Giradischi è la rubrica dove vi consigliamo i dischi usciti nell’ultimo mese che ci sono piaciuti
Vera Baddie – Anna
Quante volte abbiamo sentito dire che le donne nel mondo del hip hop vorrebbero solo imitare gli uomini, copiare il loro slang e la loro attitudine? È una frase sentita e risentita, che non ha mai smesso di circolare. L’uscita di Vera Baddie, il primo e nuovo disco di Anna, in questo senso ha cambiato le carte in tavola. È la prima volta che in Italia un prodotto musicale riceve così tanta attenzione da un pubblico femminile.
Anna non può essere compresa da un ragazzo di 25 anni, come è giusto che sia: non parla a lui e non si propone di farlo. Il disco vuole al contrario creare un ponte con le giovani adolescenti, finalmente al centro di una comunicazione musicale spesso non inclusiva nei loro confronti. Non è casuale che l’album racconti esperienze di vita femminili, a partire da una ragazza di strada che sogna l’America e che vuole abbandonare le palazzine dove è cresciuta, fino ad arrivare al racconto di un’amica che vive una relazione tossica e non sa come uscirne.
Tanti strati di una vita vissuta di facile immersione. L’amore nelle sue sfaccettature, drammatiche e non, fa parte dell’adolescenza e per questo arriva facilmente a chi la sta vivendo. Anche lo struggle sentimentale che fa da sfondo a tutto il disco si incastra perfettamente con il personaggio di Anna. In questo senso Amore di piazza ne è la massima rappresentazione: un rapporto adrenalinico che non vuole stabilità, ma solo forti emozioni da provare.
Habitat: tour – Nayt
«Certi amori non finiscono, fanno dei giri immensi e poi ritornano» cantava Antonello Venditti ormai più di 30 anni fa, in un’epoca completamente diversa da quella di oggi. Si potrebbero dire molte cose su questo verso: c’è chi ci vede amore e chi ci vede dipendenza. Quel che è certo è che i rapporti sentimentali spesso fanno dei giri incredibili, dei “girotondi” in cui i protagonisti sono tuttavia gli adulti e non i bambini.
La riedizione live di Habitat, il nuovo progetto di Nayt, ci racconta quello che è un ciclo della vita, un viaggio fatto di arrivi e di partenze, che sono un po’ come da lui stesso sostenuto “le fasi dell’innamoramento”. La Danimarca per Nayt è stato tutto questo, la rappresentazione e forse la chiusura di un cerchio, in cui le lacrime si sono trasformate in pioggia, e la pioggia in finzione. C’è chi crede che l’amore abbia bisogno di muoversi, di deragliare dai binari, per essere considerato tale; c’è chi invece sostiene che nulla di questo sia comparabile con il vero amore nella sua versione più sana e pura. Chi siamo noi per dare un giudizio ai sentimenti.
Del resto anche Nayt ne dà una sua interpretazione, fatta di immagini e di parole, che risuonano a volte con leggerezza a volte con risoluzione. In questo senso il suo “io non torno da te” ripetuto instancabilmente in un ritornello, sa molto di viaggio con un biglietto di sola andata, un inno alla libertà e all’indipendenza per ogni persona.
44.Summer – Bnkr44
L’estate, come una macedonia di frutta fresca, porta con sé sia gioia che malinconia, spensieratezza e rimorsi. I significati che può assumere dipendono da come viene guardata e da chi è il protagonista delle sue avventure. I Bnkr44 pochi giorni fa hanno voluto regalare ai propri fan il personale quadro dell’estate 2024, un ep estivo e leggero da ascoltare “44.Summer”.
Per quanto l’estate verrebbe con facilità associata al divertimento e al riposo, in questo caso non mancano invece i riferimenti al passato e alle altre stagioni dell’anno. Rimangono quindi vividi i ricordi delle relazioni interrotte, così come le blande speranze di una generazione giovane in cerca di un futuro incerto.
L’unica certezza rimane il movimento, una corsa instancabile verso una meta che non si conosce. In fondo si spera solo che le indicazioni stradali lungo il proprio cammino portino nel posto giusto. I Bnkr44 non si sottraggono da questa maratona senza fine. L’estate dovrebbe solo interrompere brevemente questo tragitto.
Dio lo sa – Geolier
Quando si parla di Geolier e della sua musica non si può separare Napoli dall’artista. È inevitabile, è un’associazione fin troppo scontata, ma anche necessaria: Emanuele si è sempre speso per far arrivare la sua città in alto. Il nuovo disco Dio lo sa si pone proprio questo obbiettivo: portare la passionalità di Napoli fuori dai suoi recinti. Napoli del resto è sempre stata condivisione.
Non è un caso dunque, che l’amore, sui cui tanto ha insistito Geolier nel nuovo album, venga descritto come una follia, come una guerra, con le sue battaglie e i suoi armistizi, con le sue invasioni e le sue ritirate. Il neomelodico di Geolier si muove seguendo questa linea, rimane ancorato a Napoli nei suoi temi e in alcune sue linee vocali, ma si apre anche al mondo con le proprie sonorità.
Non vogliamo fare un elogio a Napoli come città in quanto tale, sarebbe troppo retorico e semplicistico, ma vogliamo semplicemente raccontarla per come la percepisce l’artista. Da questo punto di vista non si può ignorare la sentimentalità che accompagna tutto il disco, sia nella sofferenza che nella gioia tipica di chi ama follemente. Napoli è questa per Geolier, amore incondizionato e irrazionale.
Poké melodrama – Angelina Mango
Solitamente quando abbiamo un attacco d’ansia e facciamo fatica a respirare, non è il movimento, ma la paralisi a impossessarsi di noi. Rimaniamo fermi, bloccati e accerchiati dalla paura. Angelina Mango, nel nuovo disco Poké melodrama, dà un valore diverso al respiro: la difficoltà a respirare, l’asma e i traumi non vanno più a braccetto con la paura, ma con l’adrenalina.
È come se il dolore e gli ostacoli venissero continuamente esorcizzati da qualcos’altro. Da qui i riferimenti alla Cumbia, un ballo sudamericano per allontanare il dolore, ma anche ai sorrisi, stampati in faccia anche quando interiormente il corpo direbbe altro.
Angelina Mango crea una propria filosofia fatta di balli, canti, ricordi di famiglia e di terra. Una terra che non richiama delle radici territoriali ma valoriali, espresse metaforicamente e anche materialmente dai gioielli di famiglia, sempre portati al collo. Il disco è un invito a non pensarci, a muoversi sempre, anche senza avere una direzione, a mischiare dolce con salato senza starci troppo a riflettere. Angelina Mango è un poké di emozioni, una bambina cresciuta presto che vuole rimanere bambina.