Del: 10 Ottobre 2024 Di: Matilde Elisa Sala Commenti: 0

Il 2 ottobre è uscito nelle sale cinematografiche Joker. Folie à deux, attesissimo sequel di Joker (2019) diretto dal regista Todd Phillips. Presentato in anteprima in concorso all’ottantunesima edizione della Mostra d’arte cinematografica di Venezia, la pellicola ha subito diviso la critica

La storia riprende esattamente da dove si era fermata: Arthur Fleck (Joaquin Phoenix) è chiuso nell’Arkham State Hospital, a seguito dei delitti commessi nel primo film e si prepara a essere sottoposto a un processo. Il protagonista appare fin da subito molto diverso: smunto, dimagrito, con gli occhi vuoti. Le guardie si prendono gioco di lui e trattano con sufficienza tutti i detenuti. Tra i corridoi e le celle, dominano grigiore, infelicità ma soprattutto solitudine, di cui Arthur è la personificazione. 

Ci si rende presto conto che è rimasto poco di Joker, ridotto ormai a essere semplicemente Arthur, costretto ad affrontare i propri demoni. Tra persone che credono che Arthur sia solo un pazzo omicida malato mentale, e masse che invece vedono in Joker un ribelle, pronto a rovesciare il sistema, l’unica via di mezzo sembra essere rappresentata dal suo avvocato. Consapevole dei traumi pregressi del suo assistito, è convinta che Arthur soffra di uno sdoppiamento di personalità e necessiti di un vero supporto psicologico che di certo non può trovare tra le mura dell’Arkham. 

Sembra non ci sia via d’uscita da questo buco nero, eppure tutto cambia quando conosce Lee (Lady Gaga), anche lei detenuta nel manicomio. Grazie all’amore per questa ragazza le giornate di Arthur ritrovano gioia e motivazione, o per lo meno, così sembra. Lee ammira Joker e cerca in tutti i modi di aiutare Arthur per far sì che questa seconda parte di lui possa in qualche modo riemergere.

Questo nuovo sentimento prende forma concreta nella testa di Arthur e diventa un musical.

Che all’interno di un thriller siano presenti delle scene musicali può far storcere il naso. Il Joker del primo film non avrebbe mai cantato, questo invece sì, perché il confine tra Arthur e Joker si fa sempre più labile. 

Una decisione che può sembrare incomprensibile ha invece un significato ben chiaro per la struttura del film e la costruzione del personaggio: il canto entra ed esce di scena, mai a caso, sempre a ridosso di momenti significativi.

Scena dopo scena, passando per il processo e giungendo alla fine, si rimarrà probabilmente un po’ sconcertati.

Joker. Folie à deux è un film diverso, un sequel, ma anche una scommessa per Phillips. Come creare un prodotto che possa essere all’altezza di un primo film vincitore del Leone d’Oro a Venezia76 e che, soprattutto, è valso l’Oscar come Miglior Attore Protagonista a Phoenix? 

Le aspettative erano molto elevate, non tutte sono state rispettate. La novità più grande, il musical, è utile dal punto di vista narrativo, ma di per sé le canzoni poco aggiungono rispetto alle scene parlate, risultando quasi ridondanti.

Il personaggio più atteso di questo sequel, Harley Quinn, non viene indagato nel profondo, poco si sa del suo passato e della sua persona, la sua presenza è solo funzionale allo sviluppo di Arthur/Joker. E arriviamo proprio a lui: tanto Arthur, poco Joker in questo sequel. 

Per poter capire meglio il legame tra queste due personalità ha un ruolo chiave proprio il titolo. Folie à deux è il disturbo psicotico condiviso in cui avviene la trasmissione di idee deliranti da una persona affetta da psicosi a un’altra. All’apparenza le due persone si potrebbe pensare siano Arthur e Lee. A pensarci meglio invece, ci si rende conto che sono Arthur e l’altra parte di sé, Joker. Se nel primo film si assiste a un totale controllo di Arthur da parte di Joker, in questo sequel sembra avvenire il contrario.

C’è chi è rimasto deluso, c’è chi invece ha interpretato il sopravvento di Arthur su Joker come un cammino verso l’accettazione del proprio dolore, dei propri traumi e delle conseguenti azioni. Joker ha fatto un passo indietro, lasciando spazio all’uomo; pur sempre un criminale, ma più consapevole.

Che abbia convinto appieno oppure no, Joker. Folie à deux invita il pubblico a riflettere su tematiche importanti, prima fra tutte, la salute mentale. Non ci si poteva aspettare una copia del primo film, l’intento era stupire e questo film lo ha fatto. E se una volta terminato vi lascerà scossi e fermi a riflettere, significa che dopotutto avrà svolto appieno il suo lavoro.

Matilde Elisa Sala
Studio Lettere, mentre aspetto ancora la mia lettera per Hogwarts. Osservo il mondo con occhi curiosi e un pizzico di ironia, perdendomi spesso tra le pagine di un buon libro o le scene di un film. Scrivo, perché credo che le parole siano lo strumento più potente che abbiamo.

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