Del: 30 Settembre 2015 Di: Stefano Colombo Commenti: 1

Stefano Colombo
@Granzebrew

Josh Begley è un tipo tenace, lavora all’Intercept e ha sviluppato una app per monitorare le azioni dei droni da guerra americani. L’app si chiama — si chiamava — Drone+. A ogni attacco di qualche velivolo della morte automatica, tra le montagne del Pakistan o i deserti dello Yemen, sullo smartphone di chi aveva scaricato l’app appariva una notifica. Apple si è sempre rifiutata di inserire l’applicazione nel proprio store, giudicandola “not useful or entertaining enough” e respingendola per ben cinque volte. Ma alla fine Bergley, dopo averla ribattezzata Metadata+, era riuscito a renderla disponibile per chiunque volesse scaricarla all’inizio di quest’anno. Le notifiche inviate dalla app erano piuttosto circostanziate.
Apple ha rimosso l’app dal proprio store questo weekend, dopo sette mesi di permanenza.
L’ha fatto, spiega, perché l’applicazione includeva “excessively crude or objectionable content.” Una motivazione ufficiale che pare artificiosa, visto che l’app utilizza mappe e testi scritti ma non mostra foto turpi dei resti dei bombardati.

L’app non sarà più disponibile per l’installazione ma coloro che già l’hanno scaricata potranno continuare ad usarla. Gli utenti hanno ricevuto un messaggio da parte di Apple, che annuncia la rimozione dell’applicazione dallo store. Begley, dal canto suo, annuncia che non demorderà e continuerà la sua opera d’informazione tramite altri canali, tra cui l’account Twitter @Dronestream.
A lasciare perplessi è il comportamento di Apple, che sta perseguendo una politica piuttosto intransigente sulle applicazioni disponibili per i suoi smartphone, lasciando trasparire una visione delle app diversa da quella di altre forme di intrattenimento. Riporta il Guardian che qualche tempo fa, nelle linee guida per la pubblicazione su App Store, era apparsa la seguente dichiarazione:
“We view Apps different than books or songs, which we do not curate. If you want to criticize a religion, write a book. If you want to describe sex, write a book or a song, or create a medical App.”
Due mesi fa, Apple aveva rimosso una serie di app tra cui giochi violenti, con riferimenti alla criminalità organizzata o semplicemente che esibivano la bandiera della Confederazione sudista. L’azienda a quanto pare ha a cuore l’integrità civica dei propri utenti, ma stavolta dovrebbe chiedersi se si è schierata dalla parte giusta.

Stefano Colombo
Studente, non giornalista, milanese arioso.

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