
“Fate l’amore non fate la guerra” era uno dei tanti slogan del movimento Hippie, che proclamava la libertà sessuale e dei costumi.
Correva il lontano 1968 e la società conobbe la cosiddetta “rivoluzione sessuale”, unita a concetti come l’amore libero – di certo non invenzione di quegli anni, perché l’amore libero ha una lunghissima storia, in questo momento fu solo “riscoperto” – , il femminismo e i primi movimenti LGBT. Fu anche il periodo in cui la sessuologia cominciò ad affermarsi come vero e proprio campo di studi delle scienze umane.
Questa esplosione di novità sconvolse e lasciò esterrefatti i moralisti delle vecchie generazioni, che accusavano i giovani di essere piombati in una degenerazione inaudita.
I “degenerati” in questione furono molto felici di aver smarrito la retta via e, al posto dei valori tradizionali, forgiarono nuove idee che permisero l’esplorazione di se stessi, degli altri e di nuovi sistemi di comunicazione. Non a caso, la sessualità giocò un aspetto predominante nella rivoluzione culturale, essendo uno strumento fortissimo di emancipazione e indipendenza.
Da allora, probabilmente, viviamo in una delle epoche più progressiste della storia umana nei confronti della sessualità proprio grazie alla rivoluzione sessuale degli anni ’60, tanto che si potrebbe parlare di un epoca di “sexual enlightment”.
Ma oggi abbiamo portato avanti le conquiste dei “sessantottini” ?
Il sesso è diventato un argomento marginalizzato nell’ambito quotidiano e questo, senza dubbio, l’ha atrofizzato. In nome del pudore e della sessuofobia si parla di sessualità sempre meno, se non in certi ambiti particolari, senza contare i numerosi rischi di disinformazione.
L’istruzione, ad esempio, è la prima a censurarsi. La nostra specie ( Homo sapiens sapiens ) è stata enfatizzata sotto diversi aspetti nelle varie discipline: Homo Oeconomicus in economia , Homo homini lupus secondo le teorie di Hobbes, l’uomo come animale violento e politico, principalmente in storia, e l’uomo come essere spirituale, in educazione religiosa.
Nessuno però, nel corso dei propri studi, ha mai posto l’enfasi sul fatto che siamo una specie estremamente sessuofila. Non si è mai parlato di un “Homo sexualis“.
Il desiderio sessuale è un impulso instillato in tutti gli esseri viventi per fini biologici e perpetrare la discendenza di una specie. Noi e qualche altra specie – come il simpatico Bonobo (Pan paniscus) – al “dovere” biologico abbiamo aggiunto il “piacere” (ciò che va sotto il nome di “orgasmo”).
Questo semplice fatto ha completamente rimescolato le carte in tavola. La sessualità ci ha plasmato, non solo da un punto di vista culturale, ma anche da un punto di vista fisico. Bastino due esempi: la scomparsa dell’estro nelle donne – un periodo in cui la femmina ovula e manda forti segnali sessuali – e la comparsa della forma del seno in perenne forma “lattante” (se si guarda alle scimmie, le femmine hanno il seno rotondo solo nel periodo di allattamento al contrario delle donne ).
Studiare sessuologia, dunque, significa studiare storia, sociologia, biologia o antropologia culturale?
Il vostro professore di latino si è ben guardato dal raccontare che gli antichi Romani portavano sempre con sé amuleti fallici come portafortuna, oppure li appendevano sopra le culle dei bambini. Probabilmente anche il collega di storia si è rifiutato di parlarvi dei costumi sessuali che vigevano nell’antica Grecia, tra prostitute di una variegatissima tipologia – dalle pornoi (da cui deriva il termine “pornografia”) alle etère. Forse avete anche sentito nominare la pederastia, il rapporto che si instaurava tra un adulto e un ragazzino. Basti pensare, infine, che il termine “eterosessuale” e “omosessuale” furono coniati nell’Ottocento e solo da allora deriva la divisione rigida che la società occidentale ha imposto all’orientamento sessuale.
Oggi le ricerche in merito sono molte, ma non sono solo gli studiosi – biologi, storici o antropologi che siano – a trattare l’argomento. Molte opere sono create solo a livello amatoriale, ma non per questo si rivelano meno interessanti: esempi lampanti sono Perché il sesso è divertente?, romanzo di Jared Diamond, Sex History di Philippe Brenot e Laetititia Coryn, un fumetto, e Sexplanations di Lindsey Doe, un canale YouTube.