Del: 30 Dicembre 2015 Di: Redazione Commenti: 0

Sheila Khan

Slava’s Snowshow va in scena ed è subito magia e incanto. Il tema della neve è già annunciato dal titolo e suggerito dai manifesti sparsi per Milano, eppure lo stupore che si prova nell’entrare in una sala cosparsa di coriandoli bianchi, accompagnati dal suono tagliente di una bufera, è inaspettato. Il visionario regista e attore Slava Polunin dichiara che il suo è “​un teatro rituale magico e festoso costruito sulla base delle immagini e dei movimenti, sui giochi e sulla fantasia” e questo spettacolo non smentisce, ma anzi conferma con zelo le sue parole.

slava's snowshow

Lo spettacolo comincia con l’entrata del personaggio più conosciuto (e riconosciuto da numerosi premi) di Slava Polunin, e cioè Asisyai, un clown vestito di giallo e con delle soffici pantofole rosse, che presto viene raggiunto da un folto gruppo di clown verdi con ai piedi delle scarpe decisamente fuori misura e sulla testa dei cappelli strani, le cui estremità ricordano le ali degli aerei o delle buffe orecchie sempre tese.

Gli sketch si susseguono uno dopo l’altro, trascinando lo spettatore in un vortice di emozioni e suggestioni: la tristezza del tentato suicidio che apre lo spettacolo viene presto spazzata via da una serie di gag divertenti e coinvolgenti, come quella che vede impegnato Asisyai a solcare un mare di nebbia sopra un improbabile vascello fatto con un letto e un lenzuolo, minacciato da un pesce cane che abbaia, oppure quella in cui cerca di sbarazzarsi di una ragnatela, ma finisce a imprigionare il pubblico che dovrà liberarsi da solo mentre lui sul palco cerca di scacciare un ragno gigante; si passa poi ad una scena di tenera malinconia quando Asisyai deve partire, salutando con molta fatica un cappotto di donna appeso ad un appendiabiti con tanto di cappello  cappotto che verrà animato dallo stesso protagonista, come se partendo stesse lasciando una parte di sé sulla banchina.

La nostalgia è subito scansata da un ritorno di fiamma, dove la cricca di clown verdi torna in scena per giocare con il pubblico, lanciando acqua, coriandoli bianchi e camminando per la platea per scegliere qualche ignaro (e spesso timoroso) spettatore per ballare o per farsi aiutare a risalire sul palco.

slava's snowshow2

La presenza di bambini nel pubblico è molto alta e le conseguenze sono un clima di gioia, risate spontanee senza ritegno, piccole grida di stupore, mani alzate per scoppiare bolle e raccogliere neve impedendo la visuale completa. Il pubblico adulto, inizialmente composto e misurato, si fa coinvolgere dal crescente clima giocoso e alla fine fa a gara con i bambini a chi acchiappa più fiocchi di neve.

In questo senso il finale è sorprendente: dopo la classica chiusura con l’uscita singola dei vari attori e il caloroso applauso del pubblico, la platea si trasforma in un enorme campo da gioco, sorvolata da palloni giganti che il pubblico si diverte a far rimbalzare da una parte all’altra; gli adulti prendono parte alla festa lasciando da parte il contegno e divertendosi con e come i bambini.

Ecco qual è la vera magia di questo spettacolo: oltre allo straordinario impianto scenografico, alla rottura totale della quarta parete e alla pantomima di questi magnifici attori, resta soprattutto il potere di Slava di far ridere e far tornare la spensieratezza e lo stupore di quando si era bambini.

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