Il Naviglio Martesana, voluto da Filippo Maria Visconti verso la metà del Quattrocento e completato sotto Ludovico il Moro nel 1496, nasce dall’Adda all’altezza di Concesa e raggiunge Milano dopo un percorso di circa 38 chilometri, incrociando Lambro e Seveso. Originariamente andava a formare il Laghetto di San Marco (tra le attuali via San Marco e via Solferino) e permetteva, sfociando nella fossa interna dei navigli milanesi, un collegamento diretto navigabile tra l’Adda e il Ticino. Oggi scorre a cielo aperto fino alla Cassina de’ Pomm prima di scomparire sotto il manto stradale di via Melchiorre Gioia, di cui segue il tracciato fino all’altezza di Porta Nuova, dove confluisce nel Cavo Redefossi. Se tra Cinquecento e Settecento rivestì un’importanza notevole per l’approvvigionamento e i commerci della città, oltre che per l’irrigazione delle campagne circostanti e il trasporto passeggeri, oggi la Martesana non è meno amata dagli abitanti dei quartieri e dei comuni che attraversa, grazie anche alle opere di riqualificazione che hanno portato alla nascita del parco omonimo (tra Turro e Gorla, inaugurato nel 1978) e della pista ciclabile che permette di raggiungere Trezzo sull’Adda e, da lì, Lecco.
La zona riceverà certamente un nuovo impulso dall’apertura della Cascina Martesana, una bellissima struttura ottocentesca che sorge sul luogo dell’antico Bagnin de Gorla, la più antica piscina all’aperto di Milano.
Quando, tra le due guerre, la piscina è stata definitivamente chiusa, la cascina ha ospitato le abitazioni dei pescatori e pescivendoli che lavoravano sul naviglio, e per un certo periodo una manifattura di trancerie metalliche. Falliti i tentativi del successivo proprietario di trasformarla in ristorante, è andata incontro a circa vent’anni di abbandono, fino all’acquisto, due anni fa, da parte di tre ragazzi determinati a restituirla alla città.
La riapertura ufficiale risale al 12 luglio scorso, con la partecipazione alla Water Parade, e ha dato il via ad una fitta programmazione estiva. A fine ottobre inizierà invece il grosso dei lavori di ristrutturazione.

Le difficoltà che si incontrano nel risistemare un posto del genere non sono poche. “Non c’è nemmeno la fogna”, ci spiega Marco, uno dei tre soci, “al momento utilizziamo una cisterna per non sversare le acque di scarico nel naviglio”. Ma nonostante il molto lavoro ancora da fare la cascina funziona già a pieno regime, con un gran numero di attività. Nella metà anteriore del cortile il bar serve frullati, centrifughe e crépes ai visitatori curiosi che, magari dopo una passeggiata al parco, cercano un po’ di ristoro. La parte posteriore, tra tavolini da ping pong e strane amache, funziona come spazio associativo per i gruppi che ne fanno richiesta per qualsiasi tipo di iniziativa, dallo yoga alla street art, dai compleanni alle grigliate.

Gli spazi interni sono pensati per ospitare mostre d’arte e fotografia (al momento sono esposte le suggestive fotografie che documentano il passato del naviglio e del Bagnin de Gorla, tra fine Ottocento e inizio Novecento). Dal piano superiore si accede invece a un terrazzo che domina sul parco.
La risposta da parte dei cittadini è stata finora ottima: in moltissimi hanno partecipato alle prime serate, e il progetto ha conquistato l’attenzione del Consiglio di Zona Due, con cui potrebbe iniziare una proficua collaborazione. Certo, si è già fatta sentire qualche lamentela da parte dei vicini, ma, come ci racconta Agostino, che lavora al bar, si sono dimostrati tutti molto disponibili: hanno capito che nel quartiere c’era bisogno di una realtà simile.
Tra un frullato e l’altro (“Ci siamo anche improvvisati baristi”) Marco ci accompagna a visitare i vari ambienti e si mostra orgoglioso dei risultati ottenuti. I tre soci—oltre a Marco, che prima lavorava per Banca Etica, ci sono Andrea, che si occupava di cooperazione internazionale, e Niccolò, organizzatore di eventi teatrali—si sono impegnati nel recupero della Cascina Martesana con dedizione assoluta. Marco ha addirittura venduto la propria casa, per raccogliere i soldi necessari all’acquisto.

Avvantaggiata dall’invidiabile posizione—nella meravigliosa cornice del parco, al riparo dai rumori della città, ma non lontana dalla linea rossa della metropolitana—Cascina Martesana ha ottime possibilità di diventare un importante polo di aggregazione per il nord-est milanese. E offre un magnifico esempio di riqualificazione urbana e di imprenditoria giovanile di successo, da ammirare specialmente in periodo di crisi.

