Tutti conoscono Julian Assange, il radical geek australiano più odiato dalle diplomazie, dalle donne svedesi e dai produttori di condom. Però forse non tutti sanno che Julian Assange fu protagonista di una sortita nella nostra città, poco prima di imboccare la strada che lo avrebbe portato in galera senza passare dal via (ma con un gradevole imprevisto in un paio di letti Ikea).
Nel dicembre del 2009 -quando ancora Wikileaks era soltanto una piccola e promettente stella nana nel firmamento del web – Assange, partito da Sydney e diretto a Londra, fece scalo a Milano dove incontrò un amico programmatore – un ingegnere informatico esperto di banche dati – per passare una piacevole giornata di lavoro e svago.
Raggiunto telefonicamente dal sottoscritto, dopo una estenuante ricerca della quale vi risparmio le dinamiche, il giovane ingegnere ha risposto cordialmente alle mie domande previa assicurazione che le sue generalità non sarebbero state svelate. L’ingegnere ospitò Assange nel suo appartamento situato nelle vicinanze di Piazzale Lodi. Dopo un veloce pranzo – pasta al ragù, caffé e panettone – i due discussero per tutto il pomeriggio di alcune questioni riguardanti l’ottimizzazione dei database di Wikileaks. La sera uscirono per visitare Piazza Duomo e cenarono poi in zona Moscova in un ristorante dal nome francese del quale il nostro testimone non ricorda il nome. In seguito Julian insistette per raggiungere una sua amica australiana che si trovava nella discoteca Plastic. Seppure impossibilitato ad entrare a causa dell’interminabile fila all’ingresso, restò comunque pervicacemente nelle vicinanze del locale finché la bionda amica non si palesò attorno alle quattro del mattino – nel frattempo i due amici ingannarono il tempo sorseggiando degli amari alle erbe in un baretto, amari dei quali Assange si professò grande estimatore.
Assange si eclissò con la fanciulla per qualche tempo. Al ritorno disse di avere trovato un piacevole nido d’amore su una delle panchine del parco Largo Marinai D’Italia. L’ingegnere non ha saputo indicare esattamente quale delle panchine sia stata la prescelta ma ritengo che una informazione del genere possa interessare solo ai feticisti perversi e agli agenti dell’Interpol e dunque, secondo le mie stime, solo al 20% dei lettori di questo giornale universitario.
Nepomuceno Sadda