Del: 24 Dicembre 2014 Di: Marta Clinco Commenti: 1

Da lunedì notte, è disponibile online in formato pdf il primo numero in quindici pagine di Dar al-Islam, l’esclusivo magazine in lingua francese contenente tutte le buone nuove in direttissima dal Califfato. Di fatto, non è la prima pubblicazione del tipo IS a circolare in Europa: si registra, infatti, il precedente inglese dello scorso luglio, Dabiq, la cui prima copia distribuita contava ben 26 pagine, intrise della propaganda più becera e sfrontata, prontamente tradotto in differenti lingue europee.

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L’editore Al-Hayat – l’organo d’informazione prediletto dal responsabile comunicazione dei miliziani in nero, Abu Mohammad al Adnani – si trova naturalmente al centro di molte controversie per i rapporti intrattenuti con i jihadisti; tuttavia non stupisce che il fervente ufficio stampa dell’IS abbia scelto proprio canali tanto istituzionali e centrali come quello di uno dei maggiori quotidiani dei Paesi arabi. Quotidiano di base a Londra, il cui motto peraltro recita: “Life is belief and struggle”, “La vita è fede e battaglia”. Non stupisce, perché una guerra come quella dell’IS all’Occidente, a tal punto spettacolarizzata, cerca fisiologicamente di attirare l’attenzione di quanti più riflettori possibile. Non stupisce, perché una guerra fatta prima di tutto sui media, live – benché antica, e pur sempre guerra – si adegua ai metodi e ai mezzi del nuovo millennio; li fa propri, piegandoli alle proprie esigenze. E così, da qualche parte, si tagliano gole e cadono teste davvero – ma tutto accade anche su twitter, allo stesso tempo e in ogni luogo del Pianeta; in mondovisione: sono subito pixel anche le gole tagliate e le teste mozzate.

Dunque, torno a dire, non stupisce che una guerra il cui confine tra realtà e finzione, tra sangue e spettacolo si ridefinisce tanto facilmente e allo stesso modo si fa incerto, affascini molti di coloro che, dall’altra parte di un’ideale barricata, si ritrovano spettatori di un conflitto che assume esattamente i toni di un videogioco, di un action movie hollywoodiano di serie B. Questo è uno dei motivi per cui si evidenzia un continuo aumento tra le nuove, soprattutto giovani, reclute occidentali, che decidono di imbracciare le armi e combattere per lo stendardo nero del Califfo. Questo è il motivo per cui i metodi di contagio e reclutamento dell’IS sono di fatto propri della società che combatte e tenta in qualche modo di annientare. A proposito di Dar al-Islam, scrive Le Figaro: “Quel est l’objectif véritable de ce magazine? Convaincre les musulmans de France de rejoindre les rangs des djihadistes? Ou bien tout simplement faire peur à l’Occident en montrant la détermination de Daesh?” – “

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Qual è il vero scopo di questa rivista? Convincere i musulmani di Francia a entrare nelle fila dei jihadisti? O semplicemente spaventare l’Occidente, mostrando la determinazione del Daesh?”.

Il motivo della recluta è evidente: a far da sfondo al sommaire troviamo infatti l’immagine di un passaporto francese in fiamme, chiaro invito ad abbandonare il Paese e schierarsi, appunto, tra le file dei jihadisti. In secondo luogo, come si accennava sopra, è anche evidente la volontà di affermare l’istituzionalizzazione del Daesh, dello Stato Islamico, che non teme gli usi codificati del giornalismo occidentale, anzi: li sfrutta e li devia strategicamente per raggiungere i propri obiettivi — prime fra tutti, una visibilità ed una diffusione virali, anche a costo di inquinarsi e corrompersi, adottando gli strumenti del nemico.

Resta comunque tra le priorità del governo francese la lotta al terrorismo – soprattutto quella particolare alla cosiddetta “cyberjihad”. È infatti del 13 novembre la Legge Cazeneuve, che inasprisce tutte quelle disposizioni atte a punire la glorificazione del terrorismo, in particolare su Internet: l’art. 12 prevede, nello specifico, il ritiro entro un massimo di 24 ore – dietro decisione della specifica autorità amministrativa – di contenuti e pubblicazioni che esprimano “istigazione ad atti di terrorismo o approvazione nei confronti di tali atti”. Tuttavia, per bagarre burocratiche e legislative, i regolamenti di attuazione saranno adottati solo nel primo trimestre del prossimo anno, dunque tra l’inizio di febbraio e l’inizio di marzo. Non resta che attendere.

Marta Clinco
Cerco, ascolto, scrivo storie. Tra Medio Oriente e Nord Africa.

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