La psiche umana è un universo meravigliosamente misterioso: è dalla nascita della psicoanalisi che gli scienziati cercano di comprenderne appieno il suo funzionamento e, anche se gli studi si sono fatti via via più raffinati, ancora è impossibile comprenderne il completo funzionamento.
Uno degli esempi più significativi è certo il sogno, che nelle diverse culture antiche veniva percepito in maniera differente e ha sempre avuto una connotazione magica e talvolta anche mistica. Certe popolazioni consideravano l’esperienza onirica come un viaggio verso la verità, per altre era il mezzo privilegiato per entrare in contatto con divinità e per altre ancora i sogni erano interpretati come segni premonitori (che ancora oggi c’è chi afferma di avere di tanto in tanto).
Ma è solo dall’inizio del ‘900 che si cominciò a studiare seriamente la natura dei sogni e la loro origine: tra i pionieri in questo campo è certamente da annoverare Sigmund Freud, il primo a portare avanti delle ricerche e che nel 1899 pubblicò uno dei suoi libri più famosi, “L’interpretazione dei sogni”, in cui definisce il sogno “nient’altro che una parte di subconscio manifestato attraverso un preciso linguaggio della mente che viene proiettato dalla nostra immaginazione”.
I suoi studi furono ripresi e portati avanti da alcuni suoi allievi, fra cui Adler e Jung. Quest’ultimo postulò l’esistenza di un subconscio collettivo basato su archetipi mentali comuni a tutti gli esseri umani, in funzione dei quali possiamo sperimentare esperienze simili ai sogni degli altri. Proprio Jung, discostandosi dal maestro, teorizzò che
i sogni non sono la via regina per raggiungere il proprio inconscio, bensì porterebbero a qualcosa di molto più ampio rispetto al singolo individuo sognante, trasportando un messaggio arcaico che si ripete nello spazio e nel tempo prescindendo da noi stessi.
Oggi gli studiosi, più che dividersi tra una posizione e l’altra, tendono a concepire le due teorie come studi perfettamente complementari e che anche oggi possono essere validi per consulti di tipo psicoanalitico. Sebbene i sogni siano influenzati da esperienze personali e sempre più studi vadano ad esaminare il loro funzionamento, ancora restano dei misteri: con le teorie sopracitate è facile spiegare come certi sogni ricorrano in tanti individui differenti.
Sognare di volare, cadere improvvisamente e svegliandosi bruscamente, di essere nudi davanti ad amici e conoscenti, di essere sempre in ritardo, sono situazioni che possono essere fatte risalire a fobie o moti dell’inconscio comuni a tantissimi individui. Eppure un caso in particolare ha disturbato tantissimi sognatori in tutto il mondo: l’uomo dei sogni.
La sua prima apparizione risale a circa dieci anni fa: sembra che quest’uomo appaia alle persone nei loro sogni, magari qualcuno di voi lo ha persino riconosciuto. Eppure nessuno sa chi sia.
La sua storia inizia a New York nel 2006 nello studio di un analista intento ad ascoltare il sogno di una paziente, la quale realizza uno schizzo del volto di un uomo che dice di incontrare frequentemente nei suoi sogni: capelli corti e neri, folte sopracciglia occhi grandi e scuri e narici allargate, le labbra che accennano un sorriso. Spesso, testimonia la donna, le dava dei consigli, eppure lei nella vita reale affermava di non avere idea di chi fosse.
Il disegno, rimasto sulla scrivania, attira l’attenzione di un altro paziente, che anche lui riconosce come l’uomo che incontrava sognando. Il medico, incuriosito e divertito dalla bizzarra coincidenza, fa allora delle copie del ritratto e le spedisce ad altri colleghi, che rimangono sorpresi nel vedere il volto che i loro stessi pazienti avevano disegnato.
Quando lo schizzo veniva mostrato, i pazienti confessavano di avere già incontrato quell’uomo: alcuni dicevano di averci parlato durante il sonno, altri invece di ricordarsi di quel volto, ma di non sapere esattamente dove e quando lo avessero visto.
Presto, gli avvistamenti si moltiplicano in tutto il mondo, le immagini si diffondono e scienziati e parapsicologi cercano di dare spiegazioni ai continui avvistamenti di questo individuo. Venne anche fondato un sito ( www.thisman.org ), tutt’ora visibile, in cui si è creata una vera e propria comunità che cerca di dare un nome e un senso a questo volto così enigmatico.
Le teorie sono tantissime – vanno dalla pista religiosa a quelle più razionali – ma nessuna è del tutto esaustiva nello spiegare un così particolare fenomeno. Cosa ancora più curiosa, nessun uomo vivente è mai stato identificato come “l’uomo dei sogni”. Qualunque sia la spiegazione – tralasciando teorie complottistiche, soluzioni che coinvolgano semplice isteria di massa o elementi sovrannaturali – questo fatto lascia ancora perplessi e dimostra quanto la mente umana sia ancora in parte avvolta nel mistero.