ultimo si tenne a Santa Severa nel 1991. Questi raduni furono utili anche per distanziarsi dalla violenza che caratterizzava gli Anni di Piombo; erano una festa che contrastava la tensione di quel periodo. 

La stessa Giorgia Meloni, a 21 anni, faceva già parte di Fronte della Gioventù, e partecipava ai Campi Hobbit. 

La premier non ha mai nascosto la sua ammirazione per il romanzo fantasy di Tolkien, e si è spesso paragonata a un hobbit tra i protagonisti del romanzo, Samwise Gamgee. Nella sua autobiografia, inoltre, ha raccontato di essersi travestita da Hobbit, e ha citato una battuta del libro pronunciata proprio dal braccio destro di Frodo: «Sono le mani piccole a cambiare il mondo». 

«Le radici profonde non gelano», scriveva Tolkien nel suo capolavoro. Questa citazione è tuttora il motto di molti gruppi di destra italiani. La loro tendenza ad abbracciare il fantasy continua tutt’ora: la maggiore organizzazione giovanile di Fratelli d’Italia si chiama proprio Atreju, l’eroe protagonista della Storia Infinita; oggi, la storia si ripete, e come 50 anni fa, i giovani militanti di destra continuano ad essere ispirati da mondi utopici e fantastici, e si ritrovano a combattere le stesse battaglie contro «il Nulla che avanza», come scriveva Michael Ende nel suo romanzo.

Articolo di Emma Pierri.

Commenta