Del: 19 Aprile 2024 Di: Luca Gualazzi Commenti: 0
Insolite Ignote. La rivoluzionaria Louise Michel

Louise Michel è stata una insegnante e rivoluzionaria francese di grande importanza per il suo ruolo durante la Comune di Parigi e per il suo impegno a favore dell’emancipazione femminile. 

Louise Michel nacque nel 1830 a Vroncourt-la-Côte, un piccolo villaggio dell’Alta Marna nell’est della Francia. Suo padre era sconosciuto, ma è probabile che fosse Etienne Demahis, sindaco di Vroncourt, o il figlio di quest’ultimo, Laurent. La madre di Louise, Marianne Michel (da cui prese il cognome), era la serva della famiglia Demahis. 

L’influenza della famiglia Demahis, in particolare di Etienne, fu cruciale per la crescita di Louise. Grazie a loro, crebbe in un ambiente colto e illuminista, che le permise di avvicinarsi alla letteratura e all’istruzione. Nonostante le restrizioni dell’epoca, Louise riuscì a diplomarsi come maestra e a ottenere l’abilitazione all’insegnamento nel 1852. Tuttavia, non le fu permesso di iscriversi all’università, poiché l’accesso alle donne era ancora vietato. Infatti, solo nel 1868 fu consentito ad una prima studentessa, Mary Putnam, di iscriversi regolarmente in una università in Francia.

Per insegnare nelle scuole, Louise Michel avrebbe dovuto giurare fedeltà all’Imperatore Napoleone III, cosa che, in quanto già rivoluzionaria, rifiutò categoricamente. 

Così, a soli 22 anni, decise di aprire una scuola privata, da lei stessa definita «libera» dall’autorità imperiale e dalle sue restrizioni. Nei successivi tre anni, aprì altre due scuole nell’Alta Marna prima di trasferirsi a Parigi nel 1856.

Nella capitale francese, oltre a continuare la sua intensa attività nel campo dell’istruzione, Louise iniziò ad avvicinarsi al mondo della letteratura e della politica. Importanti furono i contatti con autori e poeti repubblicani e liberali, tra cui anche Victor Hugo, con il quale intrattenne una lunga corrispondenza e uno scambio di poesie.

Il suo interesse per la politica, già evidente in giovane età, divenne sempre più forte, portandola a frequentare ambienti rivoluzionari parigini. Louise aderì al movimento blanquista, ispirato da Louis Auguste Blanqui, che mirava a realizzare una rivoluzione socialista.

Il suo impegno a favore delle donne era altrettanto forte. 

Nel 1869, entrò nella Ligue du Droit des femmes, sostenendo in un manifesto l’accesso delle donne all’istruzione secondaria, il diritto al lavoro e la parità di retribuzione. Nello stesso anno, divenne anche segretaria della Société démocratique de moralisation, un’organizzazione che mirava ad aiutare le donne a guadagnarsi da vivere con il lavoro, senza ricorrere alla prostituzione. 

Nel frattempo, nel luglio 1870, l’Impero francese dichiarò guerra alla Prussia di Guglielmo I e Bismarck. La pesante sconfitta nella battaglia di Sedan e la successiva cattura dell’Imperatore Napoleone III da parte dei prussiani portarono alla caduta dell’Impero e all’instaurazione, il 4 settembre 1870, della Terza Repubblica francese.

Parigi fu assediata per diversi mesi, dal settembre 1870 al gennaio 1871, quando venne firmato l’armistizio tra il governo francese e il neonato Impero tedesco. Durante questo periodo di assedio, Louise Michel continuò il suo ruolo di insegnante e aprì anche un asilo per i bambini provenienti dalle campagne circostanti Parigi. Oltre all’assistenza alla popolazione, continuò a partecipare attivamente agli incontri e alle manifestazioni rivoluzionarie, tanto da venir incarcerata per alcuni giorni nel dicembre 1870.

Nel gennaio 1871, si unì alla Guardia Nazionale, indossando la loro uniforme maschile, e cercò di convincere il governo a resistere alle pressioni tedesche e a non firmare l’armistizio.


Nonostante i suoi sforzi, la Francia firmò l’armistizio e ciò scatenò un’ondata rivoluzionaria in tutta la capitale, costringendo il governo a trasferirsi a Versailles. Poco dopo, il 28 marzo 1871, nacque la Comune di Parigi, una forma di autogoverno di matrice anarchica e socialista.

La Comune di Parigi proponeva uno Stato con misure sociali avanzate, ideali che Louise Michel ha sempre sostenuto. Tra questi, spiccavano l’istruzione gratuita, laica e obbligatoria, con la creazione di istituti tecnici anche per ragazze, la parità di retribuzione tra uomini e donne e il divieto della prostituzione. Questi erano molti degli ideali per cui Michel si era già impegnata prima dell’esperienza rivoluzionaria. Come insegnante, fu attivamente coinvolta nella riforma scolastica, presentando al governo comunardo un nuovo metodo educativo frutto della sua esperienza.

Il suo impegno durante l’esperienza della Comune non si limitò a queste idee di riforma. Infatti, partecipò ai combattimenti tra i comunardi e il governo di Versailles, facendo parte del 61° battaglione di Montmartre e aiutando i feriti nel ruolo di autista di ambulanza. Durante la Semaine sanglante, il periodo che va dal 21 al 28 maggio 1871, quando l’esercito del governo entrò a Parigi causando distruzioni, stragi e la fine della Comune, Michel venne arrestata.

Dopo la tragica conclusione della Comune, che vide l’esecuzione sommaria da parte dell’esercito di circa 30.000 insorti, iniziarono i processi contro Louise Michel e altri circa 50.000 prigionieri. 

Tra di loro c’era anche il suo caro amico Théophile Ferré, protagonista della Comune e condannato a morte, a cui Michel dedicò la poesia Les Œillets rouges

Il processo rese Louise Michel una figura celebre in tutta la Francia. Si presentò vestita di nero, rifiutò l’avvocato d’ufficio e si assunse la responsabilità di quanto accaduto. Ammise di aver avuto un ruolo politico, di aver combattuto in diverse battaglie e di aver partecipato agli incendi appiccati dai comunardi in tutta la città, che portarono alla distruzione di diversi palazzi storici, tra cui il palazzo delle Tuileries. Confessò anche di essere membro dell’Internazionale socialista. 

Chiese per sé la pena di morte, dichiarando: «Poiché mi sembra che ogni cuore che batte per la libertà abbia diritto solo a un po’ di piombo, esigo la mia parte! Se mi lasciate vivere, non smetterò mai di piangere vendetta…» (Louise Michel, Histoire de ma vie, 1904). Tuttavia, fu condannata alla deportazione a vita.

Victor Hugo, colpito dal suo coraggio, le dedicò la poesia Viro Major, esaltando il suo coraggio e l’eroismo. Questa poesia e numerosi articoli di stampa che elogiarono le sue virtù rivoluzionarie contribuirono a farne l’incarnazione e insieme una martire della Comune.

Nel 1873, insieme a migliaia di altri comunardi, fu deportata in Nuova Caledonia, una colonia francese nell’Oceania. 

Qui rimase per sette anni, senza mai perdere la sua determinazione. Fondò il giornale Petites Affiches de la Nouvelle-Calédonie, destinato ai comunardi deportati. La sua vicinanza agli indigeni Canachi, abitanti autoctoni melanesiani e polinesiani della Nuova Caledonia, fu fondamentale. 

Imparò la lingua canaca e tradusse molti dei loro miti in francese. Tentò di aprire una scuola con l’intenzione di educare gli indigeni affinché potessero opporsi alla colonizzazione, ma le autorità francesi lo impedirono. Nel 1878, sostenne la rivolta canaca e suggerì tattiche di sabotaggio contro i francesi.

Nel 1880, Louise Michel fu liberata. Il suo ritorno a Parigi fu trionfale, con circa 10.000 persone ad accoglierla, tra cui il leader socialista Georges Clemenceau. Nonostante l’entusiasmante accoglienza, fu costantemente sorvegliata dalla polizia e una parte della popolazione e della stampa la criticava per le sue idee anarchiche e femministe.

Negli anni successivi, Louise Michel partecipò a diversi comizi e manifestazioni politiche non solo in Francia, ma anche nei Paesi Bassi e in Inghilterra. Nel 1883, fu nuovamente arrestata per aver preso parte a una manifestazione operaia che culminò nel saccheggio di alcuni panifici. Condannata a sei anni di reclusione, trascorse il suo tempo in prigione imparando il russo e l’inglese, oltre a scrivere le sue memorie. Una volta liberata, continuò la sua lotta politica. 

Tuttavia, nel 1888, fu gravemente ferita da due colpi di pistola sparati da un avversario politico. 

Uno dei colpi la ferì all’orecchio, mentre l’altro si conficcò nel cranio. Nonostante le gravi ferite, Louise Michel riuscì a sopravvivere e decise di non denunciare l’aggressore.
Nel 1890, a causa delle continue tensioni con la polizia e le autorità francesi, decise di trasferirsi in Inghilterra, dove aprì una scuola per rifugiati politici e continuò a scrivere, sia opere politiche che poesie. Le sue conferenze e interventi pubblici in vari Paesi non cessarono mai. Partecipò a discussioni contro la pena di morte, la prostituzione e la religione.

Dopo una serie di conferenze in Algeria, durante il suo ritorno, Louise Michel morì a Marsiglia a causa di una polmonite il 9 gennaio 1905. Il suo funerale a Parigi fu seguito da una folla immensa.

Louise Michel è ancora oggi ricordata in Francia e nel mondo per il suo impegno incessante nel combattere contro le ingiustizie, difendendo gli oppressi e lavorando per un mondo migliore. Dopo il processo del 1871, divenne l’incarnazione della Comune di Parigi, perpetuandone il ricordo attraverso i suoi scritti e le sue innumerevoli conferenze.

Il suo ruolo nelle battaglie femministe è stato significativo, anche se lei non si definiva esplicitamente come tale. 

A differenza dei movimenti femministi contemporanei, non lottò per ottenere il diritto di voto, poiché, da anarchica, considerava questi diritti politici come mere illusioni. Secondo la sua visione, uomini e donne dovevano superare le differenze e unirsi in un movimento rivoluzionario unitario. 

Per superare le differenze, serviva inanzitutto il matrimonio libero, la parità di istruzione, l’uguaglianza delle condizioni di lavoro e l’eliminazione della prostituzione. Queste idee, sostenute e diffuse grazie anche al suo talento letterario, hanno caratterizzato il suo impegno per tutta la vita.

Infine, ma non meno importante, è il ruolo che Louise Michel ha avuto nel campo dell’istruzione. Ha insegnato con dedizione, a bambini e adulti, sia francesi che colonizzati, utilizzando metodi innovativi volti all’emancipazione.
«Il compito degli insegnanti, questi oscuri soldati della civiltà, è quello di dare al popolo i mezzi intellettuali per ribellarsi» (Louise Michel, Mémoires, 1886).

Bibliografia: 

Sylvie Boulvain, Louise Michel (1830-1905) Une vie d’engagements, 2019
Xavier de La Fournière, Louise Michel: matricule 2182, 1986

Luca Gualazzi
Studente dell’ultimo anno di Scienze Storiche. Oltre che a storia mi interesso anche a film, attualità e sport.

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