Del: 20 Novembre 2016 Di: Elena Cirla Commenti: 0

Quinta settimana, quinto episodio, quinto film: L’impero colpisce ancora. I protagonisti, come nella pellicola precedente, sono Luke Skywalker, la principessa Leila e Ian Solo, a cui si aggiungono l’imancabile Chewbecca, il droide D-3BO e l’onnipresente Obi-Wan Kenobi. In più, un grandissimo ritorno: il maestro Yoda.

L’impero intergalattico è ancora in pericolo e per l’ennesima volta tocca a Luke, Leila e Ian Solo salvarlo. Darth Vader continua a seminare terrore negli angoli più remoti dell’universo e nessuno è esonerato dalla sua forza oscura. Dopo che suo figlio ha fatto esplodere la sua base, la Morte Nera (nello scorso episodio), poi, è ancora più furioso.

A complicare ulteriormente la situazione, inoltre, c’è la taglia che pesa su Ian Solo: il bel comandante non può continuare a fuggire, costretto a nascondersi da Jabba the Hutt, perfido criminale che ha posto una taglia sulla sua testa. La situazione rischiosa, tuttavia, non ostacola il sentimento tra Ian e Leila: si era già capito dal primo episodio (Star Wars: Guerre Stellari) che tra i due ci sarebbe stato del tenero, ma è solo ora che scoppia la passione.

STAR WARS: EPISODE V - THE EMPIRE STRIKES BACK, from left, Carrie Fisher, Harrison Ford, 1980, ©20th Century Fox/courtesy Everett Collection

Secondo una notizia trapelata pochi giorni fa, inoltre, sembra che ci fosse stata una vera relazione fra Carrie Fisher – aka Leila – e Harrison Ford, durata tre mesi, durante il primo episodio, terminata subito dopo la fine delle riprese.

Ovviamente la principessa è testarda come un mulo e più orgogliosa di Lizzie Bennet di Pride and Prejudice per ammettere subito ciò che prova, quindi aspetta l’ultimo momento disponibile, quando Ford è in procinto di essere ibernato e ricoperto di grafite. E lui, per migliorare la situazione, ad un romantico “ti amo” risponde “lo sapevo”. “Grazie e arrivederci” sarebbe stato più appropriato, però.

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Il personaggio più confuso del film, comunque, è sicuramente Luke: con la sua immancabile zazzera bionda, passa da Hoth, un pianeta tormentato da continue tempeste di neve, ad un altro, completamente diverso, Degobah, ricoperto di giungla e liane. Qui, ospite di Yoda, inizia il suo apprendistato. Da Jedi, non da Tarzan.

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Sempre più verde e invecchiato, il maestro rivela la sua età: ha più di 800 anni. Mica male per uno che sposta i sassi con la sola forza del pensiero. In questo luogo selvaggio e disabitato, Luke viene istruito con gli insegnamenti dei Jedi, ormai estinti, per poter sconfiggere Darth Vader. Ovviamente non sa che il signore oscuro è suo padre, ma crede invece che lui l’abbia ucciso.

L’idillio paterno culmina a 1:46:57, momento topico in cui Darth Vader si rivela Anakin Skywalker, pronunciando la fatidica frase: Luke, io sono tuo padre. Che poi, non è che fossero necessari tre film prequel per capirlo: anche solo una minima conoscenza di inglese e tedesco permette di ricordare che “padre” si dice in un caso “father” e nell’altro “vater”.

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Il giovane (quasi) Jedi non ci vuole credere e i suoi bellissimi occhi blu si velano di lacrime di incredulità. Per il momento, per pietà, nessuno gli dica che la donna di cui è innamorato è sua sorella gemella.

Come in ogni episodio, Luke riesce – momentaneamente – a sconfiggere il male, non riuscendo però ad annientarlo mai del tutto, in un continuo scontro con il signore dei Sith. È singolare come il giovane venga presentato sempre molto simile al padre (in realtà è un anacronismo cinematografico, è Anakin che viene modellato su Luke, a causa della numerazione degli episodi della saga): entrambi vengono addestrati per diventare Jedi già troppo grandi, entrambi sono testardi e in entrambi emerge in grande quantità un sentimento di odio e rabbia molto pericoloso. Potenzialmente, de perfetti Jedi o signori oscuri.

L’aspetto più interessante è che gli esiti saranno opposti: in un caso la dark side prevarrà nettamente, mentre nell’altro riuscirrà ad essere repressa nel nome della giustizia e della libertà.

 

 

 

Elena Cirla
Studentessa di Lettere Moderne, classe 1994.
Amante dell'autunno, dei viaggi e del vino rosso.

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