Del: 12 Novembre 2012 Di: Alessandro Massone Commenti: 0

I Lava Lava Love sono un giovane gruppo indie pop italiano. Scrivono musica intelligente e la suonano bene. Dopo un EP nato quasi per caso nell’estate 2011, hanno proseguito con l’LP A bunch of Love Songs …and Zombies, e sono stati scelti come New Generation Artist da MTV Italia, passando in heavy rotation con il video di Your Lite sul canale Mtv Music del digitale terrestre. Sono Florencia Di Stefano, Vittorio Pozzato, Massimo Fiorio, Oliviero Farneti e Andrea Sbrogiò. Stanno per pubblicare il loro secondo disco.

Foto Lava Lava Love 1

Come va? Nati per caso, prima insieme per gioco e poi sempre piú seri, un EP e un LP alle spalle, un altro in arrivo, un cambio di batterista: come stanno i Lava Lava Love?
I Lava Lava Love stanno molto bene. Abbiamo appena finito di mixare il nuovo disco presso il Green Fog Studio di Genova (dopo averlo registrato, come già il precedente, al Dirty Sound Studio di Angiari – VR) e a giorni faremo il mastering con Andrea Suriani all’Alpha Dept di Bologna. Il disco ci piace tantissimo, e quindi non vediamo l’ora di farlo sentire a chiunque.

A bunch of Love Songs …and Zombies? Perché gli zombi? Chi sono gli zombi del titolo? Parlateci dei vostri zombi nel cassetto.
In realtà “…and zombies” l’abbiamo aggiunto all’ultimo momento al titolo, in quanto tutti fan dei morti viventi. In seguito, per dare un tono di serietà alle interviste e al comunicato stampa, ci siamo inventati altri significati più profondi (che ora nemmeno ricordo più), ma credo di non sbagliare dicendo che, un po’ come la nascita della band, anche questo titolo è nato quasi per caso, per puro divertimento.

Abbiamo avuto una conversazione a riguardo su Twitter secoli fa quando dovevate decidere il prezzo del digital download dell’LP. Mesi dopo, il disco ora è gratis con offerta libera verso l’Associazione Bambino Emopatico Oncologico di Verona. Come vi siete trovati su Bandcamp? Il pubblico paga, fa offerte, o scarica e se ne va?
Ci siamo trovati molto bene sia nel periodo in cui il disco era a pagamento e metà dei proventi andavano in beneficenza, sia ora che tutto l’eventuale pagamento (l’ascoltatore può scegliere se scaricare gratis o fare un’offerta) finisce in beneficenza. Per noi è stato un veicolo perfetto per far girare la nostra musica con estrema facilità. Ovviamente, se parliamo di percentuali, direi che un buon 80% ora scarica senza versare nulla, ma quelli che pagano lo fanno spesso versando cifre molto consistenti, probabilmente legate anche alla bontà di questo loro gesto. Sono certo che, se avessimo messo da subito il disco in download ad offerta libera, avremmo incassato le stesse cifre che abbiamo incassato mettendolo a pagamento. Giustamente, ora che il disco è fuori da più di un anno, ci sta che la gente preferisca prenderlo gratuitamente.

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Sempre riguardo il futuro della musica: dove si va da qui? Tra l’esperimento su Kickstarter di Amanda Palmer e servizi come Spotify e Deezer, sembra che l’idea sia tirare cose contro il muro e vedere cosa resta attaccato. Di che morte si cerca di non morire? Come credete che la vostra industria possa sopravvivere alla diffusione della musica bootleg?
Non ci preoccupiamo più di tanto di quale morte non morire, pensiamo sempre e solo ai modi più particolari per far arrivare la nostra musica a più orecchie possibili. Anche per questo nuovo disco abbiamo molte idee in mente, e speriamo di poterle realizzare tutte.

Sicuramente utilizzeremo un servizio simile a Kickstarter per finanziare uno o due progetti legati alla promozione del disco (disco che, ricordiamo, ci siamo totalmente autofinanziato).

Non crediamo di far parte di una determinata industria, visto anche il rapporto molto particolare (di amicizia, prima di tutto) che ci lega alla nostra etichetta The Prisoner Records. Ci sentiamo di far parte di una band che, ogni tanto, si trova per le mani alcune canzonette e deve assolutamente farle sentire agli amici. Tutto il resto è contorno dal quale, finora, ci siamo tenuti molto lontani.

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Cosa potete dirci del vostro nuovo disco? Cosa dobbiamo aspettarci?
Un disco più semplice e anche molto più complesso del precedente. Non saprei però spiegarti questo controsenso. Le canzoni sono molto brevi, con strutture da classica canzone pop, però nella loro brevità hanno tutto quel che serve. Sicuramente abbiamo lavorato di più sugli arrangiamenti, sui testi e sulle voci, visto che abbiamo fatto una preproduzione di qualche mese prima di entrare in studio (col disco precedente invece scrivevamo le varie parti di arrangiamento direttamente in studio), e credo che questo si sentirà maggiormente. Inoltre abbiamo cercato di variare maggiormente la tipologia delle canzoni: si passa da pezzi addirittura ballabili a canzoni con riff stoner passando per ballate acustiche che ricordano il ballo “Incanto sotto il mare” di Ritorno al futuro. C’è un po’ di tutto, ma sempre molto nel nostro stile.
A me suonate molto beatlesiani, nel migliore dei modi. È un’ispirazione cosciente?
Un’ispirazione molto cosciente. Siamo tutti fan del quartetto di Liverpool e credo si noti tantissimo, soprattutto nella scrittura di Vittorio (principale autore della band). In questo disco però credo di poter citare anche Madonna, gli Smashing Pumpkins e i Cardigans come importanti influenze nella scrittura e soprattutto nell’arrangiamento dei pezzi.

 

 

Consigliate ai nostri lettori un bel disco e un bel libro:
Uno non riusciamo. Facciamo due, dai.
Due dischi: Revolver dei Beatles e Tree Bursts In Snow degli Admiral Fallow.
Due libri: L’imprevedibile viaggio di Harold Fry di Rachel Joyce e Sotto il culo della rana di Tibor Fischer

Alessandro Massone

Alessandro Massone
Designer di giorno, blogger di notte, podcaster al crepuscolo.

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