Del: 4 Giugno 2024 Di: Erica Turturro Commenti: 0

Le caratteristiche stagionali a cui il nostro corpo è abituato stanno via via scomparendo, sostituite da eccessi sempre più estremi e dannosi.
Negli ultimi giorni hanno fatto notizia gli oltre 50 gradi toccati in alcuni stati indiani del nord, in particolar modo nella fascia nord-est, fra cui l’Uttar Pradesh, che con più di 240 milioni di abitanti è il più popoloso di tutto il Paese. Il record nazionale, però, è stato raggiunto proprio a Nuova Delhi, in cui il Dipartimento Meteorologico Indiano (India Meteorological Department, IMD) ha registrato un picco di 52,3 gradi. Al-Jazeera specifica che la temperatura è stata registrata a Mungeshpur, zona periferica della capitale, battendo il record di 51 gradi precedentemente rilevato nel deserto di Rajasthan.

Come riporta Il Messaggero, il record assoluto di caldo mai registrato sul suolo terrestre – che corrisponde ai 56,7 gradi rilevati nella Death Valley nel luglio 1913 – è pericolosamente a portata di mano. Bruno Contigiani, scrittore e fondatore de L’Arte del vivere con lentezza, racconta della sua esperienza nel subcontinente indiano e delle difficoltà legate al clima: «Il caldo era reso difficile da sopportare per via dell’umidità che anche in una zona pre desertica come Jaipur (deserto del Rajasthan) colpisce prima che arrivi il monsone. Durante e dopo, invece, i problemi sono altri a seconda della portata delle piogge, se saranno scarse i raccolti lo saranno altrettanto, se saranno eccessive gli allagamenti e gli smottamenti procureranno morti e gravi danni». E sulla capitale aggiunge: «Delhi è forse la città più inquinata al mondo assieme a Pechino, l’aria in qualsiasi stagione è mefitica, per il traffico e la cappa che la sovrasta». Secondo Contigiani, anche la prossimità di conflitti violenti e l’assenza di politiche environment friendly non fanno altro che aggravare una situazione già notoriamente critica.

Il caldo record registrato in India in questi ultimi giorni è particolarmente allarmante anche per il numero di vittime che ha causato. 85 persone sono morte solo nella giornata di sabato 1 giugno. L’ondata di caldo, infatti, coincide con le giornate di elezioni generali che hanno portato (e continueranno a portare fino a domenica 9) milioni di persone alle urne. Le file sono lunghe e fra le vittime si contano semplici cittadini in attesa di esprimere il loro voto, ma anche alcuni impiegati nei seggi elettorali, scrutinatori, guardie della sicurezza e personale addetto ai servizi igienici.

Secondo i numeri del Post: «le loro famiglie riceveranno un risarcimento di 1,5 milioni di rupie (circa 16 mila euro). La paga giornaliera per un lavoro simile si aggira intorno alle 500 rupie, circa 5 euro».

È evidente che quest’emergenza ci ricorda ancora una volta come il cambiamento climatico stia avendo un impatto sempre più concreto sul regolare svolgimento della nostra vita quotidiana. Il governo ha consigliato di non uscire di casa se non è strettamente necessario e di favorire gli orari notturni piuttosto che affrontare le temperature diurne. Si tratta in ogni caso di un circolo vizioso secondo cui tutti coloro che a casa possono contare su un condizionatore dell’aria lo sfruttano a pieno ritmo; lo stesso vale per chi decidere di muoversi con i mezzi di trasporto. L’uso massivo e collettivo di questi strumenti genera spesso dei cortocircuiti a più o meno ampio raggio, che nascono soprattutto dagli impianti AC di scarsa qualità che popolano le case di centinaia di migliaia di persone. Un altro grave problema è la mancanza d’acqua. Le autorità hanno già segnalato il potenziale rischio di lasciare alcune zone di Nuova Delhi a corto di servizio idrico. Inevitabilmente, anche gli animali sono costretti ad affrontare le stesse difficoltà date dalla penuria di acqua, in particolar modo le chinkara, ovvero le gazzelle indiane. Sempre Contigiani riporta che: «[…] secondo la religione induista questi record ci starebbero portando verso la conclusione del Kali Yuga, che ci avvicina alla fine dell’umanità per incendi, devastazioni, guerre e una profonda ignoranza spirituale».

Erica Turturro
Classe 98, alle prese con la magistrale di lingue. Abitudinaria ma curiosa, un po’ nerd, sognatrice di notte e razionale di giorno, colleziono ricordi.

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