Del: 14 Maggio 2013 Di: Gemma Ghiglia Commenti: 0

Nel pomeriggio di lunedì 6 maggio, l’Università è stata teatro di un fatto che non accadeva da 40 anni: l’ingresso della polizia in tenuta antisommossa nel cortile principale dell’ateneo. La presenza della celere si spiega con l’esigenza del rettorato di ristabilire l’ordine pubblico, in seguito alla reazione per lo sgombero della Ex-Cuem, realtà autogestita da un gruppo di studenti che nell’aprile del 2012 aveva occupato i locali ormai vuoti (in seguito al fallimento per bancarotta fraudolenta) della storica libreria.
Per cercare di fare chiarezza sugli avvenimenti di questi giorni, oltre ad aver intervistato alcuni ragazzi dell’Ex-Cuem ( http://vulcanostatale.it/2013/05/magma26/ ), abbiamo contattato Stefano Simonetta, professore di Filosofia delegato al rapporto con gli studenti, e Gianluca Cannarozzo, rappresentante di UniSì nel Consiglio di Amministrazione.

 

Prof. Simonetta, vorrei sapere cosa ne pensa di come è stata gestita la situazione in merito agli eventi di lunedì’ 6 e martedì 7 maggio.
Ho contribuito alla stesura del comunicato diramato via mail nel pomeriggio del 7 maggio e, nella sostanza, riflette il mio pensiero. Va però aggiunto che disapprovo il modo in cui la Questura, non in linea con quanto chiesto dal Rettore, ha gestito la situazione.

Come mai si è giunti allo sgombero: è stato veramente indetto un bando “apposito” per assegnare la Ex-Cuem agli studenti che l’hanno occupata, i quali si sono però rifiutati di parteciparvi?
Sì: all’inizio del 2013 si è proceduto con una sorta di pre-bando, una procedura di avviso pubblico, rivolto anche e soprattutto agli occupanti. E le trattative con loro erano già iniziate a fine novembre.

Gli studenti sono stati avvisati dello sgombero e dell’arrivo della polizia?
Sì, anche se informalmente. Ed è stato spiegato loro più volte, nel pomeriggio di lunedì, che sarebbe stato inevitabile ricorrere alla forza se non avessero lasciato la barricata nel cortile grande.

E’ compito del Rettore chiamare la polizia in questi casi?
Certamente sì. Compete a lui e a lui solo.

Come si evolverà la situazione?
Difficile dirlo. Confido prevalga il buon senso. Per parte mia, non intendo rinunciare a tenere aperto un canale di dialogo con gli occupanti.

L’Università è disposta a concedere allo stesso gruppo di studenti uno spazio analogo?
Lo si è sempre detto: sì, a patto di chiederlo come le altre associazioni studentesche e rispettare le regole essenziali del vivere civile.

Cosa ne sarà dello spazio sgomberato?
Al bando hanno risposto due soggetti interessati: scelto chi risponde meglio alle esigenze, tornerà a essere teatro di un’esperienza in linea con quella della vecchia Cuem. Intanto, però, è stato rioccupato…

Che tipo di intervento aveva chiesto il Rettore alla Questura e in che modo è stato disatteso?
A quanto mi risulta, sia la tempistica che le modalità dell’intervento all’interno dell’ateneo sono state diverse da quelle che erano state ipotizzate, nell’eventualità in cui – come è accaduto – si fosse stati costretti a chiedere tale intervento. Chi è chiamato a gestire l’ordine pubblico, d’altra parte, è un professionista e si riserva di agire come ritiene più opportuno. Adesso l’impegno massimo, da parte di tutti gli attori coinvolti, deve essere rivolto a scongiurare il ripetersi di fatti come quelli di lunedì; ma la condizione irrinunciabile è che i ragazzi dell’ex cooperativa libraria Cuem prendano esempio proprio da quella esperienza gloriosa cui dicono di richiamarsi, scegliendo – come viene chiesto loro da mesi e mesi – di ricollocare le loro attività nell’alveo della legalità, con quella dose di intelligenza e fantasia che permette di essere contro senza prevaricare, di dissentire senza ledere i diritti dei tanti, tantissimi, altri.

Quali sono le modalità e la tempistica previste in questi casi?
Non vi sono, che io sappia, “regole d’ingaggio” standard, ma si poteva – e si era chiesto di – procedere in altro modo e in altra ora.

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Gianluca, cosa puoi dirmi riguardo i tempi e i modi dell’intervento della polizia?
Il rettore aveva chiesto di intervenire dopo l’orario di chiusura dell’Università, alle 19.30. Per quanto riguarda i modi c’è poco da dire: spetta alla Questura decidere come intervenire.

Cosa è stato deciso nella riunione straordinaria del Cda? Alcuni parlano di pressioni dirette a far dimettere il Rettore.
Non sono state chieste le dimissioni, ma è stata data disponibilità al Rettore per una gestione più collegiale delle decisioni.

C’è un po’ di confusione intorno al termine “bando”. A quanto pare quello proposto per la concessione dello spazio “Ex-Cuem” non era un bando ma più propriamente un “avviso pubblico”. Qual è la differenza tra i due?
Sì, in realtà si tratta di un avviso pubblico, cioè di un invito a manifestare il proprio interesse, per il quale non è necessaria né la compilazione di un business plan, né l’assunzione di particolari obblighi giuridici. Un bando, invece, presuppone il possesso di requisiti specifici e stringenti.

Chi si è aggiudicato lo spazio?
È un’informazione che al momento non abbiamo, perché le procedure di aggiudicazione sono in corso.

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La Ex-Cuem è tornata ad essere occupata nel giro di 24 ore, e come minimo tra 48 ore sarà effettuato un altro sgombero. Per mettere fine alla probabile catena di sgombero-occupazione-sgombero si dovrà attendere l’arrivo e la presa di possesso dei locali da parte dell’ente/associazione/soggetto, qualunque esso sia, che si è aggiudicato gli spazi. E a quel punto i ragazzi della Ex-Cuem sposteranno le loro attività in uno dei numerosi angoli vuoti della Statale.

Onestamente credo che si potesse evitare tutto questo, soprattutto l’intervento inscusabile della polizia (responsabile di aver ferito quattro studenti) in Università, regolarizzando fin da subito la situazione con la realtà della libreria occupata, se non nell’aprile del 2012 sicuramente a ottobre, dopo l’insediamento del nuovo Rettore. Mi sfugge soprattutto la mancata partecipazione del gruppo Ex-Cuem al bando, o avviso pubblico che sia. Infatti, trattandosi di una libreria interna ad un’Università un affitto mensile di 225€ al metro quadrato (per 120 metri quadrati è pari a 2700€) è estremamente basso: che poi con la loro attività a offerta libera non se lo possano permettere è un altro discorso. Sarà che non ho particolare dimestichezza con le ideologie, ma sono dell’idea che se è possibile rendere stabile una realtà precaria innovativa quanto vuoi, ma precaria sia giusto essere lungimiranti e stabilizzarla. Sarebbe un peccato rinunciare a quel che di positivo c’è in questa esperienza per il rifiuto a prescindere nei confronti delle regole.

Gemma Ghiglia

Gemma Ghiglia
Classe 1990, studentessa di Relazioni Internazionali. A metà strada fra Putin e la Rivincita delle bionde.

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