4) Nestlé
Utili: 12 mld €
È la più grande azienda mondiale nel settore alimentare, infatti uno dei suoi motti preferiti è “We feed the world” che è anche il titolo di un documentario nel quale Peter Brabeck, allora (2007) presidente dell’azienda, a proposito della privatizzazione dell’acqua potabile, si esprime così: “Oserei dire estremista il pensiero di coloro che, rappresentati dalle ONG, insistono sul fatto che l’acqua debba essere considerata un diritto pubblico. Ciò significa che ognuno, in quanto uomo, debba avere diritto all’ approvvigionamento d’acqua e questa è una soluzione estrema”. Inoltre, Nestlè è stata condannata per anni per l’uso di tecniche di marketing irresponsabili nella commercializzazione di alimenti per bambini, in particolare del latte in polvere, per la cui preparazione, in molte regioni del mondo, viene usata acqua inquinata. Alla denuncia del “Guardian”, nel maggio 2007, Nestlè rispose negando risolutamente di contravvenire alle regole dell’OMS.
3) Pfizer Inc
Utili: 5,6 mld €
La casa farmaceutica madre della penicillina e del viagra ha effettuato ricerche farmaceutiche non etiche con conseguenze mortali: è esplicativo il caso del Trovafloxacin, testato su bambini nigeriani ignari di fare da cavie per un esperimento farmaceutico; la vicenda, denunciata da Evaristo Lodi di Medici Senza Frontiere, ha portato nel 2009 ad un risarcimento di 75 milioni di dollari in favore dello stato nigeriano del Kano. La Pfizer, insieme alla Bayer, alla Novartis e alla Sanofi-Aventis ha ostacolato la commercializzazione di farmaci vitali nei Paesi in via di sviluppo ed è stata accusata, inoltre, di manipolazione di informazioni, mistificazione e edulcorazione dei risultati dei test.
2) ExxonMobil Corporation
Utili: 30 mld €
È il più grande gruppo al mondo per giro d’affari e fatturato e la sua forza economica è superiore a quella di molti stati, tra cui Ciad e Cameroun che, in guerra civile da anni, sono stati indirettamente finanziati e riforniti di armi proprio dalla compagnia petrolifera.
Nel 2006 ha meritatamente vinto il premio “Worst Lobby Award”, per l’impegno mostrato nella distruzione dell’ambiente naturale di milioni di persone nei territori petroliferi e nella strenua lotta contro la tutela ambientale: complimenti vivissimi!
A questo punto manca la numero uno della nostra classifica, il peggio del peggio:
1 ) Coca-Cola Company
3,9 mld € in utili a cui va aggiunto il valore del marchio, stimato intorno ai 67 mld di dollari
Dopo “Ok”, Coca-cola è il termine più conosciuto al mondo. Ogni giorno più di un miliardo di persone in oltre 200 paesi bevono una bibita della Coca-cola Company, per un totale di 110 miliardi di litri all’anno. L’azienda è stata ripetutamente accusata di ecocidio, poiché ogni giorno ognuno dei 52 impianti di Coca-cola usa tra un milione e un milione e mezzo di litri d’acqua (per un consumo complessivo di 40 mld di litri all’anno) e per aver contaminato con elementi chimici altamente cancerogeni, quali piombo e cadmio, vaste superfici agrarie dell’India sud-occidentale. Coca-cola, che comunque non disdegna le classiche accuse di sfruttamento del lavoro minorile e discriminazione razziale, si è distinta per una feroce e sistematica persecuzione dell’attività sindacale: il sindacato colombiano Sinaltrainal nel 2001 denunciò la compagnia per aver ingaggiato squadroni della morte paramilitari, colpevoli di omicidio, rapimento e tortura nei confronti di membri del sindacato. Otto sindacalisti furono uccisi, altri 65 minacciati di morte. Purtroppo questi tragici eventi si sono ripetuti, in forma più lieve (nessun morto), a Panama solo pochi anni dopo.
A causa di tutte le accuse pendenti sul gruppo, negli Usa, in Germania e in Inghilterra sempre più università boicottano Coca-Cola e, finalmente, i dirigenti dell’impresa hanno cominciato a preoccuparsi.
La lista di multinazionali presentata in questo articolo è puramente arbitraria e incompleta. É impossibile stabilire quali siano le imprese “peggiori”, poiché non esistono criteri oggettivi di scelta. Quelle riportate qui sono un esempio, una rappresentanza di molte altre aziende che troppo spesso si macchiano delle stesse colpe.
Gemma Ghiglia