Del: 18 Marzo 2015 Di: Erin De Pasquale Commenti: 1

Erin De Pasquale
@SirRexin

Se nello scorso weekend avete visto ragazzi o ragazze vestiti in maniera stravagante nella metropolitana di Milano non preoccupatevi, non avete perso la notizia dello spostamento del Carnevale; quelle persone si stavano recando al Cartoomics, fiera del fumetto e del fantasy che dal 1996 si tiene ogni anno a Milano durante il mese di marzo. Il motivo per cui indossavano un abbigliamento così particolare? Erano cosplayer.
Il termine cosplay deriva dalla contrazione delle parole inglesi “costume” e “play”, e indica il fenomeno per cui persone di tutte le età si travestono in modo da somigliare a personaggi provenienti dai più disparati media. Il fenomeno – e di conseguenza il neologismo – è nato ufficialmente nella seconda metà degli anni Novanta in Giappone, e di conseguenza i primi personaggi ad essere imitati furono quelli di manga ed anime. In poco tempo però questo hobby è dilagato in tutto il mondo e ha iniziato ad interessare gli appassionati delle più svariate forme d’intrattenimento, e adesso non è raro vedere travestimenti ispirati a videogiochi, film, telefilm o romanzi.

darth lego

Mentre nel paese del Sol Levante è possibile incappare in qualche ritrovo di cosplayer, il termine indica coloro che praticano il cosplay, anche estemporaneo, in Italia si travestono e si riuniscono per lo più durante le fiere del fumetto o eventi simili. La partecipazione è così numerosa da spingere spesso gli organizzatori a indire gare di cosplay che sono diventate grandi punti di interesse durante le manifestazioni: la maggior parte dei cosplayer infatti lavora per mesi interi tra pensare a come realizzare il loro progetto, cercare stoffe e elementi adatti e infine realizzare il proprio costume — è bello aggirarsi tra gli stand anche alla ricerca del vestito riuscito o all’idea più interessante.
Malgrado io abbia pensato più e più volte di provare a fare un cosplay (come credo la maggior parte delle persone attratte dal mondo nerd), non sono mai riuscito a realizzare questo desiderio; però nel corso dei miei anni di frequentatore assiduo di festival del fumetto ho maturato una certa esperienza “passiva” derivata dall’aver visto ed esaminato centinaia e centinaia di travestimenti differenti. Per questo, ho deciso di dare sei consigli personali (ma non troppo) ad aspiranti cosplayer. Sia chiaro: non voglio ergermi a conoscitore assoluto dell’arte di assomigliare a Goku ma solo per dare il punto di vista di chi i cosplay si diverte solo a guardarli – per poi elogiarli o criticarli.

1. Non scegliere personaggi sconosciuti

Ammettiamolo: chi fa cosplay – un po’ come chi scrive su un giornale – ha almeno in minima parte il desiderio di farsi vedere dalla gente, farsi fermare e magari anche farsi riconoscere. Io sono il primo ad affezionarmi sempre ai personaggi secondari se non addirittura terziari, ma interpretare il cosplay di un personaggio troppo sconosciuto potrebbe ritorcersi contro chi lo fa. Mesi e mesi di sudore, lacrime e sangue per poi passare tutta la fiera senza essere riconosciuto da nessuno mentre il vostro amico vestito da Super Mario non riesce neppure a camminare per tutte le volte in cui viene fermato per fare una foto non è gratificante.
Questo può capitare soprattutto quando si scelgono personaggi tratti da romanzi ancora non adattati in film o serie tv (sì, parlo di voi, fan puristi di A Song of Ice and Fire).

2. Non scegliere personaggi solo perché
“di moda”

È inevitabile che quando un manga (o un anime, o un telefilm, o un film ecc.) raggiunge il picco di popolarità, i cosplayer ispirati ai personaggi di quell’universo aumentino a dismisura. Se vi è sembrata un’idea geniale quella di ispirarsi al protagonista dell’ultimo successo al botteghino, prendete in considerazione che la stessa identica idea sia venuta ad altre centinaia di persone. E vi parlo per esperienza personale: alla decima Elsa di Frozen vista nel giro di mezz’ora, la gente inizierà a non poterne più e tenterà in tutti i modi di evitarvi.
Meglio puntare quindi su un personaggio che conoscete da più tempo e al quale siete più affezionati. È altrettanto fastidioso vedere il centesimo Rufy di One Piece, ma almeno si capisce che non lo state facendo per moda.

3. Se volete fare un cosplay, fatelo bene

Questo consiglio sembra banale, ma chiunque abbia fatto almeno un giro in una fiera qualsiasi sa che purtroppo non lo è. Capisco il desiderio di poter essere per un giorno il proprio eroe preferito, ma nessuno vi obbliga a correre: se non avete tempo, sarà per la prossima fiera.
Non vorrei offendere nessuno con questo discorso, in realtà gli standard qualitativi secondo me da rispettare sono piuttosto bassi; ma se arrivi al punto di portare al collo un cartello con scritto il nome del personaggio a cui dovresti assomigliare, allora forse hai sbagliato qualcosa.
Sconsiglio anche voler fare gli spiritosi scrivendo sulla maglietta “Sono il cosplay di una persona qualunque” o “Free Hugs” — facevano ridere nel 2006.

NB: Ovviamente ciò non si applica ai costumi davvero divertenti e originali, come i due uomini barbuti e villosi che ho visto vestiti da guerriere Sailor: loro erano fantastici.

4. Non comprare costumi già confezionati

Come abbiamo detto prima, essere un cosplayer è un’esperienza che inizia molto prima di indossare il costume finito. La ricerca dei materiali e le notti insonni per il loro assemblaggio costituiscono la metà del divertimento, e quando riesci ad entrare in un vestito cucito da te la soddisfazione raddoppia.
Ovviamente ci sono alcuni elementi, come gli accessori o le armi, che necessitano di essere comprate per non sembrare troppo ridicole, ma acquistare l’intero costume snatura l’essenza stessa di essere un cosplayer. Guadagnerete forse qualche scatto fotografico, ma dal punto di vista morale uscireste sconfitti.
E poi dai, si vede che l’avete comprato!

5. Preparatevi a essere fotografati

Ciò che differenzia principalmente il cosplay da un travestimento tradizionale è che il cosplayer non si limita ad assomigliare fisicamente il più possibile al personaggio a cui si ispira, ma ne ricalca anche il carattere e i comportamenti. Nelle gare infatti viene quasi sempre richiesta anche l’interpretazione di un monologo o un dialogo proveniente dall’opera di riferimento.
Sarebbe carino quindi anche assumere una posa speciale – o a un atteggiamento particolare – da utilizzare quando vi viene chiesto di scattare una foto: rende il tutto più divertente.

Mostratevi contrariati dalla richiesta solo se il personaggio da voi interpretato si sarebbe comportato davvero così in un’occasione simile, altrimenti potete tranquillamente non travestirvi.

6. Non fate cosplay di Naruto

Dopo aver visto un signore sulla cinquantina vestito da Naruto, ho il diritto di dirlo: basta Naruto, davvero.

Erin De Pasquale
Studente di Lettere. Amo i videogiochi, fumetti, serie tv e libri: se esiste qualcos’altro là fuori, non voglio saperlo.

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