Del: 19 Febbraio 2010 Di: Gemma Ghiglia Commenti: 4
Intervista al Prof. Giorgio Bonera presidente del Consiglio d’Istituto e delegato sindacale RSU di Milano.

Come è avvenuta la smobilitazione dei ragazzi?
La polizia ha dimostrato la massima disponibilità nel farli scendere, non hanno fatto pressioni, anzi, in più di un’occasione mi hanno detto di essere solidali con la loro causa, altrimenti li avrebbero fatti scendere molto prima. Forse all’inizio c’è stata un po’ di rigidità, perché sembrava dovessero sgomberare già dopo il secondo giorno, ma i ragazzi l’hanno capito e perciò si sono seduti sul cornicione, e non a cavalcioni. La polizia ha capito che si trovava di fronte ragazzi molto determinati, con una sincera voglia di continuare a studiare e di continuare con la protesta.
Questo però non l’ha compreso l’assessore e ritengo molto significativo il suo commento (dopo l’episodio del cornicione ) “Sono ancora vivi?”.
Una volta scesi i ragazzi si sono dovuti identificare, ma è stata solo una formalità, i poliziotti sapevano già chi erano, perché sul “Giorno” era uscita una foto in cui si vedevano le loro facce e i loro nomi in didascalia.

Incorreranno in qualche procedimento legale?
Probabilmente avranno un procedimento per occupazione di suolo pubblico ma non di interruzione di pubblico servizio perché i ragazzi, prima di salire sul tetto, avevano distribuito un volantino in cui dicevano che non avevano intenzione di interrompere le lezioni e che, anzi, condividevano la volontà degli studenti di poter continuare a studiare.

Come è stata organizzata la “presa” del tetto?
Devo dire che si sono ben organizzati, in realtà era tutto preparato da un po’ di tempo: ad esempio avevamo deciso che i rifornimenti sarebbero avvenuti attraverso un secchio che mi avrebbero calato giù dal tetto un paio di volte al giorno.

Qual è la situazione attuale dei professori e del personale ausiliario?
Sono state chiuse 10 classi, ma i professori di ruolo devono comunque essere pagati e spostati in altre scuole, ovviamente per mandare a casa i precari. È una situazione assurda, ci sono insegnati, ad esempio quelli di educazione fisica, che hanno due ore di lezione e sedici ore libere! Il comune si è inventato dei progetti “importanti”, di cui però gli insegnanti non si possono occupare perché vengono continuamente spostati come pedine.
Per quanto riguarda il personale ausiliario, invece, non dovrebbero esserci troppi problemi visto che è in comune con la scuola media e il liceo de La Scala, che resteranno aperti.

Quali sono stati provvedimenti presi dal TAR, dal Comune e dal Consiglio di Stato?
Fino ad ora sono stati fatti provvedimenti cautelari provvisori. Ora però tutti i provvedimenti d’urgenza sono bloccati, anche perché il consiglio di stato non ha dato ragione al comune, ma allo stesso tempo ha detto che il processo non deve andare avanti. L’avvocato Faranda (legale dei ragazzi) così, ha chiesto che si decida effettivamente se hanno ragione gli studenti o il comune, cosa che si saprà solo a marzo.

Quali sono le vostre proposte per far fronte alla situazione?
Una possibile soluzione sarebbe quella di aprire almeno 4 classi in cui mettere gli alunni dei due indirizzi, in modo da ridurre i costi. Oppure incrementare le cosiddette “scuole ombra”, renderle un progetto a lungo termine, ma è molto difficile, impossibile in effetti, che ciò accada.

Cosa sono le scuole ombra?
Le scuole ombra sono lezioni nate dalla disponibilità dei docenti, nel loro giorno libero e gratuitamente, agli studenti che non hanno più una classe. Si svolgono nei circoli del PD, unici luoghi in cui abbiamo trovato disponibilità.

Quali sono invece le proposte del Comune?
Il Comune ha riconfermato ciò che era stato scritto ad agosto, con una variante: gli studenti saranno aiutati spostando i corsi da via Marsala a via Rubattino. Si tratta di una presa in giro, perché figurati cosa gliene importa agli studenti.. E’ un provvedimento inutile!
Vengono elencate anche le materie di studio: sono perfino offerte ore di educazione fisica, che non servono a nulla e vengono proposte solo perché il docente ha un sacco di ore disponibili. Sono indicate le materie ma non le ore alla settimana, non quante ore per materia e nemmeno l’orario d’entrata o uscita. Non è una cosa seria! I ragazzi preferiscono seguire le nostre scuole-ombra piuttosto che questi progetti pubblicitari emessi dal comune! Quelli del comune hanno sbagliato tutto, questo dà la dimensione della serietà dei personaggi che lavorano al progetto.

Gemma Ghiglia

Gemma Ghiglia
Classe 1990, studentessa di Relazioni Internazionali. A metà strada fra Putin e la Rivincita delle bionde.

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