Del: 20 Ottobre 2011 Di: Redazione Commenti: 0

“La poesia è sempre più di attualità perché rappresenta il massimo della speranza, dell’anelito dell’uomo verso il mondo superiore”.

Zanzotto, Avvenire 15 Febbraio 2011

Dopo Mario Luzi, Alda Merini e Edoardo Sangiuneti la poesia italiana oggi piange Andrea Zanzotto, l’ennesima voce del Novecento che ci lascia. Poeta e partigiano (rifiutò la coscrizione fascista imposta nella Repubblica di Salò per lottare tra le fila di Giustizia e Libertà) aveva compiuto da poco, nel suo Veneto, i novant’anni.

Sin dall’esordio al Premio San Babila (1950), encomio che vantava in giuria Ungaretti, Quasimodo e Sereni, Zanzotto fu subito riconosciuto come il poeta più promettente della sua generazione e divenne, negli anni seguenti, uno dei fari della nuova generazione poetica.

Vulcano vuole ricordare il poeta che cercava di descrivere cos’è la vita usando un nuovo linguaggio che andasse oltre le parole, poiché incapaci di rendere a pieno questa esperienza, e il partigiano che sostenne fino all’ultimo l’unità d’Italia.

La Redazione

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