Del: 9 Febbraio 2014 Di: Maria C. Mancuso Commenti: 0

Resta una delle poche speranze del pop post Micheal Jackson ed ha una passione travolgente per i primati.

Peter Gene Hernandez, alias Bruno Mars, è nato ad Honolulu nel 1985 e recentemente sta spopolando sul web con una nuova hit intitolata “Gorilla” ―ma che gli piacessero i primati ce l’aveva già mostrato nel video di “The lazy song” nel 2011.
Nella sua ultima canzone il cantante afferma di fare l’amore come i gorilla. Ma perché? E la ragazza – spogliarellista – è d’accordo?
Un antecedente a cui deve essersi sicuramente ispirato il nostro autore è il gioiellino del ‘99 dei Bloodhound Gang , “Bad touch”. Nel video musicale i membri della band sono travestiti da scimmie e corrono per la città cantando: “You and me baby ain’t nothin’ but mammals/ so let’s do it like they do on the Discovery Channel”.

Ai fini della nostra analisi vale la pena ricordare altri versi emblema di questo brano: “Me and you do the kind of stuff that only Prince would sing about”, oppure: “So put your hands down my pants and I’ll bet you’ll feel nuts”.
Centrale in “Gorilla” è il refrain: “You and me baby making love like gorillas”, similitudine molto interessante che ci forza però a ricercare un senso più che mai lontano da quello concreto, visto che i gorilla fondamentalmente fanno l’amore così: [youtube]http://www.youtube.com/watch?v=cZIifE4ARwk[/youtube]

Altra perla forse più splendente, è “Gorilla” di De Andrè dove viene narrata la storia di “un gorilla portato là (in una città ndr) dagli zingari di un baraccone” che, decidendo di perdere la propria verginità, “si dirige sul magistrato / lo acchiappa forte per un’orecchia / e lo trascina in mezzo ad un prato”.
Ad ogni modo, non mi sembra troppo azzardata l’ipotesi che Mars abbia preso come modello le pastorelle della letteratura provenzale facendo qualche riferimento persino al Bestiaire d’Amour di Richard de Fournival.

Ma passiamo all’analisi del componimento.

Freida Pinto, spogliarellista per Bruno Mars in “Gorilla”

Con il primo verso entriamo subito in medias res: “Ooh I got a bottle full of liquor with a cocaine kicker / and i’m feeling like I’m thirty feet tall” ―chiaramente un narratore affidabile.
La storia continua e i due giovani iniziano a conoscersi meglio. Il narratore sembra essere sicuro che la pastorella-spogliarellista ricambierà i suoi sentimenti, nonostante vi sia chi vorrebbe che non si amassero: “If the neighbors call the cops / call the sheriff, call the SWAT we don’t stop / we keep rocking while they knocking on our door”, e in effetti in un certo senso potremmo dire che è così: “And you’re screaming give it to me baby / give it to me m-therf-cker”.

E tra vari “ooh ooh” e sottintesi l’intreccio si scioglie felicemente: lui può scommettere che lei non si sia mai sentita così bene e sa che non sarà più la stessa una volta che lui avrà finito con lei. E questo è sicuramente vero se avrà preso alla lettera di amarla come un gorilla –e lo sa anche il giudice di cui ci racconta De Andrè che, una volta nel prato, “piangeva come un vitello” e “negli intervalli chiamava mamma”.

Maria Catena Mancuso

Maria C. Mancuso
Scrive di agricoltura, ambiente e cibo. Mal sopporta chi usa gli anglicismi per darsi un tono.

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