Del: 1 Marzo 2010 Di: Redazione Commenti: 0
Indecisi sul voto? Vulcano ha intervistato per voi i candidati presidente per la Regione Lombardia, sui temi università, lavoro, giovani. Il prossimo a risponderci è Vittorio Agnoletto, candidato per la Federazione della Sinistra.

Iniziamo parlando di ISTRUZIONE. La Regione Lombardia finanzia sia la scuola pubblica che la scuola privata. Su un finanziamento regionale di circa 50 milioni di euro, 25 milioni vengono erogati alle scuole pubbliche (circa un milione di studenti) e 50 milioni alle scuole private (circa cento mila studenti). L’impressione è che tale legge, nata per creare una libertà di scelta dell’istruzione, finisca per rendere le scuole private ancora più elitarie. Quale è la sua opinione in merito? I finanziamenti continueranno ad essere erogati nel modo corrente?
Noi abbiamo sempre proposto di abrogare gli odiosi privilegi concessi agli istituti privati e risparmiare circa 30 milioni di euro, da utilizzare nelle scuole pubbliche. È intollerabile che la scuola privata riceva in Lombardia sovvenzioni così alte e in parte indipendenti dal reddito delle famiglie: un nucleo che guadagna 200mila euro l’anno non dovrebbe ricevere agevolazioni di questo tipo, mentre in tante scuole pubbliche sappiamo che manca anche la carta! Questo è un punto saliente del mio programma elettorale: vorrei abolire il buono scuola, la dote scuola e i finanziamenti alle scuola private.
Inoltre costruirei con le scuole un piano straordinario di diritto allo studio, per garantire la qualità dell’insegnamento la lotta alla dispersione rispondendo alle esigenze di una popolazione sempre più eterogenea per provenienza sociale, religiosa e nazionale.
Ancora, occorre garantire l’inserimento e la piena integrazione di tutti disabili ed assicurare con un piano straordinario l’agibilità e la sicurezza delle scuole.
Infine, propongo libri scolastici, trasporti, musei gratuiti almeno per gli studenti fino a 16 anni.

In Lombardia ci sono circa 13 Università, 7 delle quali sono a Milano. Pensa di “usufruire” del sapere accademico, dei suoi brevetti e dei suoi cervelli per guidare la Lombardia nel futuro?
Certamente, è quello il bacino dal quale attingere per costruire un’altra Lombardia, purché quegli stessi cervelli non siano contemporaneamente al servizio di interessi e profitti privati confliggenti con l’interesse pubblico.

Viene spesso rimproverato all’università di essere un microcosmo chiuso, distante dal mondo del lavoro e slegata alla realtà cittadina. Quali strategie intende elaborare per favorire l’integrazione degli studenti nella vita della città?
Il mondo dell’università deve certamente dialogare con quello dell’impresa senza esserne succube. Ritengo infatti che il mondo della ricerca oggi sia troppo condizionato dal business, mentre le borse di studio regionali sono pressoché inesistenti: investire sulla ricerca e sui ricercatori è un primo passo per uscire da questo microcosmo spesso isolato; anche in questo caso sarebbe sufficiente adeguarsi a quanto prevede l’Unione Europea per gli investimenti nella ricerca.

In Lombardia ci sono moltissime case vuote, sfitte o abbandonate da anni. A Milano, in una zona periferica come quella di Maciacchini una stanza singola costa in media 500 euro al mese, solitamente in nero. A Berlino, in Alexander Platz, una stanza singola costa circa 230 euro al mese con contratto. Cosa intende fare in merito a tale problema?
È effettivamente una delle croci degli studenti. L’edilizia popolare studentesca è completamente sotto potenziata: la Regione dovrebbe investire direttamente in questo settore, ne sono convinto. Invece la regione ha recentemente sottratto 500 milioni all’edilizia popolare e li ha invece destinati alla costruzione del nuovo palazzo della regione, con tanto di eliporto e di giardino pensile per il governatore e i suoi ospiti. E nessuno vigila sull’enorme, vergognoso mercato degli affitti in nero: una pratica da debellare assolutamente, a maggior ragione perché colpisce gli studenti.

Stage, tirocini, contratti a progetto. Oggi un giovane, laureato o meno, si deve permettere di poter lavorare gratis per un tempo indeterminato prima di poter avere una busta paga. Cosa ne pensa di questa situazione? E’ inevitabile?
Mi è capitato spesso, anche nell’ultimo periodo. Ovviamente non mi voglio paragonare ai tanti giovani che vengono sfruttati quotidianamente: dietro la formula dello stage e del tirocinio spesso c’è un vero e proprio sfruttamento. Ed è scandaloso. Ma invece di aumentare i controlli il governo ha fortemente ridotto il numero degli ispettori del lavoro.

La Regione Lombardia potrebbe decidere di non appaltare i propri servizi a quelle aziende che usano questi escamotage. Cosa ne pensa di questa proposta?
Mi sembra un’ottima proposta, la Regione dovrebbe dare il buon esempio e stipulare contratti dignitosi con tutti i suoi lavoratori o collaboratori.

Molti degli studenti che frequentano le università lombarde sono pendolari. Il problema dello smog a Milano è oggi sulle prime pagine di tutti i giornali. Una soluzione auspicata è il potenziamento dei MEZZI PUBBLICI. Come intende agire per migliorare il trasporto lombardo?
Vorremmo investire sul trasporto pubblico sostenibile, a Milano e in tutta la regione, migliorando le condizioni di viaggio dei pendolari. Vorremmo un’area metropolitana con servizi integrati e più centri; diciamo stop al sistema “Milano-centrico” e alle periferie degradate o senza servizi, verde pubblico, luoghi di cultura. Occorre un piano strategico della mobilità che lasci ai limiti esterni dell’area le auto, con parcheggi di interscambio gratuiti dove un sistema coordinato di tram, metropolitane e treni conduca verso il centro. Va attuato infine il piano delle gronde su ferro, cioè i collegamenti trasversali tra i paesi dell’hinterland.

Molti studenti si trasferiscono in Lombardia da tutte le regioni d’Italia e molti sono i ragazzi stranieri nel nostro Paese per ragioni di studio. Come pensa di agire sulle politiche giovanili e di integrazione?
I circuiti ricreativi pubblici non sono finanziati a dovere: è importante che l’offerta culturale per i giovani sia economica ed accessibile. A questo proposito, allargare ai giovani anche non studenti (molto probabilmente lavoratori precari o simili) gli sconti o gli ingressi gratuiti a mostre, gallerie, spettacoli sarebbe un’ottima cosa.

Chiude dopo 13 anni di attività sociale ANTIMAFIA l’Associazione SoS Racket. Qual è la sua proposta di contrasto in merito al pizzo, al racket, al comportamento mafioso nella regione Lombardia?
Dopo i recenti casi di tangenti e corruzione, è emerso un chiaro sistema di collusioni, clientele e favori. Noi siamo gli unici “puliti”, è evidente che queste logiche sono trasversali ai partiti “forti” e queste pratiche sono favorite dall’assenza di una vera opposizione e da pratiche consociative: quando la maggioranza e quella che dovrebbe essere l’opposizione cercano invece un accordo sugli affari, è più facile che trionfi il malaffare. Personalmente da sempre sono vicino all’impegno di Libera e di don Ciotti contro tutte le mafie: ritengo che il contrasto alla criminalità organizzata debba essere una priorità del prossimo esecutivo lombardo in vista dell’Expo e dell’enorme giro d’affari che comporterà. Il rischio è che le collusioni tra mafie, politica e imprenditori crescano in modo esponenziale. Certo non è un buon segnale che la commissione nominata dalla Regione per sorvegliare la trasparenza degli appalti in occasione dell’Expo abbia al suo interno un indagato!

In Lombardia, la SANITA’ costa meno in confronto alle altre regioni. Ma se alla spesa sociale aggiungiamo il ticket e il costo a volte proibitivo dei farmaci, la spesa diviene in linea con il resto dell’Italia. Solo che in Lombardia ci sono molte cliniche private che attingono al denaro pubblico. Quale è la sua politica sulla sanità? Cambierà qualcosa?
Partiamo dal presupposto che per noi la salute non è una merce né un mercato. La sanità lombarda, senza negare le eccellenze di molte strutture, riflette la visione del centrodestra, che invece va verso la totale privatizzazione del servizio pubblico. Non dimentichiamo le 80mila cartelle cliniche truccate e gonfiate per ottenere rimborsi illeciti pari a 18 milioni di euro di soldi pubblici, pagati dai cittadini lombardi. Ricordo che le inchieste hanno coinvolto importanti cliniche private come il San Raffaele, il San Carlo, San Donato, San Giuseppe, Sant’Ambrogio e la famigerata Santa Rita.
Per quanto riguarda il rapporto pubblico/privato, basti dire che nel 2000 il 30 per cento della spesa per la sanità in Lombardia andava alle strutture private e il 70 al pubblico, mentre nel 2008 si è arrivati al 38 per cento ai privati e al 62 alla sanità pubblica. Il nostro progetto è quello di invertire totalmente questa tendenza e, in particolare, vogliamo ridurre i tempi d’attesa, rilanciare i consultori pubblici, l’istituzione di un fondo regionale per la non autosufficienza, l’eliminazione delle tariffe a prestazione (il sistema che ha portato gli imbrogli al bilancio pubblico di cui sopra).

Secondo i dati regionali, la Lombardia spende il 4,6 per cento dell’intero bilancio sanitario per la cura della salute mentale. In Europa, la stessa spesa si attesta in media intorno al 8-9 per cento. Nel caso fosse eletto, si adeguerebbe allo standard europeo o crede che la spesa attuale sia consona alle necessità degli utenti delle strutture sanitarie lombarde?
Da medico ritengo essenziale adeguarsi agli standard europei; in Lombardia la sanità sta diventando solo un grosso affare per speculatori senza scrupoli, occorre invertire questo trend negativo e tornare a pensare la salute come un diritto di tutti i cittadini. Sulla salute mentale ci vogliono forti investimenti, così come accade nel resto d’Europa, le famiglie non possono essere lasciate sole con problematiche così delicate. Per non parlare delle rette anche di 1.500 euro/mese che le famiglie spesso pagano per un parente anziano o non autosufficiente ricoverato presso una struttura sanitaria; in teoria dovrebbero pagare i comuni con soldi provenienti dalla regione, in pratica pagano le famiglie.

Se fosse eletto Governatore della Lombardia quali saranno le sue prime tre azioni nei confronti dei Giovani, dell’Università e del Lavoro?
Il blocco dei buoni scuola agli istituti privati per destinare il denaro pubblico al diritto allo studio. Un piano alloggi per gli studenti. Agevolazioni sui trasporti, le mense e l’offerta culturale per i giovani.

Ed ora qualche domanda più personale…
Lei ha mai violato la legge?

Se per violare la legge s’intende manifestare il proprio dissenso contro organismi illegittimi come il G8 o contro opere inutili come la Torino-Lione, o contro l’allargamento di una base militare, o (vado indietro con la memoria…) contestare il rettore di un’università o interrompere una trasmissione televisiva in diretta per denunciare le speculazioni delle multinazionali farmaceutiche sulla pelle delle persone sieropositive, beh, si, allora forse l’ho fatto. Ma ho la fedina penale pulita, per intenderci.

Quanto Le costa l’abbonamento dei mezzi pubblici?
Il mensile urbano costa circa 47 euro, io in genere viaggio con i mezzi pubblici e acquisto il carnet da 9,2 euro. Noi come Federazione della Sinistra proponiamo, per tagliare i costi, un biglietto unico integrato che valga per tutta la provincia.

E un pacchetto di profilattici?
Troppo, questo è poco ma sicuro: 12-18 euro per un pacchetto da sei preservativi è un costo insostenibile, soprattutto per i più giovani. Da anni chiedo che i prezzi vengano abbassati e soprattutto che i profilattici siano resi disponibili gratuitamente e che, come avviene in Francia, nelle scuole superiori e nelle università vi siano distributori automatici a prezzi calmierati. Sarebbe il primo provvedimento per fare davvero prevenzione nella lotta all’Aids, tra le altre cose: è indecente che il centrodestra adotti un atteggiamento totalmente ideologico su questi temi. Oggi in Italia vivono 150.000 persone sieropositive; abbiamo dei farmaci per prolungare la vita, ma non abbiamo nessuna terapia in grado di distruggere il virus; per questo la prevenzione resta fondamentale.

Cosa faceva prima di entrare in politica?
Sono un medico, ho lavorato nel campo della lotta all’Aids, sono stato tra i fondatori e poi presidente della Lega italiana per la lotta contro l’Aids e, prima ancora, sono stato medico del lavoro in alcune fabbriche del milanese. Finita l’esperienza al parlamento europeo sono tornato al mio lavoro di medico, sono appena rientrato da una missione in Mozambico finalizzata a verificare lo stato dei programmi di prevenzione in un Paese che ha 3 milioni di sieropositivi su 20 milioni di abitanti.

In quali scuole ha ricevuto la sua educazione?
Liceo classico Berchet e Università degli Studi di Milano, facoltà di medicina e specializzazione in medicina del lavoro.

Quanto si spenderà a grandi linee per la sua campagna elettorale?
Mi viene da ridere…La mia campagna è davvero low cost, le spese sono ridotte al minimo, fortunatamente mi avvalgo della disponibilità di tante persone che hanno voglia di darmi una mano; anzi, colgo l’occasione per ringraziarli. Comunque per essere precisi tutto rientrerà nel costo complessivo della campagna della Federazione della Sinistra che in totale, intendo per la campagna del presidente, della lista e dei candidati non spenderà più di 50.000 euro; quello che un singolo candidato di un grande partito spende da solo in 3-4 giorni. Sarebbe interessante andare a chiedere ad esempio a Penati e a Formigoni da dove vengono tutti quei soldi…Come potete vedere non abbiamo grandi spazi con cartelloni enormi, né costosi spot televisivi; contiamo sul volontariato e speriamo che ci sia ancora abbastanza curiosità da parte dei cittadini per andare ad informarsi sui diversi programmi.

a cura di Denis Trivellato
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