Si dice che le democrazie abbiano anticorpi forti in grado di difenderle nei momenti più difficili.Il nostro paese ha camminato molte volte sul baratro ma quasi sempre questi anticorpi hanno risposto con forza impedendone la caduta.
Gli anticorpi della democrazia altro non sono che le persone che nei momenti di pericolo scendono in piazza silenziosamente, senza violenza, ma ci sono e sono li a presidiare le strade, la democrazia. È stato cosi il 17 dicembre 1969, giorno dei funerali per la strage di piazza Fontana: una folla silenziosa, ma decisa nel voler difendere lo stato democratico, ha riempito Piazza del Duomo.
Ed è stato cosi anche questo Sabato: a Firenze, a Milano e in numerose città italiane, migliaia di persone sono scese in piazza nel ricordo di Mor Diop e Modou Samb, i due ragazzi senegalesi uccisi a Firenze, a causa della violenza del pregiudizio, dal neo-fascista di Casa Pound Gianluca Casseri, per chiedere al nuovo governo una sterzata decisa in tema di politiche di immigrazione dopo dieci anni di scelte motivate da stupidi pregiudizi razziali e utilitaristiche scelte elettorali.
A Milano un serpentone di circa mille persone partito alle 14.30 da piazzale Loreto ha raggiunto la Piazza antistante la stazione centrale. La risposta del capoluogo Lombardo a questo atto di violenza razzista è stata forte (per una volta tanto)e questo è un segnale importante per una città che sembra uscire in questi mesi da un lungo sonno che dura ormai da più di un decennio.
Proprio Milano, grazie al ex vicesindaco De Corato, è stato un modello esemplare di politiche della discriminazione e del pregiudizio razziale che poco hanno da “ invidiare” alle disposizioni sulla razza vigenti in periodi oscuri della nostra storia nazionale.
È molto importante che proprio Milano sia stata una delle città italiane in cui il grido” basta razzismo “ è stato più forte. Un corteo multicolore uno spezzone meticcio; Non solo la comunità senegalese , ovviamente la più numerosa ma anche la più “incazzata”, in questo giorno di dolore erano presenti rappresentanti di quasi tutte le comunità migranti di Milano e numerosi erano anche i cittadini milanesi nati e cresciuti qua ma che ancora ricordano il vecchio detto secondo cui Milano è la città“col coeur in man”
Questo probabilmente non basta, mille persone sono poche, bisogna infatti ricordare che basta una piazza piena per spaventare il potere ma la piazza da sola non basta per cambiare le cose.
Per vincere il razzismo e far vincere la democrazia bisogna rieducare il nostro paese alla tolleranza alla non-paura del diverso; partendo dalla condanna di uno dei “peccati più gravi” della società contemporanea ossia la progressiva sostituzione della guerra alla povertà con la guerra al povero.
Insomma gli anticorpi ci sono e servono ma poi è il corpo a dover reagire per guarire del tutto.
Jacopo Pozzali