Leggiamo spesso, su vari portali internet o anche su quotidiani nazionali, articoli riguardanti nuove scoperte archeologiche o storiografiche che, secondo l’opinione degli autori, potrebbero portare a una “riscrittura della Storia dell’umanità”, una vera e propria rivoluzione nel modo di scrivere o percepire la Storia (il lettore più curioso potrebbe digitare poche parole chiave nei motori di ricerca per trovare una sfilza di articoli, anche di quotidiani importanti come il Corriere della Sera, che rimbalzano scoperte archeologiche o rinvenimenti di fonti nei modi appena accennati come, per esempio, il ritrovamento di una testa di Atena nella Valle dei Templi avvenuta nel 2022).
Che si tratti di scoperte vere o presunte, di lavori scientifici nel senso più rigoroso del termine o di “scoperte” di cose già note da tempo e, quindi, di notizie gonfiate ad arte per ottenere qualche visualizzazione in più, la teoria che ci viene proposta è sempre la stessa: qualcuno, in qualche parte del mondo, ha trovato nuove fonti di qualsivoglia tipo che porteranno a una nuova interpretazione della Storia, rivoluzionandone i contenuti e gettando luce su aspetti o eventi precedentemente sconosciuti o male intesi.
L’idea che ogni minima scoperta, sia essa di sostanza o meno, porti a una riscrittura completa della Storia dell’umanità nasce forse da uno dei fraintendimenti più grandi intorno a questa nobile materia e al lavoro dello storico, ossia dalla convinzione che, trattando di cose del passato, di eventi conclusi e di uomini e idee di cui sono restati “solo polvere e segni”, la Storia sia materia morta e statica, di cui gli storici si fanno araldi, sostanzialmente ripetendo fino allo sfinimento cose note. Insomma, in poche parole, l’idea che tutto porti alla riscrittura della Storia nasce dalla falsa idea che essa non venga mai rivista e che sia costantemente identica a sé stessa.
Niente di più falso! La Storia è in realtà una delle materie più vive e vitali e viene continuamente scritta e riscritta dagli storici, grazie alla continua scoperta di nuove fonti (sì, questo avviene costantemente e non solo quando i quotidiani se ne interessano) o anche alla reinterpretazione di quelle precedenti e più note.
La vitalità della materia, inoltre, è data anche dalle nuove domande che gli storici pongono alle fonti, alle nuove questioni e ai nuovi dubbi e perplessità che, sovente, attanagliano i professionisti e che portano questi ultimi a “vedere”, a scoprire nuove facce e nuovi aspetti negli eventi del passato che tutti noi conosciamo. Questo processo, tra l’altro, non avviene a distanza di decenni, su base generazionale, ma avviene spesso nel corso della vita di un singolo storico.
La Storia, quindi, non è mai statica, non è mai data e non è morta o conclusa, come gli eventi e le persone delle quali si occupa. Essa è anzi materia viva, che ribolle costantemente, che cambia sé stessa e che si rivoluziona costantemente, grazie all’opera scientifica e rigorosa degli storici. Con buona pace di certi quotidiani o portali di “informazione”.
A conclusione di questo breve intervento, e per soddisfare l’eventuale curiosità dei lettori, proponiamo, a mo’ di “nota bibliografica”, un breve elenco di articoli di due grandi quotidiani, in modo da rendere l’idea della portata del fenomeno descritto: Corriere della Sera, Cacciatrici di 9 mila anni fa: una scoperta in Perù riscrive la storia, Neanderthal, nuove scoperte al Circeo: il focolare preistorico riscrive la storia, Spunta la testa di Atena e nella Valle dei Templi si riscrive la Storia, e Repubblica, Israele, la scoperta archeologica che potrebbe riscrivere la storia: al largo di Haifa ritrovato il carico di un naufragio dell’età del Bronzo, Cina, scoperto dinosauro che riscrive la storia dell’antica Pangea.
Articolo di Davide Galluzzi