
Ne è pieno il mondo di storie di miliardari eccentrici, dediti a spendere immense quantità di denaro per soddisfare i propri capricci e organizzare festini nello stile di Jay Gatsby. Poche di queste storie, tuttavia, hanno come protagonista una donna. E non si sta parlando di una donna qualsiasi.
Marion ‘Joe’ Carstairs è una donna insolita del XX secolo. Immensamente ricca, dichiaratamente lesbica, imprenditrice, pilota di motoscafi da corsa, regina indiscussa di un suo piccolo dominio alle Bahamas, era deliziata ogni volta che qualcuno, vedendola tatuata, fumatrice di sigari, vestita di costosissimi completi fatti su misura, la scambiava per un uomo.
Nasce nel 1900 a Londra, figlia Frances Evelyn Bostwick, peculiare ereditiera americana, alcolizzata, maritata quattro volte, ultima delle quali con Serge Voronoff , chirurgo russo divenuto famoso negli anni Venti e Trenta per aver tentato metodi di ringiovanimento maschile attraverso l’innesto di testicoli di scimmia.
Durante la Prima Guerra Mondiale, la giovanissima Joe Carstairs, da sempre appassionata di macchine e motori, serve in Francia con la Croce Rossa Americana come conducente di ambulanze. Dolly Wilde, nipote di Oscar Wilde, è sua collega e diventa una delle sue prime amanti. Dopo la guerra Carstairs decide di lanciarsi, a Londra, in un’inedita esperienza imprenditoriale: fonda X-Garage, un servizio unicamente femminile di meccaniche e autiste, molte delle quali hanno svolto lavori simili durante la guerra. Le vetture del X-Garage diventano presto un mezzo di trasporto abituale nei circoli alla moda londinesi, e possono essere noleggiate anche per lunghi viaggi e per accompagnare parenti in lutto a visitare le tombe dei caduti di guerra e i campi di battaglia in Belgio e in Francia.
Quando, nel 1925, eredita l’immensa fortuna materna proveniente dalla Standard Oil, Carstairs chiude X-Garage e si lancia in una carriera come pilota di motoscafi da corsa. Si stima che spenda circa mezzo milione di dollari per farsi costruire motoscafi personalizzati e acquista presto il titolo di “donna più veloce sulle acque” vincendo il trofeo Duke of York, premio di una delle competizioni più prestigiose del Regno Unito. Suo sogno, mai realizzato, è quello di vincere l’Harmsworth Cup, che tuttavia le sfugge tutte e tre le volte che ci prova, nel 1928, 1929 e 1930.
A seguito dell’ennesima sconfitta e di problemi fiscali sia nel Regno Unito che negli Stati Uniti, Carstairs, nel 1933, decide di ritirarsi dalla vita civilizzata e compra l’isola di Whale City nelle Bahamas, dove stabilisce un suo regno personale. Sull’isola costruisce una lussuosa villa spagnola, un faro, una centrale elettrica, una chiesa e persino un piccolo museo per celebrare le proprie conquiste personali e i propri interessi. A Whale Cay vive per più di quarant’anni, circondandosi di sportivi, pescatori appassionati, festaioli e attrici del calibro di Talullah Bankhead e Marlene Dietrich, che si dice siano state due delle sue numerosissime amanti. Di ogni donna che conquista, Carstairs fa fare una fotografia, ma non dorme con nessuno e si lamenta spesso, quando una giovane donna si trattiene troppo a lungo, di dover andare a letto con lei di nuovo. Nonostante la propria spensierata poligamia, Carstairs è estremamente severa con gli adulteri, che vengono puniti con l’esilio da Whale Cay.
Kate Summerscale, che ha tentato di gettare luce sulla sua vita misteriosa e affascinante scrivendo una biografia, la descrive come un’eterna Peter Pan che si è sempre rifiutata di crescere. All’età di novant’anni, Carstairs continua a mostrare con orgoglio le cicatrici che si è procurata sfidando un’amante a sopportare una sigaretta accesa contro la pelle più a lungo di lei:
Ero giovane. Avevo cinquant’anni, ero solo una bambina, solo una bambina.
Carstairs muore all’età di 93 anni, in Florida, e viene cremata con la bambola di cuoio che le era stata regalata da una fidanzata negli anni ‘20 e che è stata per tutta la vita sua inseparabile compagna, Lord Tod Wadley.