Chi dice che il 14 febbraio è il giorno dell’amore?
Non è vero, c’è anche chi invece di regalare fiori si dà alla violenza fisica e spacca la testa, in due insieme ad altri venti contro uno pare, nella nostra Università.
Da quanto raccontano i giornali, uno studente avrebbe riportato il cranio fratturato e «danni estetici e funzionali permanenti, tali da richiedere un importante intervento chirurgico ricostruttivo maxillofacciale».
Non c’entra nessuna delle belle fanciulle che camminano per i nostri corridoi. I motivi sarebbero politici. Il ragazzo avrebbe scarabocchiato un manifesto politico senza intenti denigratori, ma solo perché voleva semplicemente disegnare(?!). Verso l’una e mezza di notte sarebbe stato accerchiato e picchiato— ma il Corriere di Milano nell’articolo relativo (http://milano.corriere.it/milano/notizie/cronaca/13_settembre_4/pestaggio-studente-statale-arrestati-antagonisti-ex-cuem-2222899922830.shtml) afferma che più o meno alla stessa ora sarebbe arrivata anche la polizia, chiamata da altri ragazzi, che non l’avrebbe trovato perché già tornato a casa con un amico.
La storia risulta un po’ controversa: perché due ragazzi dovrebbero pestare a sangue un ragazzo solo per uno scarabocchio su un manifesto? Perché un ragazzo, che va ad una festa chiaramente organizzata da ragazzi che frequentano i centri sociali, dovrebbe scarabocchiare i loro manifesti? Era tanto ingenuo? Se condivideva le loro idee, allora perché prenderli praticamente in giro? E se non le condivideva, perché andare ad una loro festa? Perché andare in ospedale a distanza di settimane? Perché questa storia è uscita fuori solo ora, a pochi giorni dal rientro in Università? È vero che la notizia riguarda l’arresto, avvenuto solo ora, ma anche quella del pestaggio ci è nuova.
Forse la decisione che il locale di quella che fu la libreria Cuem venga adibito a “centro di servizi dedicato agli studenti disabili e/o con problemi di apprendimento” non piace neanche agli studenti contrari al’occupazione? Gli arrestati, Lollo e Simone, vengono collegati al gruppo che ha occupato la libreria, ma i ragazzi dell’Ex-Cuem si dissociano dall’accaduto – cosa che non risulta chiara, ad esempio, nel servizio del TG1.
Ultima domanda: perché mai di questa storia se n’è occupato il capo del Quarto Dipartimento Antiterrorismo?
Maria Catena Mancuso