Del: 18 Novembre 2014 Di: Marta Clinco Commenti: 0

I disordini suscitati dal primo sgombero avvenuto ieri al Giambellino certo non hanno intimorito Aler, che questa mattina ha concentrato di nuovo le operazioni alla periferia sud est di Milano, a Corvetto, in zona 4. Alle 6.30 di questa mattina, le forze dell’ordine piantonavano già le porte del centro sociale Rosa Nera – sgomberato definitivamente alle 10.30 – e si sono dirette poi al Corvaccio, dove tuttavia si sono scontrate con le resistenze degli occupanti, arroccatisi sul tetto dell’edificio. Tra sgombero prima e tafferugli poi, nove persone sono state fermate e portate in Questura.

Subito la zona è stata messa sotto assedio dagli agenti, chiuse al traffico via Ravenna e via dei Cinquecento. Avvicinandosi alla zona calda, ben visibili cumuli di spazzatura lungo le strade, cassonetti rovesciati a erigere barricate improvvisate, cui è stato poi dato fuoco.

La guerriglia urbana lascia dietro sé una scia inconfondibile di rifiuti e oggetti distrutti che conduce dal mercato rionale di Piazza Ferrara a via Ravenna – dove si trova il Corvaccio, appunto – fino a via dei Cinquecento, dove peraltro è stato allestito un presidio permanente dai giovani dei centri sociali della zona (ma non solo) e dai membri dei movimenti per la casa, con il sostegno degli abitanti della zona, occupanti e non.

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Una manifestante riferisce di essersi ritrovata sola in mezzo alla strada davanti ai cordoni di polizia poco prima che iniziassero le cariche dispersive; di aver tentato di difendersi istintivamente gettando nella loro direzione la prima cosa che le è capitata tra le mani, un sacco della spazzatura; di aver quindi ricevuto diversi colpi di manganello, all’altezza dell’addome e sulla schiena. “Ci sono i video”, sporgerà denuncia.

Un’altra donna sui trent’anni (vive ormai da più di quindici anni in via dei Cinquecento, proprio davanti al luogo del sit-in), affacciata alla finestra di quel primo piano occupato quando ancora era adolescente, era incinta e senza alcun posto in cui andare, attende lo sgombero ormai imminente; ma attende anche l’orario di chiusura delle scuole: ha paura di allontanarsi da casa, ora, ma teme anche che la figlia – una delle tre – abbia difficoltà a tornare, o si spaventi, per via dei disordini e della polizia. “So di aver sbagliato ad occupare, allora. Lo so benissimo, e mi dispiace. Ma ero giovane, ero incinta di sette mesi, e Aler mi diceva che dovevo aspettare. Non avevo tempo, dovevo trovare una casa subito. E quella casa è stato questo appartamento in via dei Cinquecento, fino ad oggi. Nel frattempo ho trovato lavoro, ora ho tre figlie – ho fatto lavori, ristrutturato e sistemato tutto ciò che non andava. Ho chiesto più volte ad Aler di essere messa in regola, sono disponibile a pagare e saldare eventuali debiti. Ma nulla, niente da fare. Ho sempre pagato anche la tassa sui rifiuti, nonostante mi dicessero che non sarebbe servito. Solo nella mia scala ci sono altri sei appartamenti vuoti, completamente ristrutturati, pronti per essere abitati. Manca il gas, manca il bidet! – ti rispondono, quando provi a chiedere spiegazioni. È così da quando sono arrivata, e non cambierà. Me ne andrei domani, se mi assicurassero che questa casa verrebbe assegnata a qualcuno che la viva. Ma non sarà così”.

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Gli altri sgomberi in programma per la giornata paiono esser rimandati, la tensione è ancora troppo alta per rischiare altri scontri. Il malcontento ed il disagio sono forti, e non hanno timore di uscire di casa e prendersi le strade. Difficilmente, procedendo di questo passo, la tabella di marcia della task force comunale sarà rispettata, anzi: non è poi così assurdo pensare che non verrà portata a termine; almeno, non nei tempi brevi preventivati.

Marta Clinco
@MartaClinco

Altro sugli sgomberi di questi giorni e dei centri sociali questa estate: Giambellino, Zam e Lambretta.

Marta Clinco
Cerco, ascolto, scrivo storie. Tra Medio Oriente e Nord Africa.

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