Del: 27 Ottobre 2015 Di: Alessandro Massone Commenti: 0

Il presidente portoghese Anibal Cavaco Silva ha rifiutato di affidare a António Costa, leader dei Socialisti, l’incarico di formare un governo di coalizione delle forze progressiste e di sinistra che insieme costituiscono la maggioranza della Assembleia da República.
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Quelle elezioni perse da tutti.

    • Alle scorse elezioni del 4 ottobre infatti, in un “ribaltone” telegrafato, il leader neolib del Partido Social Democrata (PSD) Pedro Passos Coelho non è riuscito a conquistare la maggioranza assoluta dell’Assemblea. La coalizione da lui guidata, Portugal à Frente, Prima il Portogallo, è riuscita comunque ad arrivare “prima”, con il 38.6% — che tuttavia si traduce in soli 107 deputati, quando per garantire la governabilità ne sono necessari almeno 116. (L’Assembleia da República è composta da 230 deputati.)
    • In quella che sta diventando una tradizione europea, le forze progressiste e di sinistra, incapaci di presentarsi come una coalizione organizzata alle elezioni, si sono visti strappare la vittoria formale da un distante secondo arrivato.
      Il Bloco de Esquerda, Blocco di Sinistra, ha visto il proprio bacino elettorale raddoppiare rispetto alle precedenti elezioni. La comunista Coligação Democrática Unitária, Coalizione Democratica Unitaria, è passata dal 7.9 al 8.4%. Insieme al Partito Socialista di António Costa, le forze della sinistra avrebbero vinto con uno schiacciante 52,2%.
    • In mancanza di una coalizione formale con una maggioranza netta, al Portogallo si pongono di fronte tre vie.
      1. Un governo di minoranza guidato dalla coalizione conservatrice Prima il Portogallo, formatasi attorno al PSD di Pedro Passos Coelho.
      2. Un governo di minoranza guidato dal secondo partito, il PS di António Costa.
      3. Un governo temporaneo che porti il Paese a nuove elezioni la prossima primavera.
    • La prima soluzione non è di fatto attuabile: la forza di Pedro Passos Coelho è già una coalizione che raccoglie tutte le forze conservatrici, e non ha interlocutori nella nuova Assembleia. L’unica possibilità, un governo con l’appoggio dei socialisti è stata immediatamente scartata da Costa — che mira ad un governo a proprio timone. Ne avrebbe i numeri, forte del supporto di 123 deputati.

Party of European Socialists (PES) meeting in Brussels

    • Dopo il risultato elettorale, la sinistra si è organizzata in una coalizione “di fatto” e Costa è pronto a guidare un governo progressista con l’incarico di interrompere le misure dell’austerità dettate dall’Unione Europea. Sebbene i Socialisti “non siano Syriza”, come Costa tranquillizza dal 5 ottobre, l’idea di un governo sostenuto da 36 deputati comunisti scuote le alte sfere portoghesi, e probabilmente, nel silenzio, l’Europa.

 

“È mia responsabilità tranquillizzare istituzioni e investitori.”

  • In un discorso shock, Anibal Cavaco Silva ha svelato le carte: “Non potrebbe esserci un momento peggiore per un cambio radicale alle fondamenta della nostra democrazia.” ha detto davanti alle televisioni della nazione, “Dopo i pesanti sacrifici intrapresi, è mia responsabilità, entro i miei poteri costituzionali, di fare tutto il possibile per prevenire che istituzioni finanziarie, investitori e mercati ricevano falsi segnali.”
  • Cavaco Silva strumentalizza uno dei punti del programma del Blocco di Sinistra, che metteva in discussione la partecipazione del Portogallo all’Eurozona. Tuttavia, la questione era già stata cassata da Costa, che aveva espressamente dichiarato che la questione dell’uscita dall’Euro non sarebbe stata parte del programma del suo governo di coalizione.
  • Un’ulteriore forzatura — lo spettro del crollo della borsa nel caso di una vittoria del centrosinistra era uno degli elementi centrali della diffusione di Fear, Uncertainty and Doubt (FUD) da parte della propaganda della coalizione di Pedro Passos Coelho.
    Ed in parte è vero, dopo il nulla di fatto elettorale del 4 ottobre, la borsa portoghese ha perso quattro punti percentuali in due giorni — quattro punti che però ha recuperato entro la fine della settimana.
    Con il mercato secondario drogato dallo shopping di titoli di stato della BCE, anche le minacce di una imminente esplosione dello spread sono prive di fondamento.
  • A scanso di inversioni di rotta imprevedibili, in cui i Socialisti accettassero di formare un governo con la destra, o che vedano Anibal Cavaco Silva costretto a dare a António Costa l’incarico, il Portogallo si prepara a rimanere col pilota automatico fino alla prossima primavera, il tempo minimo prescritto dalla Costituzione per tornare al voto.
    La strategia, sia essa onestamente indigena o di provenienza belga, è ovviamente fallimentare. Come si è visto piú volte negli ultimi anni, e in Italia alle elezioni politiche del 2013, un elettorato ignorato percepisce il proprio voto come privo di valore e vota di conseguenza, portando a risultati estremamente polarizzati, spesso a favore di forze anti–establishment.
  • Durante l’Odissea greca di Tsipras piú volte ci siamo chiesti se e come potesse l’Unione Europea di oggi essere compatibile con un governo che facesse politiche di sinistra. Oggi la risposta sembra piú chiara che mai, e la lezione ben imparata dallo schieramento conservatore continentale.
    È così che leggiamo o ascoltiamo un discorso in cui un capo di stato cita la costituzione e, disconoscendo completamente il voto popolare, dichiara come propria responsabilità improrogabile il “tranquillizzare il mercato”, – sono parole golpiste – e nemmeno piú si batte ciglio.
Alessandro Massone
Designer di giorno, blogger di notte, podcaster al crepuscolo.

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