L’atteso seguito di Inside Out è in arrivo nelle sale italiane il 19 giugno e si prospetta essere un secondo capitolo, letteralmente, pieno di emozioni. Riley, la protagonista, è ormai un’adolescente e nella sua mente fanno capolino nuovi sentimenti, con cui Gioia, Tristezza, Rabbia, Paura e Disgusto si trovano a dover convivere.
I personaggi del film d’animazione parlano ancora prima di agire. È interessante osservarli con attenzione e chiedersi come mai sia stato scelto di rappresentarli proprio con determinati tratti. Il colore, la forma, l’espressione, l’abbigliamento, gli accessori: tutto concorre a trasformare un pupazzetto umanoide nella personificazione perfetta di un’emozione.
Partiamo con Rabbia, dal colore rosso, simbolo di un sentimento focoso, impetuoso e irruente.
Denti digrignati, gli occhi concentrati su un punto ben preciso, a mo’ di sfida. La testa di Rabbia ha forma simil-cubica, la faccia è quasi quadrata: in effetti la rabbia è un sentimento spigoloso, ostico, difficile da gestire. È pelato, forse perché dalla rabbia si è strappato tutti i capelli, ma nei momenti di maggiore focosità espelle fiamme incandescenti dal capo. Come fossero delle “lacrime della rabbia”, qualcosa che si ha bisogno di buttare fuori perché non è più possibile tenere dentro. La cosa interessante è l’abbigliamento: Rabbia veste abiti eleganti e professionali, camicia e cravatta, come fosse un quarantenne in carriera in qualche azienda di rilievo. Sembra un po’ quindi un rimando al capo nervoso e scorbutico al lavoro e il fatto che abbia caratteristiche maschili non è sorprendente.
Chi invece è chiaramente una donna è Disgusto, di tutto punto vestita e truccata.
Emana una sensazione di snobismo, di chi guarda dall’alto verso il basso, di chi giudica tutto ciò che vede. Storce il naso, come se sentisse un cattivo odore, ed è a braccia conserte, sentendosi infastidita e superiore. Il colore verde è in effetti legato al disgusto, entra nelle emoticon schifate ed è tradizionalmente associato al disgusto per il colore giallo-verde della bile che si produce quando si prova questa sensazione.
Un solo capello elettrizzato sul capo, abbigliamento elegante e corporatura esile:
Paura è un personaggio agile pronto a scappare davanti al primo minimo rischio. Un corpo filiforme, che sembra essere sempre affetto dal tremolio che in effetti si prova quando si ha tanta paura.
Tristezza nella maggior parte del tempo esplode in un pianto disperato, spillando lacrime dai suoi grandi occhi.
È blu, colore associato ai sentimenti di sconforto e infelicità, tanto che si usa l’espressione “Blue Monday” per indicare il giorno più triste dell’anno. È un personaggio goffo, che si muove in maniera svogliata; indossa un maglione pesante, con il collo alto, di quelli che si indossano in casa quando non si ha voglia di vedere nessuno, ma solo di soffrire in silenzio con sé stessi. Il fatto che indossi gli occhiali è interessante: sono occhiali tondi e grandi, dietro cui tenta, fallendo, di nascondersi.
Per quanto grandi possano essere, gli occhiali sono trasparenti: e in effetti quando si è infelici spesso si cerca di dissimulare, di non far trasparire il proprio dolore, ma almeno per le persone che ci conoscono bene e che ci stanno attorno, si resta un libro aperto. Una mamma riconosce sempre la malinconia negli occhi del figlio, un amico capisce subito se c’è qualcosa che non va, una qualsiasi persona cara si accorge del dolore dell’altro, senza bisogno di spiegazioni. Gli occhiali tondi stile Harry Potter donano a Tristezza anche l’aria dell’ultimo della classe, il più sfortunato e solo; la tristezza porta anche solitudine e quando si è tristi ci si sente addosso tutte le “sfighe” del mondo.
Completa la gang delle emozioni che avevamo già incontrato nel primo film del 2015 Gioia, dall’aspetto di una ragazza candida e innocente.
Il vestitino a fiori, la pelle luminosa, gli occhioni azzurri. E quei capelli blu, proprio dello stesso colore di quelli di Tristezza, forse a simboleggiare il fatto che il sentimento di gioia non è mai puro ma sempre contaminato da una parte di tristezza. Questa non è una notizia negativa, anzi rende l’emozione positiva più godibile e più completa, trasforma la gioia in felicità.
Una delle new entry di Inside Out 2 è Invidia, che prende la forma di una bambina, il corpo minuto e gli occhi enormi.
Proprio gli occhi sono la prima cosa che si nota di Invidia: ammirati, ma oscurati da un velo di tristezza, quasi lucidi. Alla loro forma circolare fa da contraltare quella della bocca, piegata in un’espressione di incanto. L’invidia è un sentimento che fa sentire piccoli: ci sembra che gli altri siano dei giganti, perfetti e migliori, mentre noi scompariamo in un angolo di mondo, sentendoci addosso mille difetti e imperfezioni.
Quello che sembra mancare in questa personificazione dell’invidia è un po’ di cattiveria: invidiare viene infatti dal latino “in-videre”, guardare all’altro, sì, ma non con pura ammirazione, bensì in modo ostile. L’invidia è uno dei sette peccati capitali nella dottrina cristiana, è un sentimento che nel Medioevo veniva rappresentato allegoricamente da un cane a tre teste, Cerbero, è il difetto fatale di Iago nell’Otello di Shakespeare. In effetti, il colore verde-acqua di Invidia sembra essere nato dall’unione tra il blu di Tristezza e il verde di Disgusto e allora ecco che entra un pizzico di sgradevolezza in questo personaggio.
Accanto a Invidia, arriva nella mente di Riley anche Noia, nel corpo di quella che sembra una ragazza in età adolescenziale, gli occhi fissi sullo schermo di uno smartphone.
Le palpebre abbassate, gli arti flaccidi, il corpo molle che si lascia andare, l’abbigliamento da casa, forse un pigiama e dei calzini alti: è la personificazione di un sentimento svogliato, abbandonato, passivo. Quello che colpisce è anche il naso, così appuntito e rivolto all’insù: in effetti, almeno in italiano, “stare con il naso all’insù” è un giro di parole per indicare l’inoperosità, riferito con tono anche accusatorio a oziosi e fannulloni.
Al personaggio cupo di Noia, si affianca quello esplosivo di Ansia.
Questa emozione ha letteralmente “tutti i capelli dritti in testa”, come si usa dire nelle situazioni di forte stress emotivo. Si stringe le mani in modo nervoso e ha un’ampia bocca con cui urlare e sfogare un sentimento che spesso porta all’esasperazione. È il personaggio certamente più bizzarro della compagnia.
L’ultimo tra i nuovi arrivati nella mente di Riley è Imbarazzo, in un grande corpo rosa, il colore delle guance che arrossiscono nei momenti di vergogna.
È l’opposto di Invidia: l’imbarazzo fa sentire grandi, ci sembra che tutti ci stiano guardando, ci sentiamo osservati mentre vorremmo nasconderci. Porta una felpa con cappuccio, che indossa sul capo, nel tentativo, fallito, di non farsi notare.
Insomma, la psiche umana è ricca di sfumature, che nella mente di Riley prendono forme e colori ben precisi, raccontando a partire dall’aspetto un’emozione. Resta da vedere come i 9 personaggi reagiranno all’inizio di uno dei periodi più complicati e delicati nella vita di una persona: l’adolescenza.