“Guardo il mondo, vedo quanto possa essere spaventoso, a volte, e cerco di affrontare la paura. La comicità può aiutare ad affrontare la paura, senza paralizzarti ma anche senza dirti che tutto il male sparirà. È come se dicessi: ok, posso scegliere di ridere di questa cosa e una volta che ci avrò riso sopra avrò cacciato il demone e potrò affrontarla davvero. Questo è quello che cerco di fare quando faccio il comico.”

Queste parole sono più che sufficienti per spiegare l’uomo, oltre che l’attore. Si è spento all’età di 63 anni Robin McLaurie Williams, attore comico poliedrico figlio della Juliard School di New York.
Viene portato alla ribalta come headliner nella sitcom televisiva Mork and Mindy, spin-off di una puntata della quinta stagione di Happy Days in cui appariva come l’alieno arrivato dal pianeta Ork in un’astronave a uovo, che guardava la strana realtà del pianeta in maniera comico-grottesca senza mai però perdere profondità, analizzando gli archetipi umani e le loro idiosincrasie, messe a nudo alla fine di ogni puntata da una chiaccherata psicanalitica con l’autorità del suo pianeta di provenienza, il saggio Orson.
Per capire che tipo di attore sia stato basta immaginarlo sempre come un alieno calato in una realtà non sua ma in cui si sentiva completamente a suo agio. Perennemente in conflitto con i caratteri chiusi della società americana, sapeva alternare in maniera formidabile scenette demenziali e momenti di forte tragicità comica.
Attore mai banale, dava profondità e comicità ai suoi personaggi grazie a improvvisazioni indimenticabili — come i monologhi mozzafiato di Good Morning Vietnam del quale la critica del NYT scrisse: “È un grande passo in avanti per Williams che, per la prima volta tra i suoi film, ha la capacità di esercitare la sua irrequieta, totalmente frontale intelligenza comica.”, o il carattere dissacratorio in Patch Adams, forse il film in cui aveva dato il meglio di sé, interpretando il dottore che introdusse la risoterapia per aiutare i malati nei percorsi chemioterapici. Indimenticabile la scena dell’accoglienza ai professori per il convegno di ginecologia con due enormi gambe rosa con la giarrettiera che conducevano ad una porta rivestita di carta marrone.
Celebre per tanti film diventati quasi blockbuster, come Dead Poet Society (L’attimo fuggente) o Mrs. Doubtfire, dimostra massima attenzione anche ai problemi della società di inizio millennio come in The Birdcage (Piume di Struzzo), dove si confronta direttamente coi pregiudizi che ancora oggi incontra la comunità LGBT anche negli Stati Uniti. Fino ai tempi più recenti, in cui, nonostante la passione per la propria vena comico-assurda, come Night at the Museum, lascia anche sfogo a progetti originali come The Man of the Year.
La sua era una comicità che tradiva i passati da palcoscenico, così gestuale e basata sull’impatto fisico che la sua performance regalava. Raggiunge l’apice della carriera con l’Oscar come Miglior Attore non Protagonista del 1998 per il film Good Will Hunting (Will Hunting Genio Ribelle) per un ruolo sempre appoggiato su quella finestra da cui guardava la vita, come quello dell’unico psicologo che fosse riuscito a farsi accettare dal genio ribelle Will e con cui per primo il protagonista si apre e confida.
Il discorso di consegna divenne celebre per quel ringraziamento finale al padre del quale ricordava la volta in cui gli avesse rivelato che il suo sogno fosse fare l’attore e questi gli rispose però di tenersi un lavoro più sicuro, come il saldatore.
Infine chi scrive lo vuole ricordare per il ruolo di Harry in un sogno raccontato dallo psicologo in Deconstructing Harry (Harry a Pezzi) di Woody Allen, in cui interpreta un attore che dopo una mattina di riprese fuori fuoco, in cui la troupe non può riprenderlo; torna a casa e anche lì lo vedono sfocato. Consultato un medico, si arriva alla soluzione di fornire degli occhiali a tutti i suoi familiari per vederlo bene.
La morale che ne trae lo psicanalista di Harry è che lui si aspetti che il mondo si adegui alla stortura che è diventato. Quasi un monito per un attore che combatteva con la depressione, male oscuro che colpisce ogni strato sociale della popolazione e a ogni età.
@JacopoIside