Del: 27 Aprile 2025 Di: Gaia Bassanini Commenti: 0
L’evoluzione del terremoto in Myanmar

Lo scorso 28 marzo un terremoto di magnitudo 7.7 ha colpito il Myanmar, mettendo in ginocchio la già sofferente popolazione, che dal 2021 sta vivendo una violenta guerra civile

Il governo salito al potere in seguito a un colpo di stato è infatti disconosciuto da gruppi di ribelli contrari alla dittatura militare che si è instaurata. Gli scontri tra le parti hanno portato a una grave crisi alimentare e a un notevole indebolimento dell’economia del paese.

Alla prima scossa di terremoto, nei giorni successivi, ne sono seguite altre di intensità inferiore.

L’evento sismico ha interessato anche i paesi vicini, in particolare la Thailandia: è infatti crollato un edificio che ha portato alla morte circa 44 persone, mentre 50 risultano ancora disperse. Le vittime totali del terremoto, al 15 aprile, si stima siano più di 3700, a cui si aggiungono 5710 feriti e circa 130 dispersi.

Dopo la prima scossa, il capo del governo militare, il generale Min Aung Hlaing, ha invitato qualsiasi Paese a fornire soccorso e donazioni. Questa insolita richiesta di aiuto mostra quanto la situazione sia grave, poiché il Myanmar, dopo il colpo di stato, è rimasto molto isolato, intrattenendo rapporti internazionali con pochissime nazioni.

Dal 29 marzo sono arrivati aiuti umanitari da diversi paesi, tra cui Cina, India, Russia, oltre che dall’ONU e dall’UE.

Anche il presidente americano Donald Trump ha assicurato il suo intervento, stanziando due milioni di dollari. La Cina ha inviato invece aiuti per duecento milioni di dollari. Il supporto statunitense, insolitamente modesto, può essere attribuito ai significativi tagli che l’amministrazione Trump ha effettuato all’Agenzia federale per lo Sviluppo Internazionale (USAID), la quale per decenni ha fornito assistenza per lo sviluppo e supporto umanitario in numerosi paesi di tutto il mondo.

Il segretario di Stato Marco Rubio ha dichiarato che gli Stati Uniti non possono più sostenere la maggior parte degli aiuti umanitari globali, invitando le altre nazioni ricche a fare la loro parte dopo il terremoto.

La giunta militare al governo e i ribelli hanno dichiarato il cessate il fuoco temporaneo per i giorni successivi alle scosse, proprio per facilitare l’ingresso nel Paese dell’assistenza umanitaria estera, che è prontamente arrivata sia nella capitale Naypyidaw che in altre città. Ma luoghi come Sagaing, che è la maggiore città vicino all’epicentro e registra l’80% degli edifici presenti distrutti, sono difficilmente raggiungibili dai camion di aiuti poiché il regime ne sta bloccando e rallentando l’arrivo tramite il posizionamento di numerosi posti di blocco che intimoriscono i volontari e scoraggiano gli spostamenti.

La prima tornata di soccorsi è arrivata solo tre giorni dopo il disastro.

Questo ostruzionismo è dovuto al fatto che l’intera regione di Sagaing è uno dei principali centri di attività dei ribelli, proprio per questo, già da ben prima del sisma, era priva di elettricità e acqua pulita in diverse zone. Anche la connessione internet era sistematicamente bloccata o comunque rallentata.

Persino nelle aree dove il governo non li ostacola direttamente, fornire assistenza e soccorso rimane molto complesso: molte strade sono impraticabili per le voragini e per la caduta di ponti ed edifici. Ciò causa, tra le altre cose, l’impossibilità del passaggio di escavatori e mezzi che permettono la rimozione di macerie, le ricerche dei dispersi e il recupero dei corpi.

Nonostante le dichiarazioni di cessate il fuoco, gli attacchi militari da parte del governo sono continuati: nei dieci giorni successivi alle scosse si sono registrati almeno quattordici attacchi.

La situazione è resa ancora più drammatica dalle condizioni meteo: elevate temperature e pioggia torrenziale potrebbero portare alla diffusione tra gli sfollati di malattie, tra cui il colera.

Gaia Bassanini
Mi chiamo Gaia e nella vita cerco di capire cosa voglio fare da grande, nel frattempo cucino, mi faccio incuriosire da ciò che non conosco e provo a capire cosa ci sta dietro. Mi affascinano i testi scritti bene e le persone che conoscono tanti aneddoti. Nel resto del mio tempo studio giurisprudenza.

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