Del: 8 Maggio 2024 Di: Cristina Bianchi Commenti: 0
C'è anche domani. Il biopic su Ennio Doris

Giacomo Campiotti è tornato al cinema con C’è anche domani un biopic su Ennio Doris, fondatore di Banca Mediolanum scomparso nel 2021.

Il film ripercorre tutta la vita del banchiere gentile dall’infanzia a Tombolo nel padovano ai successi nel mondo bancario italiano e internazionale.

Si articola in tre archi temporali: un bambino dotato di straordinaria sensibilità, un professionista e un marito con un sogno nel cuore e il presidente di Banca Mediolanum che deve superare la crisi economica del 2008 per il fallimento di Lehman Brothers.

Cruciale, per la narrazione del film è la decisione dei soci di maggioranza di Mediolanum Ennio Doris e Silvio Berlusconi, con un comunicato stampa del 22 ottobre 2008, di rimborsare i più di diecimila azionisti di minoranza che avevano investito in azioni della compagnia, per un ammontare di più di centoventi milioni di euro con i fondi del Gruppo Doris e di Fininvest S.p.A..

Nella realtà il famoso discorso del settembre 2008 è stato pronunciato alla Borsa di Milano, in Piazza Affari, nel film, invece, la scena finale è stata girata al Centro Congressi Fondazione Cariplo in Via Romagnosi, del capoluogo lombardo.

Il film è tratto dall’omonimo romanzo autobiografico di Ennio Doris, edito da Sperling & Kupfer nel 2014. Il protagonista è interpretato da tre attori: Antonio Nicolai, Daniel Santantonio e Massimo Ghini. Quest’ultimo in diverse interviste ha espresso i suoi dubbi iniziali sull’interpretazione di un banchiere, i quali sono stati eliminati grazie ad un’attenta analisi fatta dall’attore sul personaggio attraverso libri ed interviste di Doris.

Ghini ha avuto, così, la possibilità di allargare la sua visione di un personaggio che non ha solo «fatto i soldi» ma che li ha fatti in un modo rivoluzionario senza lasciare indietro nessuno e modificando il mondo bancario.

Come il protagonista, anche il regista Giacomo Campiotti era scettico sulla realizzazione del film sentendosi inadeguato a rappresentare questa storia, ma studiando il personaggio di Ennio Doris ha scoperto un lato diverso dell’uomo, caratterizzato da umiltà, rettitudine e sogni. 

I valori solidi e semplici, come la famiglia e le origini e, l’etica professionale sono il filo conduttore della sua vita e del film. Questi hanno condotto a un arricchimento di Ennio Doris, che ha saputo condividere con i suoi collaboratori.

Una delle scene più significative del film è quella in cui Ennio Doris, interpretato da Daniel Santantonio alla sua prima apparizione sul grande schermo, paragona sé stesso e i suoi collaboratori ai medici perché è così che devono comportarsi nei confronti dei risparmiatori.

La sua figura, infatti, può essere equiparata sia al Docteur Rieux, protagonista del romanzo La peste di Albert Camus, sia alla poesia La Ginestra di Giacomo Leopardi. Perché sanno opporsi all’assurdità del male e ricercano la solidarietà.

Queste similitudini possono essere analizzate attraverso il saggio Rompere il silenzio del critico cinematografico Roberto Escobar. Il Docteur Rieux percepiva come essenziale dover far bene il lavoro di medico, senza essere un santo o un eroe. Rilevante era solo il malato, che cerca attenzione e richiede cure, così come Doris cerca di fare con i suoi risparmiatori fin da quando inizia a lavorare in banca.

Leopardi, invece, ne La Ginestra fa riferimento al fiore del deserto che posa il capo di fronte alla forza e alla potenza della natura. Questo fiore altri non sono che gli uomini, impotenti di fronte al mondo: proprio per questo, scrive Escobar, sta a noi l’importanza della responsabilità di decidere. L’essere umano ha due scelte: continuare ad autoingannarsi lasciando che i momenti di crisi, come nel caso del fallimento della Lehman Brothers, trionfino, o scegliere di essere medici, cercando di reagire e sanare la situazione.

Le figure chiavi che hanno cambiato la vita di Doris sono state due: la prima è la moglie Lina Tombolato, conosciuta quando lei era ancora minorenne e sposata nel 1966, interpretata da Emma Benini durante i primi anni insieme e poi da Lucrezia Lante della Rovere in una splendida coppia con Massimo Ghini.

I coniugi Doris costruirono una solida famiglia con i figli Massimo e Annalisa, rispettivamente diventati amministratore delegato dal 2008 e Vice presidente dal 2021 di Banca Mediolanum. Interpretati nel film da Eugenio Franceschini e Giulia Vecchio.

In ambito professionale, invece, fu Silvio Berlusconi la svolta di Doris, interpretato nel film da Alessandro Bertolucci. Berlusconi investì nel 1997 nella sua idea di fondare una nuova banca più vicina ai propri clienti e nel 2008 durante la crisi economica lo supportò e ne condivise la sua visione in favore dei risparmiatori, così da portare avanti i valori su cui Banca Mediolanum è stata fondata.

Il titolo C’è anche domani è la frase che il padre Alberto, interpretato da Maurizio Donadoni ripeteva sempre per esortare il figlio a fare sempre il suo meglio e a vedere oltre. Così come il famoso gesto di Banca Mediolanum durante il motto “la banca costruita intorno a te” è un’idea che Doris prese al padre, quando lo incoraggiava a mettersi al centro della propria vita e fare ciò che lo avrebbe fatto stare bene, senza mai dimenticarsi delle sue potenzialità.

Il film è stato prodotto da Movie Magic International e distribuito da Medusa tra il 15 e il 17 aprile scorso. In autunno debutterà su Canale 5.

Campiotti è riuscito a raccontare una storia che prova a dare al pubblico, soprattutto ai giovani, una speranza e ispirarlo a seguire le proprie idee e combattere per esse, senza mai tradire le proprie origini perché sono il punto di partenza di ogni essere umano.

Una delle imprese più difficili per un un biopic è quello di consegnare allo spettatore una storia credibile e soprattutto un protagonista che faccia trasparire aspetti positivi e negativi, però per l’eccessiva purezza con cui Doris è stato realizzato si perdono i caratteri negativi della persona.

Un film ben realizzato, attraverso cui Giacomo Campiotti è riuscito a consegnare ai tre attori che interpretano Ennio Doris sfumature diverse secondo i periodi storici analizzati. Un espediente che è stato in grado di conquistare lo spettatore per tutta la durata della pellicola, facendogli provare simpatia verso il protagonista, anche se interpretato da più attori.

Cristina Bianchi
Giurista pentita che si è convertita a scienze politiche. Mi interessa molto trovare una connessione tra attualità e cinema, che permetta alle menti creative di viaggiare attraverso le epoche e sviluppare un pensiero critico.

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