
Dennis Galimberti
La questione infinita sul possesso di armi in America è tornata alla ribalta subito dopo l’attentato al centro disabili di San Bernardino, e il Presidente Barack Obama è tornato a sottolineare il bisogno di un’accurata regolamentazione nell’uso delle armi in ambito privato. Obama già in una recente intervista alla BBC aveva dichiarato il suo fallimento riguardo al tentativo di imporre una legge che controllasse più severamente l’utilizzo delle armi e non di rado ha cercato di sensibilizzare l’opinione pubblica americana sul tema.
Il piano di Obama del 2013. Via
La strage di San Bernardino, che ha causato 14 morti, segue le numerose sparatorie avvenute in questi anni in America, come nel 1999 alla Columbine High School che ha causato 13 morti o a Denver, nel 2012, all’anteprima del film di Batman che ne ha causati 12, e si colloca in arco temporale poco dopo la strage che ha colpito il 2 ottobre di quest’anno un college in Oregorn.
I dati sono allarmanti, gli Stati Uniti sono infatti il Paese che ha il numero di civili armati più alto del mondo, addirittura più che in Paesi dov’è in corso una guerra civile, e si stima che una famiglia su tre detenga armi in casa.
Tutto questo è legale e decretato dal Secondo Emendamento della Costituzione degli Stati Uniti che sancisce il diritto inviolabile di ciascun cittadino americano al possesso di un’arma da fuoco.
In America è molto facile reperire un’arma grazie alla presenza di numerosi negozi adibiti alla vendita al dettaglio e le leggi in materia cambiano di Stato in Stato, ma se non si può bere birra fino al compimento dei 21 anni è altresì vero che ne bastano 18 per possedere un’arma, ad esempio in Florida, o per comprarla direttamente in altri Stati.
Un altro dato inquietante è rappresentato dal fatto che i bambini americani rimangono vittima di incidenti con arma da fuoco dodici volte più spesso di tutti i loro coetanei messi insieme tra i Paesi industrializzati. Secondo il Boston Medical Center, 20 bambini al giorno sarebbero vittima di incidenti domestici legati alle armi da fuoco e di questi il 6% muore.
Tantissime tragedie si sono susseguite negli anni, dovute alla negligenza di genitori che hanno lasciato armi incustodite, cariche, nascoste male — un enorme pericolo per i propri figli che, sotto i 10 anni, non si rendono nemmeno conto di ciò che hanno in mano.
Le domande che sorgono spontanee sono due: la prima è perché gli americani hanno così bisogno di possedere delle armi e la seconda perché è così difficile cambiare la legislazione al riguardo. Secondo un sondaggio effettuato dal Daily Beast si evince che i cittadini americani si sentono attratti dalle armi prima di tutto per la difesa personale e della propria famiglia, ma anche per collezionismo, per mero piacere pratico nell’utilizzo al poligono e, in alcuni casi, addirittura affermano che possedere un’arma è un bisogno per mantenere la democrazia.
Da queste risposte si capisce che la legge è difficile da cambiare perché il popolo americano si sentirebbe privato di un suo diritto; a ciò si aggiunge il ruolo centrale che le lobby delle armi, in particolare l’NRA [National Rifle Association], ha nella politica americana, finanziando politici favorevoli alle proprie cause e campagne d’opposizione alle leggi che limitano l’uso di armi. Ad oggi il commercio di armi da fuoco frutta più di 8 miliardi di dollari l’anno ed è destinato ad aumentare.
Nel novembre 2016 l’America sarà chiamata al voto per eleggere il proprio Presidente. I due candidati favoriti sono il repubblicano Donald Trump, assolutamente contrario al controllo sulle armi (anzi, vorrebbe aumentarne il numero), e la democratica Hillary Clinton che ambisce, invece, a limitarne drasticamente la circolazione. Si prospetta una battaglia senza esclusione di colpi.