Del: 20 Gennaio 2025 Di: Francesca Vigezzi Commenti: 0
Pillole di economia. Manovra di bilancio 2025: dove spendiamo i nostri soldi?

Entrata in vigore il 1° gennaio 2025, la legge di bilancio, la legge più importante dell’apparato statale, si focalizza, primariamente, sulla riduzione della pressione fiscale e il sostegno ai redditi medio-bassi di lavoratori dipendenti e pensionati. In secondo luogo, centrale è il rinnovo dei contratti della pubblica amministrazione e il rifinanziamento del fondo sanitario nazionale e una serie di misure per promuovere la natalità. 

È stato effettuato il taglio del cuneo fiscale per redditi medio-bassi ed esteso ai redditi fino a 40.000 euro: il taglio del cuneo è contributivo per redditi fino a 20.000 euro, riducendo i contributi previdenziali a carico del lavoratore, mentre tra i 20.000 e 40.000 euro diventa fiscale comportando una detrazione fissa di 1000 euro fino a 32.000 euro; la detrazione si azzera tra i 32.000 e i 40.000 euro. Vi è stata la revisione delle aliquote IRPEF a tre scaglioni: fino a 28.000 euro, 23%; oltre 28.000 euro e fino a 50.000 euro, 35%; oltre 50.000 euro, 43%.

La combinazione delle due misure comporta un effetto pari a 18 miliardi annui. 

Per la promozione della natalità è stato introdotto un bonus di 1.000 euro per ogni figlio nato o adottato da gennaio 2025 per famiglie con ISEE non superiore a 40.000 euro annui; al contempo, viene ampliato il periodo di congedo parentale indennizzato all’80% per tre mesi entro il sesto anno di vita del figlio. 

Per i nati dal 2024 in famiglie con ISEE inferiore a 40.000 euro, il bonus asili nido è di 3600 euro riconosciuto a prescindere dalla presenza di altri figli. Viene confermato il bonus mamme lavoratrici, per lavoratrici a tempo determinato ed autonome: è uno sgravio contributivo che dal 2025 spetta a lavoratrici madri di due o più figli, fino ai dieci anni di età del figlio minore, dal 2027, per madri con tre o più figli l’esonero spetta fino al compimento del diciottesimo anno di età del figlio minore. Per ottenere l’esonero, la retribuzione o il reddito imponibile a fini previdenziali non deve superare i 40.000 euro annui. 

È stata prorogata per il triennio 2025-2027 la misura che agevola l’accesso al mutuo per la prima casa, tramite garanzia dello Stato, per giovani coppie, famiglie numerose, under 36. 

In ambito previdenziale viene esteso l’incentivo contributivo, un’agevolazione: il riconoscimento in busta paga della quota di contributi a carico del lavoratore per i soggetti, con i requisiti per il pensionamento anticipato, che restino a lavoro (Bonus Maroni).

Vengono confermati Quota 103, Ape sociale ed Opzione donna, modalità di uscita anticipata attualmente in vigore, e introdotta la possibilità di anticipazione della pensione a 64 anni cumulando la previdenza obbligatoria e complementare. Le pensioni con importo pari o inferiore al trattamento minimo sono incrementate del 2.2% nel 2025 e 1,3% nel 2026. 

Vengono stanziate nuove risorse per il Servizio sanitario nazionale (SSN): da 136,5 miliardi nel 2025 a 141,3 miliardi nel 2027, incremento superiore al tasso di crescita programmato per la spesa primaria netta nel Piano strutturale di bilancio di medio termine. 

Nello specifico, il livello del finanziamento del fabbisogno sanitario standard cui concorre lo Stato viene incrementato: 1302 milioni di euro nel 2025, 5015,4 milioni di euro nel 2026, 5734,4 milioni di euro nel 2027, 6605,7 milioni di euro nel 2028, 7667,7 milioni di euro nel 2029, 8840,7 milioni di euro dal 2030. 

Ai sensi del comma 277, articolo 1, il limite di spesa indicato all’art.1, comma 233 della legge n.213, 30/12/2023, viene incrementato di 0,5 punti percentuali per l’anno 2025 e di 1 punto percentuale per l’anno 2026: si aumenta, dunque, il limite di spesa indicato dall’articolo 15, comma 14, primo periodo, del decreto-legge 6 luglio 2012, n.95,  convertito, con modificazioni, dalla legge 7 agosto 2012, n.135, ossia il limite imposto

Ai contratti e agli accordi vigenti nell’esercizio 2012, ai sensi dell’articolo 8-quinquies del decreto legislativo 30 dicembre 1992, n. 502, per l’acquisto di prestazioni sanitarie da soggetti privati accreditati per l’assistenza specialistica ambulatoriale e per l’assistenza ospedaliera, si applica una riduzione dell’importo e dei corrispondenti volumi d’acquisto in misura determinata dalla regione o dalla provincia autonoma, tale da ridurre la spesa complessiva annua, rispetto alla spesa consuntivata per l’anno 2011, dello 0,5 per cento per l’anno 2012, dell’1 per cento per l’anno 2013 e del 2 per cento a decorrere dall’anno 2014.

Per ridurre le attese di ricovero in pronto soccorso, il limite di spesa viene aumentato dello 0,5% dal 2025 per acquistare prestazioni ospedaliere in reparti ospedalieri di medicina generale, recupero, riabilitazione funzionale.

Viene istituito un fondo, con un finanziamento di 9,1 miliardi tra il 2025-2029, per promuovere interventi con la finalità di mitigare il divario occupazionale e favorire lo sviluppo di attività imprenditoriali nelle aree svantaggiate del Paese riconoscendo agevolazioni per acquisire beni strumentali. 

La manovra si concentra sul sostegno dei rinnovi contrattuali e provvede all’allocazione di risorse per il triennio 2028-2030: è previsto un aumento delle retribuzioni dell’1,8% per il triennio 2025-2027, e 1,9% nel 2028 e 2% nel biennio 2029-2030. 

Per foraggiare gli investimenti privati per l’anno 2025 sono stanziati 1,6 miliardi di euro per credito d’imposta per le imprese che acquisiscono beni strumentali per attività produttive nel Mezzogiorno; per favorire invece la quotazione delle piccole e medie imprese nei mercati regolamentati è prevista la proroga del credito d’imposta del 50% per le spese di consulenza. Per gli investimenti pubblici è previsto il potenziamento del settore della difesa, per un ammontare di 35 miliardi nel periodo 2025-2039 e il sovvenzionamento permanente di missioni internazionali di pace. 

Per promuovere lo sviluppo infrastrutturale del Paese sono stati stanziati 24 miliardi, dal 2027 al 2023, mentre per il potenziamento di interventi di ristrutturazione edilizia e ammodernamento tecnologico del patrimonio pubblico 1,27 miliardi dal 2027 al 2036.

Francesca Vigezzi

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