Posted on: 21 Novembre 2015 Posted by: Redazione Comments: 0

Elena Cirla 

La moda ecosotenibile è, molto banalmente, una moda che si propone di utilizzare materie prime vegetali e di sfruttare tecniche di produzione a basso impatto ambientale.
Sembra che il sostantivo “moda” e l’aggettivo “sostenibile” siano due termini che viaggiano su due binari paralleli, che non si incontreranno mai e mai avranno la possibilità di essere associati.

E invece il tema dell’eco/ethical-fashion è sempre più sentito e molto in voga, tra animalisti e non.

Sono note le battaglie di questi ultimi contro l’uso – e abuso – di sostanze di derivazione animale, come seta e lana, a favore, invece, di tessuti vegetali quali lino e cotone; particolarmente impresse nell’immaginario collettivo sono le sfilate in cui all’esterno, oltre le transenne, frotte di animalisti convinti aspettano l’uscita delle creazioni –spesso pellicce– per imbrattarle di vernice.

Ma siamo sicuri che questa rivoluzione parta sempre e solo dall’esterno?

Ci sono numerosi stilisti, Stella McCartney al vertice (vegana e ambientalista convinta da anni), che si battono quotidianamente per una moda etica e al tempo stesso ecosostenibile. Non appaiono tessuti di provenienza animale nelle sue collezioni, ogni tessuto “incriminato” viene sostituito da alternative di natura vegetale e/o sintetica. Inoltre, nel limite del possibile, la casa cerca di utilizzare cotone organico.

Pare che la sfida maggiore sia stata quella con la pelle, materiale amato e osannato da tutti i designers, perchè sempre di tendenza e, riuscendo a cadere bene sul corpo di qualsiasi donna, particolarmente appetibile per la vendita.

Un giorno sarà possibile sostituire tali tessuti con innovazioni quasi futuristiche — ad esmpio l’orange fiber1 , fibra derivata direttamente dall’arancia che, oltre al basso impatto ambientale, ha il vantaggio di rilasciare sulla pelle le proprietà benefiche dell’agrume.

Ma la ricerca della sostenibilità non si ferma qui: anche il risparmio energetico sta molto a cuore all’azienda, che si impegna nell’assicurare che il 45% delle operazioni derivi da energia “green” al 100%.

runway-to-greenGrab via

Infine, famosissimo è il #MeatFreeMonday, un’iniziativa lanciata sotto forma di blog nel 2009 da Stella, il padre Paul (sì, proprio lui) e la matrigna Mary, che punta a convincere i lettori ad evitare di mangiare carne e ad informarsi sui rischi personali e sull’impatto che questo può avere sull’ambiente.

Ma non è solo Stella McCartney a supportare la causa della sostenibilità nella moda: molto spesso sono le grandi catene low cost a proporre delle scelte ecofriendly. Un esempio è la H&M Conscious Collection: il colosso svedese di Hennes & Mauritz propone infatti, accanto ai capi della collezione permanente, delle scelte più “consapevoli”, che utilizzano materiali locali e sostenibili, pur cercando di mantenere un’impronta cool. Molto usato è, anche in questo caso, il cotone organico – il cotone in sé è il materiale più sfruttato da H&M – che, a detta del marchio, conquisterà l’intera produzione entro il 2020.

Altra grande paladina dell’eco-fashion è Lauren Bush, stilista americana che, collaborando con la casa di moda del marito (figlio di Ralph Lauren), ha creato il FEED Project, un progetto filantropico che prevede una linea di accessori eticamente sostenibili. Associandosi al Programma Alimentare delle Nazioni Unite, ogni accessorio venduto provvede a raccogliere fondi che vengono devoluti per l’acquisto di pasti successivamente distribuiti alle scuole più povere di Africa e Asia.

Ed è fresca fresca di giornata la notizia sull’impiego di nuovi ecotessuti, il “Nettle Denim” e il “Cypress”, entrambi vegetali – l’uno derivato dalle ortiche e l’altro dai cipressi –usati dall’unica azienda interamente ecosostenibile al mondo, Re-Bello. La direttrice creativa della casa, Ivana Omazic, si è impegnata nella realizzazione di stoffe alternative ma non per questo fastidiose: come nel caso dell’orange fiber, infatti, la fibra viene lavorata fino alla realizzazione di un tessuto morbidissimo e perfino lenitivo per la pelle.
Siamo ancora convinti che la moda etica ed ecosostenibile sia solo un miraggio?

Note

  1. Orange Fiber – il primo tessuto sostenibile dagli agrumi al mondo – non è ancora in commercio, ma la produzione industriale è in via di ottimizzazione e dovrebbe arrivare sul mercato entro il 2016. []
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