Del: 29 Ottobre 2024 Di: Federica Corsaro Commenti: 0

Le nuove generazioni si trovano oggi a confrontarsi con un presente instabile e un futuro carico di incertezze. Il recente scoppio dei conflitti in Europa e in Medio Oriente alimentano un clima di paura e insicurezza, mentre la crisi climatica fa presagire delle conseguenze catastrofiche. La crisi abitativa è una delle preoccupazioni più importanti perché rende più difficile costruire un progetto di vita stabile.

Si tratta di una problematica globale che colpisce tutte le fasce della popolazione, ma che ha delle conseguenze soprattutto sui gruppi più svantaggiati e sui giovani.

Anche se la paura di non riuscire a ottenere degli alloggi in buone condizioni e a prezzi adeguati riguarda tutta l’Unione Europea, l’Italia, insieme a Spagna, Croazia, Cipro, Belgio, Grecia e Irlanda è tra i paesi in cui, tra il 2010 e il 2019, il numero di giovani dai 25 ai 34 anni che abitavano con i genitori è aumentato maggiormente.

In Italia, il 67,4% dei giovani tra i 18 e i 34 anni vive ancora con i genitori. Inoltre, secondo i dati Istat, le fasce di popolazione più povere del Paese sono i minori di 18 anni, seguiti dai giovani tra i 18 e i 34 anni e, successivamente, dalla fascia dai 35 ai 44 anni.

A Milano, una delle città più attraenti in termini di opportunità per i giovani italiani, si spende in media il 51,6% dello stipendio in affitto.

I prezzi non smettono di aumentare, e la crisi abitativa intacca anche il diritto allo studio: gli affitti nelle principali città universitarie diventano sempre più inaccessibili. In molte città, i prezzi delle stanze singole sono aumentati del 7% nel 2024 a causa della forte crescita della domanda. A Milano, il prezzo medio di una stanza singola è di 637 euro, e quello di un posto letto in una stanza doppia è di 353 euro. Seguono Bologna, Roma e Firenze, con rispettivamente 506, 503 e 493 euro in media per una stanza singola.

Oltre al rincaro dei prezzi, emerge il problema dell’offerta di alloggi, che non è in grado di soddisfare la domanda. Ciò rende la ricerca di una stanza, un posto letto o un monolocale una corsa contro il tempo per essere tra le prime persone a visitare una casa, e spesso si è costretti ad accontentarsi di alloggi poco dignitosi.

Un anno fa, molti studenti hanno protestato contro il caro affitti piazzando tende davanti a diversi atenei italiani, ma si tratta di un problema che rimane attuale con l’ulteriore aumento dei prezzi.

Sono in molti gli studenti che lavorano per sostenere i costi, ma gli stipendi in Italia rimangono bassi e rendono complicata l’indipendenza economica. Infatti, i salari reali sono diminuiti del 2,9% rispetto a 30 anni fa, mentre in paesi come Germania e Francia sono aumentati di circa il 30%. Inoltre, conciliare lo studio e il lavoro contribuisce ad alleggerire le spese, ma può rappresentare una fonte di stress. Sebbene le proteste studentesche abbiano attirato l’attenzione sul problema, ricevendo il sostegno di politici, rettori e della ministra dell’Università Bernini, la crisi abitativa non può essere risolta nell’immediato.

Una possibile soluzione proviene dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), che entro il 30 giugno 2026 prevede di incrementare gli alloggi disponibili per gli studenti universitari attraverso la creazione di 60.000 posti letto.

La crisi abitativa è stata riconosciuta come una delle principali problematiche europee dalla rieletta presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, che intende nominare un commissario dedicato al tema e sviluppare un “European Affordable Housing Plan”.

Durante una conferenza del Comitato Economico e Sociale Europeo si è inoltre evidenziata la necessità di investire in alloggi a prezzi accessibili puntando allo sviluppo sostenibile, anche dal punto di vista dell’efficienza energetica. Tra le alternative proposte, il cooperative housing potrebbe rappresentare una misura efficace per giovani e studenti, in modo da favorire la creazione di comunità. Inoltre, un’alternativa potrebbe essere il potenziamento dei trasporti per migliorare il collegamento tra le aree periferiche e quelle urbane.

Federica Corsaro
Laureata in Mediazione Linguistica e ora studentessa di Comunicazione. Mi interessa sempre ciò che succede nel mondo e conoscere le diverse culture che lo abitano.

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