Dal 9 al 13 maggio si è tenuta nell’area Lingotto Fiere di Torino la manifestazione più attesa da lettori e lettrici: il Salone Internazionale del Libro.
Giunto alla sua trentaseiesima edizione e condotto, per la prima volta, dalla direzione editoriale di Annalena Benini, il Salone è riuscito ancora una volta a riunione gli amanti della lettura per cinque giornate davvero molto intense.
Se fino a qualche anno fa si era fortemente preoccupati per il futuro dei libri e della lettura, trascorrendo una giornata al Salone del Libro ci si renderà presto conto che la realtà è molto più positiva. Nella conferenza stampa tenutasi lunedì pomeriggio è stato comunicato che sono stati ben 220.000 i visitatori del Salone di quest’anno, numero record, che ha battuto i 215.000 dello scorso anno.
Chi legge può immergersi tra le pagine di un libro vivendo una vita immaginaria per un breve periodo di tempo, in grado di regalare una prospettiva diversa nel modo di osservare ciò che ci circonda.
Il tema scelto per quest’anno è stato Vita immaginaria, dal nome del famoso saggio di Natalia Ginzburg. E, forse, non c’è dicitura più adatta per descrivere che cosa è la lettura e che cosa può suscitare, in chi legge e in chi scrive. Leggere significa calarci nei panni dei personaggi rappresentati nella storia, diventare altro da noi e uscirne più arricchiti. Anche chi scrive crea (e vive) una vita immaginaria grazie al fluire della storia direttamente dall’immaginazione.
Grazie alla scelta di una tematica così vasta e spaziosa, i visitatori hanno avuto la possibilità di destreggiarsi tra numerosi eventi che seguivano i due fili conduttori scelti per quest’edizione: le donne tra passato, presente e futuro e gli sguardi sul presente.
Nomi illustri si sono alternati in queste giornate: dallo storico Alessandro Barbero ai premi Nobel Abdulrazak Gurnah e Orhan Pamuk, e poi Elena e Gino Cecchettin, Luciana Littizzetto e Gianni Morandi, Joël Dicker, Amélie e Juliette Nothomb, Roberto Saviano, Zerocalcare, Felicia Kingsley ed Erin Doom.
Il fatto che la maggior parte di questi eventi fossero sold out attesta che il pubblico di lettori non si reca al Salone del Libro solo per fare acquisti e tornare a casa con un borsone di libri e il portafoglio più leggero, ma un interesse sempre crescente verso gli autori e ciò che hanno da raccontare. Si potrebbe quasi dire che oltre alla lettura al Salone si celebri molto anche l’ascolto e l’emozione di poter finalmente incontrare autori e autrici delle proprie parole preferite.
Il Salone ha lasciato largo spazio anche ai giovani lettori e lettrici: come sempre ha proposto molte attività per le scuole e un evento un po’ diverso dal solito. Infatti, sabato pomeriggio, si è tenuta la cerimonia dei Book Awards, in collaborazione con TikTok e il mondo BookTok. Il pubblico ha avuto la possibilità di votare sulla piattaforma i propri libri, autori e case editrici preferite e di partecipare poi di persona alle premiazioni. Nel 2024, l’editoria e i libri sono anche questo e ben venga che sia anche il BookTok a far riaffiorare la passione per la lettura!
In una fiera immersa in un’atmosfera festosa, non sono però mancati momenti di tensione.
Sarebbe impossibile non menzionare la presenza dei manifestanti pro-Palestina, respinti come di consuetudine con i manganelli, mentre cercavano di far sentire la propria voce. A loro si è unito anche Zerocalcare, sostenitore del fatto che «una fiera che parla di cultura e di attualità non può chiudere gli occhi e non può lasciare fuori la storia con la S maiuscola». Al fumettista si è aggiunta anche la scrittrice Valeria Fonte che ha deciso di annullare la sua presentazione per lasciare spazio a degli attivisti pro-Palestina.
A questi eventi si aggiunge la contestazione da parte di una donna contro Elena Cecchettin: la signora in questione, con rosario alla mano, in seguito a un discorso di Cecchettin sul patriarcato e la violenza sulle donne, recita l’Ave Maria, inveendo contro quelle che ha definito «ideologie assassine» (tra cui l’aborto) e sostenendo che il patriarcato «è un santo in confronto a voi».
Il Salone del Libro è la casa dei lettori, della cultura e delle idee, positive e soprattutto costruttive. In un’attualità immersa più nell’ombra, l’augurio più grande è che la cultura possa sempre riuscire a portare un po’ di luce, contro l’ignoranza, i pregiudizi e la disinformazione.
Chissà che prima o poi questa vita immaginaria non possa concretizzarsi nel nostro presente e farci sperare in un futuro e in delle persone migliori. Per adesso, ripartiamo dai libri.