Le migliori bigiate, si sa, si fanno al parchetto con gli amici. Ieri mattina, con la complicità del tiepido sole primaverile, ho deciso di ravvivare quest’antica e nobile tradizione scolastica bigiando l’affollata biblioteca centrale di via Festa del Perdono, a dispregio dell’imminente sessione estiva. D’altronde il parchetto c’era, gli amici pure. E tra questi, un compagno di bigiate d’eccezione: Alexis Tsipras.
Il leader del partito di sinistra greco Syriza, nonché candidato alla presidenza della Commissione Europea per la lista che in Italia porta il suo nome, aveva in programma infatti una breve sortita elettorale anche a Milano, prima dei due appuntamenti maggiori di Torino (anche lì di fronte all’università) e Bologna (dove ha riempito Piazza Maggiore).
L’incontro, una via di mezzo tra comizio e conferenza stampa, era fissato per le 11. Organizzazione spartana: un piccolo gazebo montato sull’erba in Largo Richini, tavolo e sedie da giardino in plastica verde, microfono e casse, bandiere rosse svolazzanti ovunque; e un gruppo nutrito di militanti a distribuire volantini e appiccicare adesivi.
Nonostante la poca pubblicità (tanto all’interno quanto all’esterno dell’Università), attorno al gazebo si assiepa a poco a poco una folla sempre più numerosa, tra fotografi, sostenitori della lista, studenti e passanti incuriositi. La scelta del luogo fa intendere chiaramente la volontà di rivolgersi all’elettorato più giovane, ma a dire il vero l’età media dei presenti è piuttosto elevata. In tanti di loro si riconosce a prima vista quel tipo di elettore deluso che tuttavia non ha mai smesso di sperare nella rinascita di un forte partito di sinistra: prima Rifondazione, poi Sel… l’azzardo della lista L’altra Europa con Tsipras si regge su questo sogno precario. Da un lato rischia di essere l’ennesima espressione della sinistra intellettuale incapace di rompere il guscio della propria autoreferenzialità, e il tentativo un po’ raffazzonato di trapiantare in Italia il successo di un politico greco; d’altra parte proprio la dimensione europea potrebbe servire a superare l’insignificanza finora avuta dai partiti di sinistra italiani, andando ad ingrossare le fila di un gruppo parlamentare (Sinistra Europea) che ha buone possibilità di essere la terza forza a Strasburgo. Dipenderà tutto dal superamento o meno della soglia di sbarramento del 4%, su cui gli ultimi sondaggi davano L’altra Europa in bilico.
Poco dopo le 12.30 finalmente Tsipras fa la sua comparsa, accolto da un’ovazione e da un assalto dei fotografi, che rischiano di buttare giù il gazebo. Parla con tono fermo e secco, inframezzato dalla frettolosa traduzione dell’interprete. Esulta per i risultati del primo turno delle elezioni amministrative in Grecia, che proprio ieri hanno premiato Syriza a livello nazionale e soprattutto nella regione chiave dell’Attica, dove ormai è il primo partito. Forte di questo successo, Tsipras passa a sintetizzare i cardini del proprio programma: lotta alle politiche di austerità, Europa sociale e dei diritti, una Sinistra forte per combattere tanto la coalizione di socialdemocratici e popolari, che perseguono ormai le stesse politiche, quanto gli estremismi di destra.
Il suo intervento dura circa venti minuti, e termina con un appello scandito in italiano: “Questo maggio votiamo per la nostra vita, votiamo per cambiare l’Europa, votiamo L’altra Europa!”. Seguono poche domande da parte dei giornalisti presenti, e poi subito il leader greco salta sul furgone diretto a Torino.
Il fulmineo tour italiano di Tsipras rientra nel tentativo di superare un certo oscurantismo della stampa, tutta concentrata sullo scontro tra Renzi e Grillo — e in effetti, non dico il parchetto di Largo Richini, ma neanche la piazza stracolma di Bologna ha avuto sui media una decente copertura. Svantaggiata dalla propria novità e dalla scarsità di mezzi, penalizzata dalle polemiche sui nomi famosi scelti solo per attirare voti e da scelte discutibili in termini di comunicazione, L’altra Europa può contare però su una rete agguerrita di militanti e sostenitori, che con un misto di paura e speranza guardano al vicino traguardo del 4%.
Difficile dire, in ogni caso, se potrà essere davvero un nuovo inizio per la Sinistra italiana, o un altro flop destinato a sgonfiarsi presto. La scelta di appoggiarsi a Tsipras si fonda sull’istituzione di una precisa analogia tra Italia e Grecia, due dei Paesi più danneggiati dalla crisi economica e dalle politiche di austerità. E vuole essere anche un simbolo da contrapporre al tedesco Schulz, candidato dei socialdemocratici. Ma la situazione politica italiana (prima ancora che quella economica) resta profondamente differente da quella greca. L’ultima domanda fatta ieri mattina a Tsipras, da un giornalista di Radio Popolare, coglie esattamente il punto: “Cosa manca in Italia perché si abbia una Sinistra che ottenga gli stessi risultati di Syriza in Grecia?” Tsipras sorride e, dopo la battuta “una faccia, una razza”, elenca ciò che accomuna i due Paesi: l’endemica corruzione, la paralisi della politica, la convergenza verso il centro (destra) dei partiti socialdemocratici, i danni dell’austerità. Evidentemente però questo non basta, e l’interrogativo resta, nel suo nucleo, senza risposta.
Sebastian Bendinelli
@Se_ba_stian