Del: 30 Gennaio 2016 Di: Redazione Commenti: 0

Federico Arduini

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Formatisi in Turchia, per la precisione ad Istanbul, gli Elephant and Whale sono una rock band post-progressive composta da Murat Uyar al basso, Metin Zeybek alle chitarre e tastiere, e Altay Gencbay alla batteria che ha pubblicato il proprio esordio alla fine dello scorso anno, diventato subito uno delle eccezioni in un panorama musicale sempre più omogeneo.
Caratterizzati da un’attenta ricerca sonora, spaziano da una combinazione di diversi generi quali post rock e shoegaze, per creare atmosfere e sensazioni uniche, figlie di un sapiente dosaggio in sede di mixaggio.

Il loro EP di esordio, Cold, Pale and Quiet, rilasciato nello ottobre scorso, è composto da due diverse tracce strumentali di lunghezza diversa, entrambe davvero interessanti.

 

“Hello” è aperta da una serie di arpeggi sommessi al synth, a cui rispondono fin dalle prime battute del brano la chitarra elettrica distorta e una buona sezione ritmica fino ad un silenzio improvviso — di un’atmosfera molto malinconica, resa perfettamente dal suono sfumato della chitarra. Il brano, totalmente strumentale, si chiude con un piano nel silenzio, dopo l’esplosione ritmica e armonica da pelle d’oca al centro di un un primo singolo davvero notevole dalle sonorità d’influenza floydiana.

Segue “Rosebuds”, brano simile al precedente nelle sonorità ma decisamente più ritmato e particolare. La voce in sottofondo di Metin, distorta e sommessa, sembra quasi provenire da un’altra dimensione per un testo davvero interessante.

Run through the sun,
The old time has just began.
All is the same,
All as one.
Tired and pale,
Dreamin’ the best days of life.
No one cared,
We made the worst choices in life.
So, we did everytime,
And we did until we realized,
The sky was just,
Too high to climb.

Solo di una settimana fa è invece il terzo e ad oggi ultimo pezzo rilasciato dal gruppo: “Dead Stars”.
Lungo brano di oltre sette minuti, è dominato nella prima parte dall’elettrica e da cambi ritmici che ricordano i primi Crimson — presenti in alcune sonorità anche nella seconda parte, costituita da un dialogo tra basso e ritmica che fanno da tappeto al sussurrare appena percettibile di Metin fino alla riaccensione del brano che si arresta d’improvviso.

So close to me
So close to me
Inside of me
Dividing me
So close to me
So close to me
This void in me
Inviting me
So close to me
So close to me
The eyes on me
Renaming me
So close to me
So close to me
Away from me
Erasing me
So close to me
So close to me
Right after me
Draining me
So close to me
So close to me
A call for me
Reclaiming me
So close to me
So close to me
No god with me
Forgiving me
So close to me
So close to me
It’s you and me
Redeeming me

Ascoltando questi tre brani degli Elephant and Whale si ha la netta sensazione di aver a che fare con un gruppo davvero molto interessante con ottime potenzialità e un sound già in parte definito, rimanendo in attesa di un vero e proprio album da poter gustare.


 

Formazione
Bass: Murat Uyar
Guitars / Keys / Vocals: Metin Zeybek
Drums: Altay Gencbay

Tracce
EP“Cold, Pale and Quiet”
Hello 4.55
Rosebuds 3.23

Singolo
Dead Stars 7.15

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