
Erin De Pasquale
@SirRexin
Su Topolino 3015 in uscita oggi in tutte le edicole è possibile leggere il quarto episodio de Gli Argini del Tempo, storia divisa in quattro parti e seconda avventura di Pikappa pubblicata sulle pagine del Topo. Meno di un anno fa, infatti, fu pubblicata sempre sulle stesse pagine Potere e Potenza – anch’essa divisa in quattro parti – che rappresentò l’attesa resurrezione del personaggio dal cimitero editoriale.
Per sapere chi è Pikappa e come mai il suo ritorno era atteso da così tante persone bisogna fare un paio di salti indietro nel tempo.
Pikappa non è altro che una versione alternativa e più moderna di Paperinik, alter ego di Paperino creato da Guido Martina e disegnato da Giovan Battista Carpi nel 1969. Il personaggio nacque sull’onda del successo dei fumetti noir in quel periodo, come per esempio Diabolik — da cui trae anche ispirazione per il nome. Proprio come i protagonisti di quei fumetti, Paperinik nella sua prima caratterizzazione era più simile ad un anti-eroe: ereditata Villa Rosa e il costume di Fantomius il ladro mascherato e assunto il soprannome di “Diabolico Vendicatore”, il suo obiettivo era quello di vendicarsi dei torti personali subiti durante la vita come Paperino, come i soprusi da parte di Zio Paperone.
Solo dagli anni ’80 in poi il personaggio è stato caratterizzato nel modo più classico attraverso cui lo conosciamo: Paperinik diventa il difensore mascherato di Paperopoli, assumendo il ruolo del supereroe tradizionale. Le storie in cui appare, però, rimangono sempre all’interno del canone Disney: comiche, per lo più autoconclusive, e dai toni tutto sommato infantili.
Ma è nel 1996 che viene lanciata la serie Paperinik New Adventures, abbreviata in PKNA, prima serie di quella che venne poi definita “saga di Pikappa”. Benché le origini e lo sfondo culturale del personaggio rimanessero invariate, il contesto che da lì muoveva i primi passi era completamente nuovo e rivoluzionario.
Molti giovani artisti Disney, stanchi della stasi dentro cui un personaggio come Paperinik era rinchiuso e intravedendo le sue vere potenzialità decisero di unirsi in questo progetto – capitanati da alcuni veterani del fumetto disneyano come Alessandro Sisti, Max Monteduro ed Ezio Sisto – e fondarono il PK Team.
Le “nuove avventure” in cui Paperinik, chiamato ormai dagli amici appunto “Pikappa” veniva scaraventato non erano più le solite situazioni comiche ma prevedevano invasioni aliene, pirati temporali e viaggi nel tempo; i comprimari tradizionali come Paperina, i nipotini o Archimede vennero del quasi del tutto accantonati (salvo comparire in qualche sporadico cameo) a favore di personaggi originali e più in linea con il cambiamento di rotta intrapreso dalle storie, come l’intelligenza artificiale Uno o il drone della Tempolizia Lyla Lay. Lo stesso Paperino dovette affrontare problemi più “da adulto”, come l’esigenza di conciliare il lavoro e la sua identità segreta – costantemente calunniata dal giornalista Angus Fangus, disposto a qualsiasi cosa pur di scoprire chi si celi dietro quella maschera – seguendo stilemi tipici dei supereroi americani, uno su tutti l’Uomo Ragno.
Anche dal punto di vista visivo gli albi di PKNA si ispiravano al mondo dei comics: non solo il formato era molto simile a quello dei fumetti Marvel o DC, ma anche nello storytelling (il modo in cui vengono costruite le tavole) risulta più che mai innovativo. Si rompe lo schema classico di sei vignette rettangolari per pagine e si abbracciano forme più sperimentali come vignette diagonali, splash-pages e colorazioni monocromatiche.
Un altro elemento tipico della testata era il rapporto tra Pk Team e i fan dell’opera – che presero ben presto il nome di “Pkers” (molto prima della nascita di qualsiasi fandom musicale). La rubrica della posta – in cui i redattori rispondevano in maniera irriverente alle lettere ricevute dagli ammiratori ma anche con una grande dose di autoironia – divenne una delle più amate, dando vita a tanti tormentoni come il celebre PRDQP (Poche Ragazze Da Quelle Parti).
PKNA gode poi di un sequel diretto nel gennaio 2001 chiamato PK2 e un reboot, semplicemente PK – Pikappa. Nonostante queste due serie non ebbero il successo dell’originale, gli autori non smisero mai di sperimentare; la seconda serie per esempio presentò storie più mature, basate più sugli intrighi e sulla psicologia dei personaggi e accompagnate da scelte molto drastiche che minarono la base stessa su cui si era poggiato il personaggio fino a quel momento – come l’eliminazione di Uno – e di conseguenza non vennero recepite positivamente da molti Pkers. Il reboot, benché inferiore a livello di qualità rispetto ai suoi predecessori, prova a rimescolare ancora di più le carte in gioco narrando origini completamente inedite per Paperinik e introducendo il concetto di universi paralleli nei fumetti Disney.
Le avventure di Pikappa terminano definitivamente nel 2005, dopo centouno volumi. Il PK Team si sciolse, i Pkers crebbero e l’esperimento sembrò finito. Alla chiusura della testata seguirono solo ristampe e una miniserie a stampo comico ambientata nell’universo di Pikappa ma con protagonista la sua controparte classica.
Finché nel 2014 il progetto risorse dalle proprie ceneri. Alcuni membri della squadra originale come Francesco Artibani, Lorenzo Pastrovicchio e il già citato Monteduro con l’aiuto e il benestare di Valentina De Poli – attuale direttrice di Topolino e membro a sua volta del Pk Team – decisero di riportare in auge il personaggio con un seguito diretto di Pk2 proprio sulle pagine del settimanale diretto dalla De Poli con la succitata Potere e Potenza, un vero e proprio tributo alla saga originale e ai suoi fan, ma allo stesso tempo un valido punto di partenza per un eventuale rilancio. Benché la testata non fosse la stessa, sfogliando le pagine si potevano ritrovare tutte le innovazioni tematiche e stilistiche dei primi albi della serie (subito celebre diventò la vignetta in cui un Paperino malconcio e ferito si ritrova un mirino laser puntato sulla fronte).
Mentre a novembre 2014 comincia la pubblicazione di Pk Giant, terza ristampa della serie, le voci su un’eventuale terza serie vengono smentite: per ora, le uniche sceneggiature inedite di Pikappa saranno pubblicate solo per Topolino. Nel 2015 oltre a Gli Argini del Tempo – scritta da Sisti e disegnata da un altro membro storico del team, Claudio Sciarrone – è prevista l’uscita de Il Raggio Nero nei prossimi mesi, ma i fan non si arrendono: lo spirito originale c’è ancora, come la voglia di scrivere – e leggere – nuove storie del papero mascherato più tecnologico del mondo. In fondo, Pikappa ci ha sempre abituato ad aspettarci l’inaspettato.
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