Del: 8 Novembre 2013 Di: Alessandro Massone Commenti: 0

C’è sempre una nuova minaccia.
E potreste essere voi.

È facile dare la colpa a una nazione cattiva o a un’organizzazione senza faccia.
È facile dire “ma come, è ovvio che spiassero tutti.”
Al contrario, tutto è passato completamente sotto il naso anche delle migliaia di complottisti, troppo impegnati ad osservare le scie degli aerei EasyJet.

Chi scrive non ha ancora compiuto ventiquattro anni, e non ha avuto una conversazione telefonica o digitale davvero privata in tutta la sua vita.

Ciao bela

I. Ogni volta che guardate un porno lo state consigliando ad Obama.

Diamo una faccia all’NSA.
Lo potete immaginare, il tipico contrattore privato con cui l’agenzia filtra e organizza i vostri dati. È un ventinovenne pallido, con il viso scavato, occhiaie sotto gli occhi ben oltre l’aspetto maledetto, pelata precoce, è sottopeso, ma ha lo stomaco gonfio di bibite e junk food.
Non c’è niente di romantico o avventuroso o eroico in quello che sta facendo l’Nsa. Dietro PRISM non ci sono tanti Saul Berenson — il tipo è piú Saul Goodman, forse.
Questo è dove deve arrivare la conversazione e l’opinione pubblica attorno allo scandalo che in Italia chiamiamo datagate: non esiste ipotetico, futuribile attacco terroristico che giustifichi l’attentato alla privacy di tutti i cittadini del primo mondo. Cosa renda quello terrorismo, e non questo, non ci è ancora stato spiegato.
Credo che sia in parte anche una questione di parole, come sempre: la parola privacy è diventata così vuota e abusata, che ha ancora senso chiederla, la privacy?
Forse ci serve un’altra parola, un’altra cosa, da chiedere, al governo americano e al nostro. Volendo usare un altro anglicismo: decency.

Dalla recente pubblicazione delle intercettazioni di massa effettuate dall’Nsa sulla linee Verizon non solo emerge che l’agenzia spiasse cittadini americani (che da Europei e italiani, possiamo anche non badarci troppo) ma che, quando James Clapper, direttore dell’intelligence americana, ha dichiarato al Senato di “non raccogliere nessun tipo di dati sui cittadini americani” ha sfacciatamente mentito.
Posto di fronte al problema dal Guardian, Clapper si è espresso in un salto mortale da vera spia cinematografica, divertente quanto preoccupante: “Ho dato la risposta meno falsa possibile.”
Capitol Hill non si è espresso in nessun modo su come questa risposta sia in alcun modo tollerabile.

:-)

La completa distruzione di ogni forma di privacy a livello mondiale è possibile incrociando due leggi ormai famigerate piú che famose. Gli emendamenti al Fisa del 2008, rinnovati pochi mesi prima dell’esplosione dello scandalo, e la sezione 215 del Patriot Act.
Combinate, permettono all’Nsa completo accesso a tutta la posta elettronica americana e a tutte le telefonate in cui almeno uno dei due attori sia non–Americano.
La sezione 215 è stata poi stirata dall’agenzia allo scopo di “garantire” la raccolta dei metadati di ogni telefonata americana, e la costruzione dell’attuale doppio sistema di controllo dei dati trasmessi via internet.

Mentre scrivo queste righe, nessuno sembra supportare piú il regime di spionaggio totale dell’Nsa, a parte Obama stesso. I governi europei mettono la maschera degli scandalizzati, mentre tutte le loro agenzie di spionaggio si facevano complici dell’oscena operazione americana. Tutte le grandi multinazionali della tecnologia — Google, Apple, Amazon, Facebook, e Microsoft — stanno flettendo i loro muscoli lobbistici perché si arrivi ad una riforma.
Lo spionaggio dell’Nsa è un business da piú di 26 miliardi di dollari, che coinvolge piú di 25000 spioni statali, oltre ad un ampio personale militare e quasi 500000 contractor impiegati attraverso aziende private, invisibili. Tutti sanno esattamente il vostro tipo di pornografia preferita.
La completa alienazione dei tecnici del settore emerge particolarmente bene parlando delle collaborazioni tra servizi europei e americani. James Lewis, analista del Center for strategic and international studies, ha dichiarato al Washington Post: “(Pensare) che gli USA e l’Nsa siano gli unici responsabili di abusi e violazioni è assurdo. (…) Il loro comportamento non è fuori dalle regole. Era la regola.”
Il messaggio è chiaro: fatevene una ragione. È surreale.

I numeri:
26 miliardi di dollari,
25000 agenti,
500000 contractor privati.

Perdonate il cliché ma allora cito Giovenale: Quis custodiet ipsos custodes?
L’originale Foreign Intelligence Surveillance Act del 1978 prevede ovviamente una corte che verifichi e garantisca ai cittadini del mondo che l’Nsa non abusi dei propri poteri. Essendo il suo operato rimasto segreto fino alle rivelazioni di Snowden, era impossibile provare a giudicare il suo funzionamento, il suo ruolo di guardiana e garante. Nei suoi trentaquattro anni di esistenza la corte Fisa ha approvato 33942 (trentetremila novecento quarantadue) mandati di sorveglianza elettronica.
Ne ha rifiutati undici.

Nei suoi trentaquattro anni di esistenza la corte Fisa ha approvato 33942 mandati di sorveglianza elettronica.
Ne ha rifiutati undici.

Music for Drones

II. Come ho imparato a non preoccuparmi e ad amare i droni.

I peggiori pubblicitari di Caracas vogliono vendervi che internet sia “il cielo”, “le nuvole”. La parte buffa è che al massimo internet è nell’oceano, non nelle nuvole. La parte meno buffa è che il cielo non è meno spiato delle “nuvole”.

Che crediate che Rand Paul sia un buffone o un buffone pericoloso, la sua operazione di ostruzionismo selvaggio sulla nomina di Brennan come direttore della CIA lo scorso marzo e l’insistente opposizione all’uso dei droni è (sorprendentemente) ammirevole.
Dalle tredici ore di ostruzionismo (bipartisan), è emerso un dato teoricamente rassicurante per i cittadini americani. Eric Holder, Procuratore generale degli Stati Uniti potente nel baffo, ha garantito che gli Stati Uniti non useranno mai droni per uccidere un americano, in territorio americano, se non coinvolti in combattimento.
La parte preoccupante, ovviamente, è il silenzio riguardo gli altri usi possibili di un drone – in primis la raccolta di informazioni. Sappiamo che l’FBI ha già usato droni su suolo americano dieci volte, e che la raccolta di informazioni aerea si è rivelata chiave nel concludere la caccia a Bin Laden.
Ancora piú cupo è come l’amministrazione Obama, proseguendo un vizietto di Bush, sia indulgente riguardo a cosa costituisca essere “coinvolti in combattimento”.
Coinvolti in combattimento sono ad esempio molti trafficanti di droga afgani freddati perché vicini ad Al–Qaeda. In un altro salto mortale simile alle risposte meno false possibile, il Pentagono precisa: “è importante chiarire che gli obiettivi sono terroristi legati al narcotraffico, e non trafficanti legati al terrorismo.” Probabilmente controllano il titolo sul biglietto da visita prima di ucciderli.
Promemoria: questa è la stessa amministrazione che non ritiene di dover produrre prove postume per dimostrare lo stato di combattente di giovani in “classe di leva” uccisi in attacchi radiocomandati.

L’allora sindaco di New York Michael Bloomberg, di fronte agli avvistamenti dello scorso marzo, rispose rassegnato: “La questione non è se sono una cosa buona o cattiva. Semplicemente, non vedo come li si possa fermare. Che differenza c’è tra una telecamera attaccata ad un palazzo o ad un drone? (ndr: i palazzi non seguono le persone) (…) È inutile remare contro le onde”
Se non c’è motivo di temere che l’FBI diventi trigger happy con i suoi droni su suolo americano, se non c’è motivo di temere di essere attaccati mentre passeggiate per una viuzza di Milano, la posizione attuale dell’amministrazione Obama su spionaggio e droni dipinge un futuro a tinte fosche.

“La questione non è se sono una cosa buona o cattiva. Semplicemente, non vedo come li si possa fermare. Che differenza c’è tra una telecamera attaccata ad un palazzo o ad un drone? È inutile remare contro le onde.”
(Michael Bloomberg, allora sindaco di New York)

*

A guardarsi indietro la vista è sempre 10 decimi, dicono.
Ma è chiaro come tutto sbocci (o marcisca) dal dichiarato inizio della Guerra al Terrorismo.
È la Guerra Fredda perfetta, contro un nemico invisibile e sfuggente, una idra con innumerevoli teste, contro cui sono inutili minacce di distruzione mutua assicurata, e che non si arrenderà mai.
La lotta contro questo “Male” che non potrà mai essere sconfitto garantisce completa libertà da qualsiasi bussola etica per gli “Eroi” che la combatteranno.
Un Moloch insaziabile a cui abbiamo sacrificato il diritto ad una vita privata di tutti i cittadini del mondo.

Alessandro Massone
@amassone
Alessandro Massone
Designer di giorno, blogger di notte, podcaster al crepuscolo.

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