
Il 15 marzo 2011 moriva Giulia Tavilla, una ragazza di soli diciassette anni, a causa di alcune gravi irreversibili complicazioni organiche dovute ad anni di Anoressia e Bulimia Nervosa. È proprio a partire da questa tragica scomparsa che ogni 15 marzo, in Italia, ricorre la Giornata del Fiocchetto Lilla.
Tale giornata, che trova le sue origini negli Stati Uniti, è stata istituita più di trent’anni fa, con lo scopo di diffondere consapevolezza e sensibilizzare sui Disturbi dell’Alimentazione e della Nutrizione (DAN), più altrimenti conosciuti come Disturbi del Comportamento Alimentare (DCA). A portare attivamente questo messaggio anche sul territorio italiano è stato il padre di Giulia stesso, Stefano Tavilla, il quale dopo la prematura morte della figlia ha deciso di fondare l’associazione Mi Nutro di Vita, nella speranza che ciò che era accaduto a Giulia non dovesse più ricapitare a nessun altro.
Eppure, quello di Giulia, purtroppo, non è stato affatto un caso isolato. Soltanto in Italia, tra i giovani, i DAN costituiscono la più frequente causa di morte, seconda solo agli incidenti stradali, con un ammontare di più di quattromila vittime ogni anno. Inoltre, sono oltre quattro milioni le persone che ne soffrono, cosa che, per dare idea del numero gigantesco, significa che, in media, una persona in un gruppo da quindici potrebbe soffrire di un Disturbo del Comportamento Alimentare. Dati questi, peraltro, che tengono conto “soltanto” delle persone che hanno visto riconoscersi una diagnosi nel Sistema Sanitario Nazionale (SSN); motivo per cui, in realtà, i numeri sono senza alcun dubbio drasticamente maggiori, date le risapute difficoltà di ottenimento di una diagnosi psichiatrica nel nostro SSN.
E questi numeri non sono altro che un’incontrovertibile testimonianza del fatto che, purtroppo, anche se oggi è ormai la quattordicesima ricorrenza della Giornata del Fiocchetto Lilla, ciò che si sta facendo non è abbastanza.
Ogni 15 marzo, infatti, il fiocchetto lilla invita a fermarsi a riflettere per un attimo sulla portata devastante dei Disturbi dell’Alimentazione e della Nutrizione, e si pensa che con ciò si possa tranquillamente liquidare la questione relegandola a una mera ricorrenza annuale… Come se ciò potesse costituire un reale aiuto per le persone che ne soffrono. Come se ciò potesse rappresentare una fonte di supporto per i familiari di costoro. Come se ciò potesse fare tabula rasa delle vite che queste malattie continuano a portarsi via.
Ebbene, la cruda realtà è che tutto ciò non può bastare. Limitarsi solo a sensibilizzare in occasione di una giornata simbolica è ben lontano dall’essere sufficiente a cambiare nei fatti la drammatica realtà dei Disturbi del Comportamento Alimentare. Affinché la Giornata del Fiocchetto Lilla, dunque, non rischi di diventare un evento fine a sé stesso, è necessario che la riflessione e la consapevolezza di questo giorno si trasformino in azioni concrete e sistematiche nel quotidiano.
Ma che cosa si può fare, quindi, oltre il 15 marzo?
Di fondamentale importanza sarebbe, in primo luogo, la diffusione di una cultura della prevenzione, che non si limiti a far leva su campagne di sensibilizzazione di breve durata, ma che si ponga come obiettivo un cambiamento profondo e radicato nella società. La famiglia, la scuola, i luoghi di lavoro, le istituzioni stesse dovrebbero essere formati in tal modo da essere in grado di trattare il tema dei DAN con la dovuta serietà, ma anche con sensibilità e senza pregiudizio; inoltre, sarebbe altresì importante che, se dovesse rendersi necessario, si sappiano riconoscere i campanelli d’allarme e i segnali precoci, senza minimizzare il problema o, peggio ancora, ignorarlo, in modo tale da rimandare subito agli organi di competenzaaffinché questi ultimi possano intervenire tempestivamente.
In secondo luogo, gli attuali servizi sanitari dovrebbero essere rafforzati, aumentati e maggiormente finanziati, in quanto le spaventosamente lunghe liste d’attesa dimostrano che l’SSN italiano, purtroppo, non è affatto in grado di rispondere in modo efficace e tempestivo alle crescenti esigenze delle persone affette da DCA. Inoltre, tra i professionisti stessi, dovrebbe crescere la consapevolezza della necessità di un trattamento integrato e multidisciplinare, che non si limiti a un approccio esclusivamente clinico, ma che formalizzi un percorso di cura che coinvolga la persona nella sua totalità: non si è di fronte, infatti, a malattie meramente del fisico, bensì a malattie psichiatriche; pertanto, lo scopo della cura dovrebbe essere non solo quello, a volte indiscutibilmente necessario, di curare il corpo a livello organico e nutrizionale, ma anche e soprattutto quello di restituire la speranza e la capacità di vivere una vita sana e serena che non sia controllata dal rapporto con cibo, peso e corpo.
Da ultimo, bisognerebbe lottare collettivamente per abbattere lo stigma fin troppo comune secondo cui i DAN, in quanto patologie psichiatriche, sarebbero patologie di serietà inferiore rispetto a quelle fisiche.
Non esiste, infatti, alcuna gerarchia della gravità delle malattie, e le malattie psichiatriche sono vere e proprie malattie non meno di quanto lo siano quelle somatiche. Per di più, il fatto che più di quattro milioni di persone in Italia ne soffrano, e più di quattromila ne muoiano ogni anno, come precedentemente riportato, dovrebbe bastare di per sé ad abbattere tale stigmatizzazione.
In conclusione, il 15 marzo riveste indubbiamente un ruolo importantissimo nel sensibilizzare l’opinione pubblica sui Disturbi dell’Alimentazione e della Nutrizione, in quanto rappresenta un prezioso momento di memoria, attenzione e consapevolezza collettiva, ma non può, né tantomeno deve, esaurirsi nella ricorrenza simbolica di un giorno all’anno. Non è la giornata in sé a costituire un problema, ma la mancanza di un impegno costante e sistematico nel quotidiano!
Il fiocchetto lilla è un simbolo, ma non basta: necessita l’azione. Per ogni sofferenza che rimane silenziosa. Per ogni vita che si spegne. Per Giulia e migliaia di altri nomi. Non possiamo più permetterci di aspettare il prossimo 15 marzo. Dobbiamo agire, ora.